Ultime della sera: “siciliani e sicilianità”

Siciliani si nasce, si rimane, si tramanda. Chi siamo realmente?

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
18 Maggio 2021 18:30
Ultime della sera: “siciliani e sicilianità”

In quanto siciliano, ho sempre espresso la mia estrema fierezza nell’esserlo e, come conseguenza, ho sempre cercato di caratterizzarmi per quelle che ho sempre ritenuto le buone manifestazioni della sicilianità.

Alcune di queste sono molto apprezzate in tutto il mondo mentre altre, “luoghi comuni”, hanno forse tipizzato con severità, cattiveria e superficialità l’essere “siciliano” .

La Sicilia è stata da sempre “terra di importazione” dove tanti popoli nei secoli si sono succeduti tra conquiste, passaggi, insediamenti, guerre, commerci lasciando significative tracce del loro passaggio non solo in termini architettonici e culturali ma anche in termini fisici e di dna.

Tutti quelli che sono passati, affascinati dalla bellezza e dalla ricchezza (ma anche per conquiste, alleanze, opportunità e missioni), hanno inciso in maniera modificativa sull’essenza delle piccole popolazioni indigene, determinando quel miscuglio di carattere, quel fantasioso generare che si è infine espresso nella sicilianità, nell’essere “siciliani” nelle sue molteplici forme: bassi, alti; bruni, biondi; calmi, agitati; solari, estrosi, cortesi, aperti, lucidi e spietati e soprattutto...di grande appetito (altre molteplici caratteristiche lascio al lettore il piacere di esprimere).

Insomma, è proprio vero: siamo un po' di tutto e un po' di tutti; quello che siamo realmente è di difficile definizione e non sempre riusciamo ad accettarlo volentieri perché una cosa è certa: la capacità di cambiare, di migliorare, di sforzarci per la collettività e per il comune bene e interesse non è certo una delle nostre migliori caratteristiche.

Da una certa epoca in poi, però, la Sicilia è diventata “terra di esportazione”; le condizioni sociali ed economiche nonché le poco avvedute politiche dei vari governi centrali e locali, hanno spinto nel tempo schiere di siciliani ad intraprendere viaggi avventurosi verso altri continenti (Americhe, Australia, Europa etc.) o veri viaggi della speranza o di piena realizzazione verso le regioni ricche della nostra Italia sospinta dal boom industriale.

Insomma non vi sono regioni del mondo dove non vi siano siciliani o di essi discendenti che ancora adesso ti parlano con grande sentimento di quello che loro o i loro avi sono riusciti a fare partendo dal nulla con la sola volontà di riuscire ad essere apprezzati. In loro è sempre esistito il proposito di non dimenticare mai la terra natia ma sappiamo bene come tanti di essi non abbiano potuto mantenere questo proposito per varie e motivate giustificazioni.

Questi aspetti mi hanno sempre colpito sia perché direttamente interessato dalle partenze che hanno coinvolto tutta la mia famiglia (e la mia da ultimo) ma anche perché tutte le volte che mi sono trovato fuori dai miei confini naturali, mi sono sempre imbattuto in “siciliani” suscitando la mia e altrui meraviglia e gioia in questo accadimento.

Questa fuga non si è mai più placata assumendo adesso (da tempo ormai…) vera fuga di cervelli, di figli qualificati, di leader che cercano il giusto retroterra per poter esprimere compiutamente le loro elevate qualità professionali, tecniche e umane.

Di ciò bisogna essere fieri ma fieri dobbiamo essere tutti di quanti hanno scelto di rimanere in Sicilia, amando questa splendida terra con l’amore di chi vuole cambiare la parte difficile e oscura facendo in modo che chi vi resta o vi arriva sia fulgidamente illuminato dalle luci del coraggio, della vita, della fierezza, della gioia, della speranza, della ricchezza d’animo e delle tante virtù che comunque nel tempo sono cresciute.

In fondo sono le stesse umane caratteristiche di chi ha scelto di partire anche se in fondo non so giudicare se sia più semplice restare o partire: il destino dell’uomo è sempre qualcosa di intimo che appartiene al suo profondo essere e va rispettato.

Comunque, cari lettori, partendo da queste premesse e cercando di suscitare la vostra curiosità, ho pensato che fosse giusto utilizzare lo spazio editoriale della nostra rubrica per proporvi a seguire alcune figure di siciliani che vale la pena “guardare” per quello che di valori e coerenza hanno espresso aldilà se siano partiti o rimasti nei contesti dove si sono espressi come uomini e come siciliani. Da loro abbiamo comunque tanto da imparare.

Il primo di cui ho desiderio di parlarvi è Giorgio La Pira.

Vi aspetto allora alla prossima puntata.

di Mare CALMO

La rubrica “Le ultime della sera” è a cura della Redazione Amici di Penna.

Per contatti, suggerimenti, articoli e altro scrivete a: amicidipenna2020@gmail.com

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