Nell’indifferenza circa il perché delle cose perdiamo il nostro futuro

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
20 Aprile 2014 10:15
Nell’indifferenza circa il perché delle cose perdiamo il nostro futuro

Lo scorso 31 marzo un nostro assiduo lettore, Giovanni Giambrone, ci informò della presenza di un grosso tronco, dalla forma abbastanza strana, adagiato sulla battigia della spiaggia di Tonnarella.

La sua scoperta fu resa ancor più meravigliosa, e se vogliamo anche inquietante, allorchè avvicinandosi all'arbusto vide che nel tronco vi erano attaccati migliaia di "percebes", pregiati crostacei originari delle scogliere rocciose della Galizia, del Portogallo e del Marocco, quindi dell'oceano Atlantico.

Dopo aver descritto la loro provenienza ed alcune leggende e credenze religiose legate a quei luoghi, ci eravamo chiesti come fosse stato possibile che un tronco di tali dimensioni abitato da questi pregiati crostacei fosse giunto sulla nostra costa al centro del Mediterraneo, varcando quelle che una volta erano considerate le "colonne d'Ercole", insomma un viaggio di centinaia di miglia. Avevamo ipotizzato la possibilità di un carico perso da un grosso natante.

Infine avevamo fantasticato sulla possibilità di un messaggio della natura volto ad indicare ai cittadini mazaresi che la ripresa e la "svolta" (precisiamo: nessun riferimento elettorale) potesse arrivare ancora una volta dal mare?

Insieme all'amico-lettore Giovanni Giambrone abbiamo notato che nei giorni successivi alla pubblicazione delle foto (vedi foto 2 scattata sempre da Giambrone) molti cittadini che transitavano in quel tratto di Tonnarella si fermavano ad ammirare quelle meraviglie offerte dal mare. Poi però, come spesso accadde per le novità, finita la prima fase di curiosità e stupore tutto di colpo si è affievolito. Nel frattempo quel luogo che sembrava fantastico è ritornato alla desolazione (foto 3).    

Non sappiamo se qualche ente di ricerca, legato al mare ed alle sue attività, abbia provveduto a rilevare qualche campione di quei crostacei, se abbia fatto delle fotografie per fornire una spiegazione circa la provenienza del tronco. Certamente questi enti di ricerca avranno cose ben più importanti da studiare, immagino alcuni studi sulle specie ittiche, immagino la progettazione del "peschereccio del futuro" (se ne parla da anni, ma quale futuro, mi chiedo, visto che il presente prospetta scenari ben diversi per la pesca mediterranea ormai in mano a tunisini ed egiziani?), quindi difficile pensare ad un interessamento sulla vicenda; difficile pensare, qualora questo interessamento fosse in verità avvenuto, ad un'informazione sulle possibili cause dell'arrivo del tronco con quei crostacei atlantici, rimarrà tutto archiviato nei laboratori.

Al di là del caso specifico, non vorremmo, come spesso invece accade, che le ricerche di alcuni enti rimangano fine a se stesse, senza applicazioni sul concreto, ma soltanto legate all'orizzonte temporale del progetto finanziato.

In questo scenario triste, vedi ad esempio la foto 1 del "prima" e "dopo" (anche qui nessun riferimento politico) relativa al momento della scoperta ed all'attuale stato (i percebes erano meravigliosamente aperti, vivi e belli, adesso sono chiusi, morti ed orrendi), dove la rete ingoia tutto ad altissima velocità, è venuto meno il desiderio di conoscere il perché delle cose, la capacità di immaginazione, avviene anche una sorta di perdita della memoria, sia quella personale che storica. 

Subiamo il presente e lasciamo, e lo preferiamo, che siano gli altri a dettare la nostra agenda di un futuro che sempre più non ci appartiene e spesso foriero di brutte sorprese.

Buona Pasqua a voi lettori

Francesco Mezzapelle 

20-04-2014 12,00

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