Ultime della sera: “Il libro "La Cala" e la mia visione di lettrice”

La cronaca come spunto, il saggio come orizzonte, il romanzo come approdo

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
11 Aprile 2022 18:50
Ultime della sera: “Il libro

Ultime della sera: “Il libro "La Cala" e la mia visione di lettrice”

La cronaca come spunto, il saggio come orizzonte, il romanzo come approdo

Quasi come a ribadire una presenza ideale, date le numerose e varie incombenze che mi hanno impedito di partecipare a nessuna delle varie presentazioni in giro per l'Italia del libro "La Cala", ripropongo la mia affettuosa e ispirata recensione leggermente rivista alla luce di nuove riflessioni, testimoni della validità del suo contenuto.

Di solito un libro può essere affrontato mediante due approcci: la lettura veloce che impone la fabula (il fatto così com'è avvenuto) spinta dalla curiosità di scoprire il finale oppure la lettura lenta accompagnata dalla vigile pazienza necessaria a non lasciarsi sfuggire la minima sfumatura dell'intreccio (il fatto come viene raccontato), godendo della scrittura e dell'originalità degli autori.

"La Cala" è un libro avvincente, coinvolgente, veloce; un lettore smaliziato tuttavia non può non notare che ci troviamo di fronte a un'opera con la giusta dignità letteraria. Sono convinta che la classificazione di saggio sia riduttiva delle ampie potenzialità e suggestioni, essendo un libro che è andato molto oltre le intenzioni che lo hanno ispirato e che hanno portato alla sua realizzazione. A mio modesto ma meditato parere, siamo in presenza di qualcosa di più: un "romanzo storico contemporaneo" (definizione mia), cioè un'opera che descrive una vicenda realmente accaduta, calata in un dato momento storico e in luoghi ben precisati e, quindi, voce di una comunità, ma nello stesso tempo un'opera ricreata dai suoi artefici con le loro differenti ma complementari sensibilità e scritture.

Né arida registrazione évenementielle né vite immaginarie, bensì un sapiente amalgama di ricostruzione documentata e di invenzione artistica, elementi indispensabili per dar vita a un romanzo degno di questo nome. L'unico genere letterario, per citare il critico Michail Bachtin, "in divenire", in grado quindi di riflettere il fluire incessante della realtà in modo profondo e proficuo. L'esempio più eloquente a tal proposito è il personaggio di Rosetta, la protagonista femminile, l'anima del libro: viene presentata la storia di una donna inserita nella vicenda del sequestro, le tappe della sua vita fin da bambina vivacemente ambientata fra le viuzze della Marina, i suoi turbamenti amorosi adolescenziali conseguentemente accompagnati dai primi dissensi con il padre, il successivo matrimonio e gli anni di felicità interrotta dalla perdita del marito per una malattia professionale e da quella del figlio Gaspare in un tremendo naufragio e, infine, l'ulteriore colpo del sequestro dell'altro figlio.

Nonostante tutto ciò, Rosetta ha avuto la forza di non soccombere alla disperazione o, anche peggio, allo sterile risentimento, riuscendo a recuperare se stessa aggrappandosi ai figli e ai nipoti in una ammirevole "corrispondenza di amorosi sensi" che ha tenuto vivo il ricordo di chi non c'è più, preservando la serenità e l'armonia della vita familiare.

Degni di lode la confezione narrativa e il registro linguistico. Gli autori non adottano la consueta scansione in capitoli, bensì una sequenza di cinquantacinque tableaux di varia estensione che, attraverso uno scaltrito gioco di analessi e di prolessi, fondono tempi e spazi distanti quantitativamente e diversi emotivamente, evitando il rischio di cali di attenzione e di incongruenze logiche. La scrittura chiara e espressiva, asciutta e elegante è stata la scelta più efficace, nulla concedendo alle correnti mode pigramente inclini a un dialetto siciliano tanto artefatto quanto stucchevole e saggiamente rifuggendo da inutile e soverchia erudizione.

Ogni dettaglio comunica non solo un innegabile amore per la propria città e i suoi pescatori ma ispira anche una sconfinata umanità nella quale può ritrovarsi il lettore di qualsiasi latitudine. Nella vicenda dei marinai ingiustamente sequestrati risuonano gli eterni moti del cuore con le sue luci e le sue ombre, le sue grandezze e le sue miserie. Concludo dedicando a Catia e a Peppe le drammaticamente attuali parole di Federico García Lorca: "canto la Spagna e la sento fin nelle midolla, ma prima di tutto sono uomo del mondo e fratello di tutti".

di Francesca Russo

La rubrica Le ultime della sera” è a cura della Redazione Amici di Penna.

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