Ho deciso di rispettare le regole perché francamente non mi andrebbe giù il fatto di dover tirare le cuoia sotto l'emergenza Coronavirus. Le misure draconiane imposte in materia di assembramenti nuocerebbero sensibilmente a quanto dal sottoscritto pianificato per le proprie esequie. A cominciare dal carro funebre. Lo voglio come quello della foto! Poi l'abito, un tasmania dalle sottili righe, camicia colletto francese e regimental blu che nessuno potrebbe lodare per motivi sanitari. Mi mancherebbero tantissimo i volti contriti e le lacrime attorno a me.
Per non parlare poi dei commenti: “...siamo niente”...“ma com'è potuto accadere. Fino ad ieri scherzavamo insieme”...”che persona a modo” e subito di rimando uno dietro “ ma lei lu canuscia bonu?”...”avia na lingua. Com'è che non l'hanno mai preso a legnate prima...”...”ma quantu manciava! Mucho Gusto s'arricchiu!”...”ma quantu fumava.”... Ma è a chi dirà “...se ne vanno sempre i migliori” che andrà la mia anticipata ed eterna gratitudine. E la foto? Che dire della foto?.
Già me la immagino. Una del tipo a sfumare che poi andrebbe a finire nella mia ex stanza di lavoro appesa ad una delle pareti, con il lumino elettrico sempre acceso e le finte rose in plastica che con il tempo diventeranno impolverate e coperte da quei puntini neri che sono le cacchette delle mosche. Ma ad esser sincero due sono le cose che mi mancherebbero maggiormente. La prima il discorso funebre che avrei gradito esser fatto dalla mia cara amica Catia Catania. Meglio di lei grandissima commentatrice letteraria non vedo altri.
La immagino stagliata dietro la bara in un formale tailleur spendere bellissime parole nei miei riguardi, ogni tanto spero, interrotte da qualche suo singhiozzo. Infine la seconda cosa per la quale ho già predisposto quanto necessario in caso di esequie non blindate, il commento esterno al video d'obbligo affidato al mio caro amico Maurizio Righetti che in questa occasione potrebbe lasciare la redazione di Saxa Rubra per un servizio il cui titolo sarà “Tutto il morto minuto per minuto.” Corrado Sansone
