Ultime della sera: “Io sto col rospo”

Dalla Bella addormentata al Principe ranocchio: quando la revisione risulta inopportuna

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
11 Maggio 2021 18:41
Ultime della sera: “Io sto col rospo”

Ormai schiavi del revisionismo ad ogni costo, negli ultimi decenni siamo stati costretti ad assistere alle riletture della moltitudine delle sfere di conoscenza e di pensiero che, volenti o no, si sono viste “ritoccare” in diversi punti, qua e là. Storia, scienza, politica finanche la geografia in qualche caso ha dovuto cambiare forma e connotazione. A volte i cambiamenti sono stati profondi e radicali, altre invece leggere e di poco conto. Cosa fatta capo ha.

L’evoluzione della specie, come del pensiero, è azione fondamentale e necessaria (a detta di chi scrive) perché l’uomo continui a vivere una vita da homo sapiens piuttosto che da retrogrado mentecatto avvilito e avvizzito fagocitato dal nulla cosmico, ostaggio dei più svariati atteggiamenti che l’era moderna detta come regole della civile convivenza. Una lettura, per quanto distratta, della stampa nazionale e locale non può che confermare i clamorosi passi indietro che l’essere umano si impegna (manco fosse una missione) a percorrere ogni giorno, tutti i giorni.

Ma questa è un’altra storia. Potrebbe essere tema di un nuovo capitolo… Basterebbe consultare le sole pagine dedicate alla programmazione televisiva (a partire dalle Soap opera), ad esempio, per buttare giù una nuova opera stile Treccani, in termini di vastità di pagine scritte, per iniziare solo a scalfire l’argomento. Altro che capitolo a parte!

Ma trattasi di argomentazioni, si diceva, cui chi scrive non ha intenzione di cimentarsi. Non in questa fase almeno. Si parlava invece di quel revisionismo, più o meno accennato, più o meno illuminato, che ormai sferza e attraversa trasversalmente ogni ambito dello scibile umano.

Finanche a lambire e perché no, immergersi (abusivamente), nell’incantato e magico mondo delle Favole. Regno dei fanciulli e dell’età dei sogni e dell’incoscienza, fino ad oggi era rimasto lontano dal triste mondo degli adulti. Relegate appunto, nel regno dell’altrove, dove la realtà non può e non deve entrare. Dove i grandi e le loro grigie verità non sono mai stati ammessi.

Un universo incantato e parallelo fatto di immediatezza e spontaneità. Di magia e leggerezza. Di fantasia e libertà. Dove tutto è possibile solo perché è immaginabile, senza limiti e senza pregiudizi. Senza dietrologia. Così le avevo lasciate le favole: nel loro scintillante pianeta colorato, fatto di unicorni, gnomi e bacchette magiche. Ma anche di orchi e streghe, certo, dove il bene però vince sul male e il “vissero tutti felici e contenti” è “una conditio sine qua non”.

Poi qualche mattina fa, tazzina del caffè alla bocca, apro il tablet e leggo di un “bacio non consensuale”. Con gli occhi praticamente semichiusi e il cervello ancora in fase di preaccensione, mi era parso l’ennesimo caso di stalkeraggio successo in qualche angolo di provincia dove toccava alla cronaca e agli inquirenti stabilire la realtà dei fatti.

Ma giusto in quel momento, mentre i primi raggi del sole cominciavano ad intrufolarsi tra le pieghe delle tapparelle della finestra e svogliatamente e inconsciamente massaggiavo con le dita della mano i segni del cuscino ancora vivi sulle mie guance, mi rendevo conto che qualcosa nella mia testa non tornava. Stavo guardando le prime pagine delle maggiori testate della stampa nazionale di quel giorno… E i titoli (soprattutto quelli di cronaca) solitamente sono di ben altro tono… Bacio non consensuale… Cioè?

A seguire focalizzo la parola Disney (e ancora non capisco), infine fotografo il termine: FAVOLA (e capisco meno di prima). Io già quella notte avevo dormito malissimo e l’emicrania ne era una testimonianza più che diretta. Ma pure questi che scrivono a vanvera… Di che parlano stamattina???

Ci sono voluti una doccia calda, tre caffè e tutta la mia proverbiale pazienza (e chi mi conosce sa bene di che parlo) per rendermi conto che al centro della querelle era finita la favola di Biancaneve e i sette nani baciata, suo malgrado, dal principe mentre dormiva appunto (E il lieto fine?). Da qui la questione del bacio non consensuale, tra un uomo (il principe) e una donna (la principessa addormentata nel bosco, avvelenata dalla mela regalatale dalla strega malvagia).

La scena controversa fa parte della nuova animazione techno presentata nel parco giochi Disneyland, riaperto in California dopo quattrocento giorni di lockdown per la pandemia da Covid. La giostra dedicata a Biancaneve, a un certo punto mostra, su un lato dell’allestimento, l’iconica scena del principe che si china su una Biancaneve addormentata. Da qui la bufera mediatica sull’incauto quanto inappropriato messaggio trasmesso alle nuove generazioni di pargoli.

Dopo avere raccolto le braccia, fragorosamente cascate a terra nel momento in cui realizzai la drammaticità della vicenda, e avere seguito di straforo gli sviluppi di questa entusiasmante quanto illuminante revisione storica, riportata con enfasi da diverse testate giornalistiche nazionali nei giorni a seguire, mi venne in mente un’altra favola della mia infanzia: Il principe ranocchio.

Alla stessa guisa della principessa vittima del sortilegio della malvagia matrigna, costretta a subire il bacio “magico” di un principe arrogante e prepotente che con quell’atto rubato concede alla giovane pulzella la sua unica possibilità di salvezza, sono passata all’immagine di quel rubicondo grasso rospo, lordo e felice, che saltellava da una pozzanghera all’altra, nella magnificenza della sua condizione ideale: le acque stantie di una palude melmosa.

Così come la principessa addormentata, perché allora il rospo grasso e felice avrebbe dovuto chiedere riscatto, autorizzando di fatto la sua trasformazione in altro se non per il bene supremo del Lieto fine? A che servono le favole se non a definire, nelle giovani menti, la distinzione netta tra bene e male? E se il bene non vince, allora a che servono le favole?

di Carmela BARBARA

La rubrica “Le ultime della sera” è a cura della Redazione Amici di Penna.

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