"E' stata davvero una grande disgrazia: mio zio non era a casa perché era andato a fare la spesa. Dentro c'era mio cugino, ma probabilmente a causa del volume del televisore non ha sentito e non si è accorto di quanto stava accadendo davanti alla saracinesca del garage, che è nella parte attigua all'abitazione. Quando mio zio è tornato ha trovato sua moglie a terra con ferite che andavano dalla testa alla parte superiore del corpo. A terra c'era tanto sangue". E' il racconto all'Ansa da parte del nipote di Elina Licari (in foto), la donna sbranata nella serata di venerdì 21 marzo dal proprio cane a Petrosino, nella sua abitazione nei pressi dello stadio comunale, nella zona tra via Trapani e viale Mediterraneo. "Mio zio e mio cugino mi dicono che da tempo vedono tanti cani aggirarsi in questa zona, attirati anche dall'odore dai rifiuti, ma non era mai accaduto un fatto del genere. - continua l'uomo che non crede che ad aggredire la zia sia stato il cane di famiglia come ritengono gli inquirenti - In passato, ci sono state altre aggressioni, ma mai una cosa tanto grave.
Forse, mia zia si è trovata nel posto sbagliato nel momento sbagliato".
Secondo i primi accertamenti la vittima era andata in giardino a portare il cibo al cane quando è stata azzannata alla testa. Il figlio, che era in casa, ha sentito le urla della madre ed è corso fuori. La Licari era già gravissima. Sull'animale, che è stato posto sotto sequestro, verranno effettuate delle analisi per capire se le tracce di sangue trovate sul muso siano della padrona. La Procura di Marsala, diretta da Fernando Asaro, ha disposto l'autopsia sul cadavere. Sul caso è stato aperto un fascicolo di atti non costituenti reato. Nella vicenda non sarebbero coinvolti altri animali, come si era invece appreso in precedenza.