Sono in tour tra centro urbano e periferie dove la gente vive, sogna e si dispera. “Ma che vuole che le dica. Qui siamo in mezzo alle pozzanghere d’acqua! Se vado a votare? E perché dovrei se da anni non si riesce ad eleminare questa pozzanghera?”. Una pozzanghera un elettore in meno, se vi fossero 25 mila pozzanghere vi sarebbero 25 mila voti in meno anziché 40 mila. Ecco il numero degli elettori mazaresi che quasi sempre, in ogni tipo di elezione, non va alle urne.
Ma non ci sono 25 mila pozzanghere, forse di più se andiamo nelle decine di strade della periferie con le ruote dell’auto che affondano e gli spruzzi dell’acqua vanno ad infangare passanti e porte delle abitazioni. “Ci sono le elezioni? Non ci vado a votare. Spesso non abbiamo acqua, ci dicono che ci sono dei guasti ma perché non cambiano tutto?”. Le periferie sono lontane dalle urne. La via Salemi è centro urbano o periferia? Una volta era periferia, ora potrebbe considerarsi centro urbano ma c’è di mezzo il passaggio a livello ed il caos dalla mattina a sera.
“E’ una vita impossibile quella che viviamo. Non riesco a capire come mai nessuno riesce a togliere questa barre, tante promesse al vento. Non andrò a votare. I passaggi a livello strozzano la città, non ci può essere sviluppo e senza sviluppo la città muore. Votare per un nuovo sindaco? Nemmeno a parlarne”. E le ideologie? Risponde uno pseudo intellettuale che si dichiara socialista della prima ora. “Votare? Ma le ideologie sono scomparse così come i partiti politici, è rimasto qualche simbolo, al loro posto ci sono le liste civiche, che come tali non hanno radici storiche ma solo interessi immediati da raggiungere, e coalizioni, cioè accordi accomunati da un certo orientamento politico simile”. In effetti, spesso l’unità di una coalizione è solo di facciata, perché a volte si sfascia strada facendo, nel corso del mandato amministrativo.
A Mazara è successo. Cinque anni fa ha vinto una amministrazione ora ve ne è un’altra ma sempre con lo stesso sindaco. Giochi di prestigio in politica che accadono in ogni dove, anche a livello nazionale. Visto come già detto che i partiti non sono più rappresentativi di ideologie e le coalizioni sono un insieme di liste civiche frutto di accordi temporanei, il cittadino come può tenersi informato? Di chi si deve fidare? E’ certo però che non si può dubitare di tutto e di tutti, bisogna partire da un punto fermo.
“Datemi una leva e solleverò il mondo”, disse qualcuno. Qualcun altro: “cogito ergo sum” (penso quindi esisto). Le elezioni amministrative sono importanti, bisogna scegliere chi ci governerà per altri cinque anni. La percentuale dei votanti diminuisce di tornata in tornata. Rischiamo di essere governati da una maggioranza eletta dalla minoranza della popolazione perché c’è il rischio reale che le schede valide saranno meno delle schede di chi non avrà votato, sommate alle schede nulle ed alle bianche.
E questo non è un bel risultato, chiunque vinca con una percentuale sotto il cinquanta per cento, avrà in realtà perso. Avrà perso la politica che ha allontanato l’elettorato, avrà perso la democrazia rappresentativa perché governerà la maggioranza della minoranza. Il distacco delle istituzioni dal popolo è oramai irrecuperabile, a livello locale e nazionale. Tant’è che la popolazione italiana a maggioranza non vuole che si inviino armi in Ucraina e invece il governo e con esso tutti i partiti continuano ad inviarne.
La gente vuole la pace e si fomenta la guerra. Un po’ come avviene a livello locale. La gente vuole più verde e più salvaguardia alla salute di contro diminuisce il verde intorno e nella città ed aumenta il traffico pesante. Se si dovesse veramente verificare che a governarci sarà la maggioranza della minoranza, a livello locale come potrebbe ripetersi a livello nazionale, qualche domanda il politico di turno, a qualsiasi livello dovrebbe porsela, perché a quel punto sarebbe catastrofico.
Avrebbe perso non solo chi non legge più i giornali, non ascolta e non vede i telegiornali, ma avremo perso tutti, proprio tutti! E dire che il rimedio potrebbe essere semplice, basta saper ascoltare i cittadini, così vezzeggiati in questi giorni in cerca di consensi elettorali, e così ignorati in tutte le grandi scelte che riguardano lo sviluppo e la valorizzazione della città. Lo stesso dicasi a livello nazionale dove la politica ed i partiti dovrebbero riappropriarsi del loro ruolo istituzionale, rispettare ed osservare la Costituzione, evitando di affidare le sorti della Nazione al tecnico taumaturgo di turno.
Bisogna sapere ascoltare i cittadini ed attenersi ai dettami costituzionali: sembra elementare ma in politica diventa tutto complicato anche per le elezioni amministrative. Perché mai? E non occorre l’intelligenza artificiale per capirlo!
Salvatore Giacalone