Ultime della sera: “Hey Hey Rise Up”

Dalla musica dei Pink Floyd arriva l’invito al popolo ucraino a rialzarsi

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
08 Aprile 2022 18:45
Ultime della sera: “Hey Hey Rise Up”

Ultime della sera: “Hey Hey Rise Up”

Dalla musica dei Pink Floyd arriva l’invito al popolo ucraino a rialzarsi

La notizia del giorno è che i Pink Floyd hanno pubblicato nuova musica, con “Hey Hey, Rise Up” un singolo dedicato al popolo ucraino che rompe un silenzio di quasi 30 anni. Infatti l’ultima volta che abbiamo sentito del materiale inedito della band britannica è stato con l’album “The Division Bell” pubblicato il 28 marzo del 1994.

L’occasione per ritornare sulle scene almeno con un singolo è importante: la guerra in Ucraina, per la quale i Pink Floyd hanno preso una posizione netta eliminando gran parte della loro discografia dai cataloghi russi e bielorussi.

Hey Hey Rise Up nasce da un video postato sui social da Andriy Khlyvnyuk, artista ucraino e frontman della band Boombox. Andriy si trovava a Kiev, in Sofiyskaya Square, e nel video su Instagram ha cantato “Oh, The Red Viburnum In The Meadow”, canzone popolare ucraina nata durante la Prima Guerra Mondiale e ritornata in voga dallo scoppio della guerra della Russia.

I Pink Floyd hanno registrato la canzone e il video nel set di David Gilmour e sua nuora, Janina Pedan, che è ucraina e si è occupata della scenografia.

David Gilmour aveva già espresso il suo sostegno all’Ucraina dall’inizio dell’invasione, infatti all’inizio del mese di marzo aveva twittato: “Soldati russi, smettetela di uccidere i vostri fratelli. Non ci saranno vincitori in questa guerra. Mia nuora è ucraina e le mie nipoti vogliono visitare e conoscere il loro bellissimo paese. Smettila prima che sia tutto distrutto. Putin deve andare via”.

Ed il 30 marzo i Pink Floyd, con una formazione composta da David Gilmour alle chitarre, Nick Mason alla batteria, Guy Pratt al basso e Nitin Sawhney alle tastiere con alla voce, ovviamente, Andriy Khlyvnyuk che anche se non ha partecipato attivamente alle sessioni, hanno estrapolato l’audio dalla sua performance a cappella da Kiev e hanno accompagnato il suo canto con la loro musica.

Durante le fasi di registrazione, che si sono tenute nello stesso fienile in cui David Gilmour ha girato la serie Von Trapped Family nel periodo del lockdown, Andriy si trovava in ospedale con le ferite delle schegge di un proiettile, e David lo ha contattato per aggiornarlo sulle fasi di lavorazione. L’artista ucraino ha dato quindi la sua benedizione ed il risultato è stato una ballad nel pieno stile atmosferico dei Pink Floyd.

Ecco il messaggio di David Gilmour su questo lavoro:

“Spero riceva vasto supporto e visibilità. Vogliamo raccogliere fondi per beneficienza e alzare il morale. Vogliamo mostrare il nostro supporto per l’Ucraina e in questo modo dimostrare che gran parte del mondo pensa che sia totalmente sbagliato per un superpotere invadere il Paese democratico indipendente che l’Ucraina è diventata”.

Infatti i proventi del brano saranno devoluti all’Ukraine Humanitarian Relief Fund per la fornitura di aiuti umanitari alla popolazione.

L’artwork del brano mostrato in copertina di questo articolo è il dipinto del fiore nazionale dell’Ucraina, il girasole, creato dall’artista cubano Yosan Leon. La cover del singolo è un riferimento diretto alla donna che è stata vista dare semi di girasole ai soldati russi, dicendogli di portarli nelle loro tasche, in modo che poi una volta deceduti, i girasoli sarebbero cresciuti.

E per concludere ecco la traduzione di Hey Hey Rise up

Nel prato un rosso viburno si è piegato in basso

La nostra gloriosa Ucraina è stata turbata così

E prenderemo quel rosso viburno e lo solleveremo

E noi, la nostra gloriosa Ucraina, ehi – ehi, ci alzeremo – e gioiremo!

E prenderemo quel viburno rosso e lo solleveremo

E noi, la nostra gloriosa Ucraina, ehi – ehi, alzati e gioisci!

di Francesco SCIACCHITANO

La rubrica Le ultime della sera” è a cura della Redazione Amici di Penna.

Per contatti, suggerimenti, articoli e altro scrivete a: amicidipenna2020@gmail.com

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