Ultime della sera. Tutto questo un giorno ti dirò

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
27 Aprile 2020 19:15
Ultime della sera. Tutto questo un giorno ti dirò

La primavera sui marciapiedi, le spiagge senza impronte, i silenzi della sera, le lamentele di chi vuole uscire, i lamenti di chi muore solo, la generosità muta, le mani che preparano il pranzo per i poveri, le mani che guardano l’obiettivo mentre fanno la carità, la fase uno, la fase due, la fase forse, le chiese chiuse, le messe in tv mentre sobbolle il ragù, il rosario fra le mani di chi prega, le preghiere dietro i portoni chiusi, le repliche in televisione, le file ai supermercati, i fiori al macero, le insegne spente, le mascherine sui volti, le mascherine sulle maschere, la liberazione senza libertà, la scuola a distanza, i maestri e i professori buoni, i genitori pure loro buoni, i bambini troppo buoni, i ragazzi consapevoli, i giovani responsabili, gli adulti , alcuni, poco responsabili, gli anziani che aspettano il pane, il pane fatto in casa, il pane congelato, il pane che non si spezza, il “lascia il cellulare”, il “per fortuna c’è il cellulare”, il saluto dei vigili ai posti di blocco, il sorriso di chi compie il proprio dovere, la prepotenza di chi non ne conosce il limite, la dignità degli impoveriti, la sfacciataggine degli arraffoni, le benedizioni  sul letto di morte, i testamenti dettati agli infermieri, gli infermieri coraggiosi, il giuramento di Ippocrate, il “giurami di non lasciarmi”, la solennità dei gesti, le bandiere e le lanterne alle finestre, i libri impilati sui comodini, l’odore di disinfettante, il fumo dai terrazzi, il megafono per le strade, le strade troppo  vuote , il desiderio degli innamorati, i baci sullo schermo, i “mi ami ancora?”, i “ti amo sempre”, i nonni in videochiamata, gli occhi lucidi dei nonni, i vestiti nuovi con le etichette, i rossetti  intatti, i capelli lunghi, i passi corti, i “dagli all’untore”, i video “acchiappalo!”, i figli lontani, i figli scappati, gli esperti  che decidono, le esperte  non convocate, le conferenze stampa, il lavoro in nero, il lavoro in regola, il lavoro che non c’è, la musica dai balconi, i pianti dentro casa, la Passione senza processione, la Pasqua, comunque, di resurrezione, i preti fra i poveri, i poveri più poveri, i volontari sempre, i sordomuti che non leggono le labbra, le labbra sigillate, le gite saltate, i matrimoni rimandati, i funerali non celebrati, le sepolture non rimandabili, le ceneri nelle urne, le lapidi disadorne, il Crocifisso sotto la pioggia, il Papa solo, il Presidente solo, le persone sole, l’umanità ferita, l’umanità guarita…   Tutto questo e molto altro ancora ti dirò quando , se, ti racconterò di questo tempo, tenendoti sulle ginocchia e guardandoti negli occhi senza temere che il mio respiro ti faccia male.

Questo ti dirò, bambino coraggioso che ho visto venire al mondo ,  segno di speranza in questo tempo tentato dalla disperazione. Vita più forte di ogni paura. A futura memoria, tutto questo ti dirò.   Maria Lisma    

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