“Una punta di Sal”. Il 2021 se ne va con tante promesse non mantenute

Illusioni, delusioni, e le solite promesse dei politici non mantenute. Ma serve speranza e fiducia per il futuro

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
02 Gennaio 2022 09:35
“Una punta di Sal”. Il 2021 se ne va con tante promesse non mantenute

Il 2021 se ne va con tante promesse non mantenute dal nord al sud, Il linguaggio dei politici è ormai tra Illusioni e delusioni. Perché cosa desidera realizzare l’elettore votando un partito e una persona? Che si realizzino i suoi sogni. Il che è buono e giusto. Occorre però che si sia coscienti di questo enorme investimento personale su una persona che, pur sembrandoci sincera e intima, in realtà nulla sa di noi ed è costretto da noi stessi a non essere del tutto sincero. Perchè chiediamo a lui il posto di lavoro, un finanziamento per la nostra azienda, una sistemazione migliore per il figlio che lavora al comune o alla regione o perché è disoccupato e cosi via. Ci sono forti pressioni sui politici affinché facciano promesse che non possono mantenere. Un partito che fa promesse pompose appare più ambizioso, intraprendente ed interessante agli occhi degli elettori in confronto ad un altro che non ne fa, traendone vantaggio.

Il 2021 se ne va con il continuo succedersi di promesse in seguito disattese che hanno infastidito molti elettori, pertanto i politici hanno escogitato sistemi che fanno apparire le loro promesse più credibili. Tra questi, presentare promesse sostenute da numeri oppure impostare scadenze entro le quali le promesse verranno mantenute, indicando ad esempio cosa verrà realizzato nei primi cento giorni del proprio mandato. Quando le promesse devono essere infrante, tutti i politici sanno che è meglio farlo subito.

La speranza è che negli anni trascorsi prima delle successive elezioni, il disappunto dell'elettorato sarà scemato. Analogamente i politici riservano la soddisfazione di promesse popolari, sebbene poco importanti, verso la fine del loro mandato quando stanno per ricandidarsi, così da impressionare positivamente gli elettori alle future prossime elezioni. Un esempio per tutti arriva da Mazara. Da circa 10 anni viene promesso il dragaggio del porto canale. Non ci sono stati candidati a sindaco che non abbiano promesso i lavori di dragaggio, né commissari regionali e assessori regionali nonché lo steso presidente della Regione che non abbiamo garantito che entro qualche mese sarebbero entrate in scena le draghe.Non le abbiamo ancora viste.

Oppure “i lavori inizieranno subito” frase corrente per il ponte sul fiume Arena. Il ponte di Genova che è caduto, provocando morti, è stato rinato dopo un paio d’anni, quello di Mazara che deve essere semplicemente ristrutturato nelle parti ammalorate, è ancora out e per quello alternativo che vuole realizzare il Comune di Mazara con 300 mila euro, ci sono difficoltà perché il sindaco attende l’approvazione del progetto da parte di ben cinque enti. Ma per il ponte di Genova perché è filato tutto liscio? Chi ha fatto il gioco di prestigio? Qui, a Mazara, siamo ancora fermi al gioco delle tre carte! In città è da anni che si promette “acqua buona per tutti” ed invece siamo ancora sul filo delle indecisioni per fare bere acqua buona agli abitanti del Trasmazzaro e in altre zone della città.

Il 2021 ci lascia con una città ancora alla ricerca di sé stessa, tra pesca, turismo, agricoltura, terziario, artigianato scomparso, con tante promesse e tanti lavori che ritardano ad essere consegnati per una burocrazia che, specialmente, alla gente del Sud pesa più che altrove. Ci lascia anche con tanta sofferenza per coloro che sono morti a causa del covid19, il nostro quotidiano nemico invisibile, con tanti altri giovani laureati e diplomati che si sono trasferiti al nord o all’estero, ci lascia con un tasso di disoccupazione del 30% che non si sa se veritiero perché c’è da considerare il lavoro nero e il reddito di cittadinanza, destinato a chi è sulla soglia della povertà. Almeno così vuole la legge. In compenso sfrecciano le auto di grossa cilindrata e le banche soni pieni di soldi dei mazaresi. Un mistero che si perpetua, su e giù nel tempo.

Ma al di là delle promesse non mantenute, bisogna essere positivi (non da covid ovviamente). Deve essere positivo il pensiero. Anche gli ottimisti più incalliti non possono negarlo: il periodo non è per niente roseo. Tant’è che sorridere alla vita sta diventando un’impresa ciclopica, a meno che non si sia dotati di una grande, immensa fiducia nel futuro. In effetti, alzarsi alla mattina e sentirsi carichi di positività negli ultimi tempi è abbastanza difficile. Ma siccome non si può (e non si deve) soccombere, bisogna trovare ogni giorno qualche spunto per tentare di sopravvivere al meglio. O alla meno peggio, a seconda dei risultati degli sforzi compiuti. Voglio abbracciare il pensiero positivo anche per quel che riguarda i giovani. I quali è vero che non trovano lavoro e che faticano a metter su famiglia ma hanno le giuste energie per inserirsi nella società e in un lavoro, comunque, difficile da trovare.

I rapporti umani. Soprattutto sui social prolificano accuse al prossimo, pronti a parlare male di te, a fuggire appena hai bisogno, a pensare solo al proprio orticello. Per carità, c’è molto di vero in tutto questo. Ma nel Medioevo il soggetto non si limitava a dire una carognata sul tuo conto: se non avevi chi assaggiava i piatti per te appurando che non fossero avvelenatiti, l’ospite ti uccideva a tavola. Parlo di tutto ma non di malattie. Però per questo faccio una piccola eccezione, accennando solo al fatto che una volta per una febbriciattola finivi sotto terra.

A 30 anni non avevi più un dente in bocca. E se per caso ti spaccavi una gamba, rimanevi zoppo fino alla fine dei tuoi giorni. Ecco, queste riflessioni dovrebbero aiutarci a capire che nel futuro bisogna assolutamente avere fiducia. La storia, infatti, racconta di continui miglioramenti. A 360° e per tutti. Compresi i più sfortunati. E sempre la storia racconta che l’essere umano si è sempre risollevato. Quindi, facendo mie le parole cult di Rossella O’Hara, «Domani è un altro giorno», sono sicuro che se non sarà domani, sarà dopodomani.

Che sia vero o no, l’importante è continuare ad avere fiducia nel futuro. Buon Anno.

Salvatore Giacalone

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