Torna l’oligopolio nella Formazione, Messina (Ugl):“L’Ars si assume responsabilità per la sopravvivenza di enti e corsi”

“Auspico che si torni sulla questione per evitare che il settore della formazione professionale si fermi”

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
11 Gennaio 2024 17:29
Torna l’oligopolio nella Formazione, Messina (Ugl):“L’Ars si assume responsabilità per la sopravvivenza di enti e corsi”

L’assedio è - purtroppo - andato a segno: dopo tanti tentativi respinti e altrettanti allarmi lanciati, grazie al blitz in Finanziaria regionale, si riaffaccia l’oligopolio nel settore della Formazione, “con gravi e grandi responsabilità in capo ai deputati regionali che ne hanno votato il ritorno normativo”. Lo afferma il dirigente nazionale dell’Ugl, Giuseppe Messina, che entra nel dettaglio: “Con l’abrogazione dell’articolo 12 comma 2 bis della L. R. 23 del 2019, che ha eliminato il limite massimo di budget erogabile per ciascun ente formativo, il parlamento siciliano si è preso una grande responsabilità, ripristinando l’oligopolio nel settore della formazione professionale.

Con l’approvazione della legge finanziaria regionale è stato eliminato il tetto ai finanziamenti, con una probabile concentrazione nelle mani di pochissimi enti della maggior parte delle risorse poste a bando dalla Regione siciliana. Stupisce e preoccupa la norma introdotta - aggiunge Messina - che, oltre ad eliminare il limite, fissa degli standard troppo restrittivi rispetto al personale: regole che non convincono, peggiorando ancora di più il quadro che finisce per favorire chi ha voluto il ripristino del sistema oligopolistico nel settore della formazione professionale siciliano” Per il dirigente Ugl, “si sono fatti pericolosi passi indietro nel settore formativo anche rispetto al metodo utilizzato, dato che la norma introdotta non è frutto di un confronto con le parti sociali di categoria, ma di una forzatura notturna.

Auspico che si torni sulla questione per evitare che il settore della formazione professionale si fermi con danno diffuso ai circa cinquemila lavoratori e alle migliaia di allievi che si accingono alla riqualificazione”.

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