Ultime della sera: “Un perché sospeso…”

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
18 Giugno 2020 18:36
Ultime della sera: “Un perché sospeso…”

Lei non lo ha neppure potuto dire “i can’t breathe , non riesco a respirare” quando i suoi polmoni si sono riempiti d’acqua  come piccole spugne inermi. Lei  non sapeva parlare, non conosceva le parole, non sapeva neanche dove stava andando, le bastava il profumo di sua madre, il battito del suo cuore. Lei aveva 5 mesi. Ma un anno, dieci o cento, cosa cambia? Ci commuoviamo oggi  per una tutina con un coniglietto aviatore, come ieri davanti ad una maglietta rossa , a una lettera cucita in una tasca o ad una pagella sigillata dentro un orlo… no, non basta.

Per una tutina raccolta ce ne sono centinaia, migliaia che galleggiano  svuotate di corpi , di speranze, di vita. Com’è ipocrita questo mondo fatto di gente per bene che si indigna, giusto il tempo  di un fotogramma! Basta! Mentre misuriamo coi centimetri la nostra zona franca, di fronte a noi  violenza, indifferenza, crudeltà, interessi economici e politici, guerre e stermini,  agitano la falce tagliando alle radici ogni speranza di nuova umanità. Siamo sicuri che stiamo davvero facendo tutti la nostra parte per mettere fine a questo orrore, a tutti gli orrori che ci sfiorano e davanti ai quali ci limitiamo ad un “poverini!” per poi riprendere, smemorati,  la nostra vita? Quale favola potremo raccontare, quale nenia cantare, quale bacio dare a quella bambina senza nome, tornata a galleggiare nel mare, come nelle acque  dell’utero di sua madre dove però non c’era freddo, né fame, dove non era necessario saper nuotare, ché bastava l’ombra delle mani calde della madre oltre la pelle a cullarla, e dove per  respirare bastava il fiato sciolto nel sangue caldo e buono che nutre e sostiene.

C’era una volta e ancora c’è, e questa favola non ha un lieto fine. Faccio una grande fatica a raccontare  questa storia agli altri bambini, a quelli che stanno da questa parte della costa. Non trovo le parole, la mia tavolozza dei colori si sta seccando e i pennelli sono stanchi. Chiedendo  scusa ai lettori se non so addolcire questa pillola così dura da mandar giù ( ancora una volta, ancora…), mi aggrappo con le unghia  alla tenacia del bene che conosco, alla scoperta quotidiana di persone generose e operose nel silenzio ( quante ne ho conosciute in questi giorni bui!), all’instancabilità della grazia , alla meraviglia della bellezza, la bellezza malgrado tutto.

Lascio in sospeso i miei perché come preghiere e li urlo senza voce ai piedi delle mille croci sul mare e sulla terra e mentre aspetto le risposte ultime, chiedo la forza degli occhi per vedere e delle mani per raccogliere sogni e spezzare il pane del grano e della speranza.  E sono certa di non essere la sola… Maria Lisma

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