Presunta evasione accise gasolio, annullato obbligo di dimora per il mazarese Francesco Burzotta.

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
02 Febbraio 2018 10:27
Presunta evasione accise gasolio, annullato obbligo di dimora per il mazarese Francesco Burzotta.

Il Tribunale di Palermo, Sezione per il Riesame, il 30 gennaio scorso, in accoglimento all’istanza di riesame, proposta dall’avv. Walter Marino, ha annullato l’ordinanza emessa dal Gip di Palermo, dr. Turturici, con la quale era stata applicata nei confronti del 57enne mazarese Burzotta Francesco la misura dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria e di dimora nel Comune di residenza.

La vicenda era relativa al presunto tentativo di evasione delle accise nella quale coinvolto un peschereccio di Mazara del Vallo. (di copertina una foto di archivio del porto canale di Mazara del Vallo).   

Nella medesima ordinanza erano stato disposte nell’ambito di una più ampia operazione altre misure nei confronti di altri 43 indagati e provvedimenti di sequestro di distributori di carburanti. L’ordinanza del Gip si inquadra in un contesto di ampio respiro investigativo che ha consentito di disvelare un complesso meccanismo fraudolento di vastissime proporzioni finalizzato all’evasione fiscale.

In particolare Burzotta (che dopo la notifica dell’ordinanza del Tribunale di Palermo non è più sottoposto ad alcuna misura) insieme ai palermitani Cosimo Vernengo e Rosario Montagna, al barese Danilo Lazzarotto, e agli altri tre mazaresi Alberto Licatini, Antonino Tumminello e Battista Brignone (questi tre  non erano stati sottoposti a nessuna misura cautelare da parte del Gip), era stato indagato per una presunta vicenda di bunkeraggio relativa a 33.500 litri di gasolio per navi, esente come tale dal pagamento di accise, destinati invece ad uso autotrazione e pertanto ad uso diverso e soggetto alla predetta imposta.

In questa vicenda –come si legge dall’ordinanza del Gip- Vernengo, Lazzarotto e Montagna sarebbero stati promotori ed organizzatori della frode avendo reperito le risorse ed intrattenuto i contatti con i fornitori. Sarebbe stato Montagna ad assumere il ruolo di intermediario tra il fornitore del gasolio esente da accisa, gli autotrasportatori ed i due mazaresi Francesco Burzotta e Alberto Licatini (69 anni) che avrebbero avuto un ruolo attivo nel piano fraudolento.

Secondo gli investigatori gli stessi Burzotta e Licatini sarebbero stati i destinatari fittizi del prodotto, avrebbero procurato l’imbarcazione, un peschereccio mazarese, curato la parte amministrativa relativa alle autorizzazioni ed infine falsificato il registro delle provviste di bordo al fine di far risultare inferiore una giacenza di gasolio del motopesca rispetto a quella reale.

Come si legge nell'ordinanza del Gip, sarebbero poi stati Antonino Tumminello (44 anni), come direttore di macchina del peschereccio e Battista Brignone (45 anni) nella qualità di comandante, e responsabile del registro delle provviste di bordo, ad avere avuto il ruolo di esecutori materiali delle fittizie operazioni di bunkeraggio con lo stesso Brignone –secondo il Gip- ad aver indicato una giacenza sul registro delle provviste di bordo non corrispondente al vero. 

Francesco Mezzapelle

02-02-2018 11,00

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