Chi chiede ottiene aiuti e aiutini. Leggiamo le recenti somme elargite dal “bancomat Regione Sicilia” e come vengono ripartite. Oltre 14,3 milioni verranno versate alle oltre mille aziende richiedenti. Si prosegue. La Regione Siciliana lancia due bandi da 25 milioni cadauno in aiuto delle imprese agricole e zootecniche colpite dalla crisi energetica. Verranno erogati 64 milioni di euro di aiuti a tutto il mondo agricolo siciliano e quindi ad ogni agricoltore arriveranno spiccioli, quando arriveranno.
In particolare perverranno: 50 milioni ad agricoltori ed allevatori danneggiati dagli effetti sui costi energetici della guerra in Ucraina, mentre sono stati assegnati i fondi in aiuto delle aziende colpite dalle piogge alluvionali di ottobre e novembre 2018, cioè di sei anni fa, per le quali è pronta la graduatoria che ripartisce l'aiuto tra le imprese. Ed ancora: sono stati pubblicati il 30 agosto 2022 due avvisi a cura dell'Assessorato dell'Agricoltura della Regione Siciliana per complessivi 50 milioni di euro.
Si tratta di fondi destinati agli allevatori delle aziende zootecniche siciliane che producono latte e agli agricoltori delle aziende agricole chiamati a pagare i contributi per l'irrigazione ai consorzi di bonifica e che presentano una debitoria elevata. Un aiuto concreto ad agricoltori e allevatori messi a dura prova dagli effetti della crisi dovuta al covid19 prima e al conflitto Russia-Ucraina poi, per via della maggiorazione dei costi delle materie prime e dell'energia. Piogge alluvionali 2018, in arrivo aiuti per 14 milioni.
Assegnati i fondi in aiuto alle imprese agricole che hanno subìto danni a causa delle piogge alluvionali di ottobre-novembre 2018 per un totale di oltre 14,3 milioni di euro. Per il ristoro dei danni il Ministero alle Politiche Agricole ha stanziato un fondo di 14.369.016 di euro che è stato ripartito in proporzione al fabbisogno comunicato dagli ispettorati provinciali agricoltura di Agrigento, Caltanissetta, Catania, Enna, Messina, Palermo, Ragusa e Siracusa (nessuna istanza è arrivata da Trapani).
Stato di emergenza regionale per le zone della Sicilia colpite gravemente dagli eventi alluvionali degli ultimi giorni. Lo ha deliberato la Giunta di governo convocata con urgenza per il pomeriggio del 21 ottobre scorso dal presidente della Regione, Renato Schifani. Stanziati 2,8 milioni di euro dal Fondo di riserva per le spese impreviste del bilancio regionale per effettuare, nel più breve tempo possibile, gli interventi ritenuti indispensabili per rimuovere le situazioni di pericolo e ripristinare lo stato dei luoghi colpiti dai fenomeni meteorologici avversi del 19 e del 20 ottobre 2024.
Commissario straordinario per l’emergenza è stato nominato il dirigente generale del Dipartimento Tecnico dell’Assessorato regionale delle Infrastrutture, Duilio Alongi. “Dopo aver seguito costantemente l’evolversi della situazione dei giorni scorsi - dice Schifani - stiamo procedendo con tempestività e immediatezza, sia sul piano operativo sia su quello finanziario, per fronteggiare le criticità riscontrate in diverse zone della Sicilia.
Nostro obiettivo fondamentale è quello di garantire innanzitutto la sicurezza dei cittadini e ripristinare la viabilità regionale lì dove è stata danneggiata gravemente”. Ma questi soldi quando arriveranno? Ecco lo stato dei fatti ma l’elenco potrebbe continuare, il bancomat non chiude mai. Ci sono le “fiere”, le feste paesane, manifestazioni di ogni genere! Ma è possibile che la Regione Sicilia non presenti progetti complessivi e lavori celermente per risolvere i problemi della siccità, dell’agricoltura, dei rifiuti, della sanità che affliggono da anni le popolazioni siciliane? O si deve sempre ricorrere al bancomat, delizia dei politici di Sala d’ Ercole e dei governi siciliani passati e presente e forse anche di quelli futuri? Non c’è il volto di una Sicilia dinamica e intraprendente che vuole porsi al centro dello scenario economico globale e che guarda al futuro a testa alta, senza lasciarsi intimidire da alcuna forma di usurpazione.
Emerge, invece, come sia sempre più evidente che, il divario tra Nord e Sud del Paese, non debba rappresentare uno status quo indiscutibile. Parlare delle enormi differenze tra Nord e Sud del paese, di questione meridionale, è sempre complesso perché si rischia spesso di fare della facile retorica, di riportare questioni ormai arcinote a tutti. La questione meridionale è stata sempre presente, a parole, nell’agenda politica di tutti i governi dall’unità d’Italia ad oggi. Mai nessuno, o quasi, ha negato l’esistenza di una questione meridionale ma allo stesso tempo nessun governo, dall’unità di Italia ad oggi, è mai stato in grado di colmare questo profondo gap.
La Regione Sicilia come un bancomat serve soltanto a dilapidare montagne di euro che non risolvono i problemi alla radice e a foraggiare la politica con campagna elettorali in cui si promette tanto e non si mantiene quasi nulla. Per non dire delle decine di inchieste in danno di politici per truffe e reati vari, le ultime proprio in provincia di Trapani.
Salvatore Giacalone