Ridha Naes, Imam della moschea di Mazara: “per il Corano siamo tutti fratelli, altra cosa il terrorismo ed il pregiudizio”

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
22 Settembre 2014 07:25
Ridha Naes, Imam della moschea di Mazara: “per il Corano siamo tutti fratelli, altra cosa il terrorismo ed il pregiudizio”

"Su di noi islamici prevalgono spesso dei pregiudizi a causa di vicende legate al terrorismo o a fatti di violenza che non hanno nulla che vedere con la religione; siamo tutti fratelli, è scritto pure sul Corano". A dichiararlo è Ridha Naes, secondo imam della moschea di Mazara del Vallo sita in via S. Francesco 13, si tratta di un piccolo edificio a due piani che da circa 20 anni è l'unico luogo di culto per la grande comunità araba residente in città e che al momento è anche soggetta a lavori di ristrutturazione.

Ridha Naes è un giovane tunisino di 33 anni (in foto n.1), una persona molto disponibile a parlare della sua vita e, purtroppo, delle sue difficoltà di coniugare la sua attività di maestro di preghiera con un lavoro che ad oggi non riesce a trovare. Ridha è nato a Madhia (citta gemellata con Mazara del Vallo in quanto origine di molti pescatori tunisini che lavorano su pescherecci mazaresi), ha condotto studi presso la scuola marittima del suo Paese e poi ha studiato in una scuola coranica, vive da 2 anni in Italia con regolare permesso di soggiorno; è sposato con due figli ma la sua famiglia vive a Madhia.

"Cerco quotidianamente –ha detto- un lavoro presso qualche impresa peschereccia ed anche in altre attività sempre legate al mare, ma mi chiedono sempre la stessa cosa e cioè di tagliarmi la barba, spiego loro che per il mio ruolo anche di imam non posso, la legge coranica non me lo consente. Eppure –ha spiegato Ridha Naes- ho studiato ed ho lavorato in questo settore; la mia è stata sempre una famiglia di pescatori, mio fratello morto in mare in un peschereccio tunisino affondato. Ho difficoltà a vivere, non posso mandare dei soldi alla mia famiglia in Tunisia, vivo grazie solo a degli aiuti che mi danno dei fratelli che vengono a pregare in moschea, ma è davvero poco".

Ridha Naes ammette l'esistenza di un pregiudizio diffuso nei confronti dei musulmani: "purtroppo viene spesso legata la figura di un musulmano ad un possibile terrorista, in questo periodo inoltre questo sentimento sembra diffuso a causa delle violenze commesse dall'esercito dell'Isis. Voglio ricordare che il Corano e la legge islamica vede tutti fratelli, cristiani e musulmani in particolare perché crediamo in un solo Dio".

Ridha Naes parla della necessità di creare un cimitero islamico a Mazara del Vallo, considerata la numerosa comunità immigrata dal Maghreb; la stessa proposta fu lanciata qualche anno fa dall'ex consigliere comunale aggiunto Mohammed Zitoun al sindaco Nicola Cristaldi. "Una città come Mazara –ha sottolineato Ridha Naes- dovrebbe creare spazi per la sepoltura con rito islamico; a Mazara del Vallo vi è ormai da decenni una nutrita comunità di religione musulmana rappresentata da tunisini, slavi, somali ed altre nazioni".

La richiesta dell'imam Naes appare alquanto legittima in quanto ormai vi è una terza generazione di figli di immigrati nati in città e che intendono esercitare un diritto di cittadinanza. Finora infatti, e da circa 40 anni, cioè da quanto iniziata l'ondata migratoria, le salme di immigrati tunisini sono rimpatriate a carico del governo di Tunisi.

L'obiettivo della tanto propagandata integrazione (di fatto ad oggi raggiunta solo nei pescherecci dove convivono lavoratori tunisini e mazaresi, nel territorio persiste ancora una "ghettizzazione") non è certo raggiungibile solo attraverso i cimiteri, tuttavia si tratta di un'importante dimostrazione di rispetto e di attenzione; per non parlare dell'attuale moschea per vent'anni un garage adibito a luogo di culto (vedi foto n.2).

La Costituzione Italiana, peraltro, prevede la libertà di culto: accogliere in un paese significa anche creare le condizioni perché chi arriva possa sentirsi, se non proprio a casa, quantomeno radicato e integrato aspetto fondamentale per rafforzare ancora di più il legame della comunità immigrata con il territorio.

Francesco Mezzapelle

22-09.2014 9,00

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