Ultime della sera: “Niente succede per caso…”

Una data, un lungo servizio, una fruttuosa ricchezza

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
06 Luglio 2022 19:20
Ultime della sera: “Niente succede per caso…”

Per un buffo scherzo delle turnazioni di redazione, il 6 luglio tocca a me scrivere. E’ una data per me molto cara nella mia storia personale ma in questo caso desidero parlare della storia di un uomo che ha tanto contribuito alla storia di Mazara, del suo principale tempio cristiano (la Cattedrale) e soprattutto ha dedicato la sua missione al servizio dei giovani, dei malati, della comunità parrocchiale e cittadina.

Lo scorso 6 luglio è tornato alla casa del Padre Monsignor Antonino Bellissima che per 34 anni (dal 1958 al 1992) è stato parroco in Cattedrale. La data della sua morte coincide con quella della sua ordinazione sacerdotale avvenuta a Mazara (Chiesa di San Michele) il 6 luglio del 1952.

69 anni di sacerdozio vissuti sempre con i suoi tratti caratteriali caratteristici: umiltà, discrezione, serenità, gioia, fede convinta e tanta umanità che ne hanno sempre fatto un vero padre (Patruzzo) per tanti di noi che hanno avuto il privilegio di vivere al suo fianco alcuni periodi della vita.

Figlio di umile famiglia di Santa Ninfa, entra convintamente in seminario dove si distingue per la fermezza espressa nel volere andare avanti negli studi nonostante non indifferenti problemi di natura economica. La provvidenza è intervenuta benigna per permettergli di realizzare il suo sogno di diventare “Parrinu”.

Dopo alcuni anni di insegnamento (lettere alla scuola media), nel 1958 si candida a Parroco della Cattedrale senza troppa convinzione attesa l’agguerrita concorrenza di ben più famosi prelati. Tuttavia, in questa scelta è incoraggiato dal suo mentore Mons. Vivona e lo Spirito di discernimento del Vescovo Di Leo lo fanno prevalere coraggiosamente ma anche con un atto di fiducia che il tempo dimostrerà assolutamente ben riposta.

Così i locali della Cattedrale si rigenerano attraverso la sezione dell’Azione Cattolica, l’Apostolato della Preghiera con l’obiettivo di fare della Parrocchia una famiglia retta dall’Amore.

Nel 1972 arrivano gli scout con l’apertura del reparto delle Guide “Giovanna D’Arco” seguito poi a Febbraio del 1973 dal reparto Scout “Baden Powell”.

Le aperture e i progetti “Padre Parroco” portarono a riempire di giovani la Chiesa attraverso le sua inventiva e il suo dedito coinvolgimento.

Non aveva particolari segreti nello svolgere la sua azione educativa: collaborazione, vicinanza, comprensione, circolazione delle idee, mediazione, apertura e larghe vedute sono state sempre le principali caratteristiche e tutti lo abbiamo sentito sempre uno di noi. Sapevamo sempre dove trovarlo: in chiesa o nella sua modesta abitazione; a qualsiasi ora ci trovassimo a bussare, la porta ci veniva aperta. Era sempre pronto ad ascoltarci anche attraverso la condivisione delle sue frugalissime cene. Il segnale che c’era era quella luce accesa in cucina che si intravedeva dalle sbarre del cancellino del nostro mitico “atrio parrocchiale”.

Si è sempre avvicinato a noi con la sua estrema umiltà e con la stessa umiltà è uscito dalla scena della ribalta parrocchiale quando nel 1992 viene destinato ad altri incarichi nonostante a 69 anni si sentisse ancora pienamente in forma e in grado di poter continuare alla sua maniera.

Da allora non è stato più lo stesso; ha accettato con la forza dell’obbedienza i suoi nuovi ruoli. Si è dedicato con passione e forza ai malati ma quello che più gli è sempre mancato è stato il contatto con i giovani con i quali ha sempre saputo parlare adeguato linguaggio nonostante l’età e le differenze culturali che via via si allungavano.

Grande dimostrazione questa di una intelligenza non comune che gli ha sempre consentito di arricchirsi di quello che i ragazzi sapevano trasmettere su di loro, sui loro tempi, sulle loro famiglie e di cui ha sempre fatto tesoro.

I suoi “ragazzi” racchiudono sempre nel cuore copiosi scrigni di gesti, parole, confronti, attività, avventure, che nel tempo ha saputo donare ad ognuno.

Non era pensabile che lui mancasse agli incontri di programmazione, alle attività in giro per l’Italia dove si recava con la sua mitica Fiat 850 e con la sua piccola tenda canadese piantate sulle pietraflex. Uno di noi, uno con noi e per noi.

E’ morto a 97 anni ricco nella sua anzianità di tutte le occasioni vissute con giovani e ragazzi (che serbava con cura nel suo cuore) e sempre desideroso di rendersi utile anche quando le forze venivano a mancargli.

Che dire allora ad un anno dal giorno in cui hai piantato tenda nella praterie celesti?

Grazie ! La nostra città, i nostri giovani ora protagonisti della vita cittadina ti sono grati e sui tuoi insegnamenti hanno saputo e sapranno basare tante scelte della loro vita.

di Mare Calmo

La rubrica Le ultime della sera” è a cura della Redazione Amici di Penna.

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