Messina (UGL): La pesca d'altura siciliana a un passo dalla definitiva chiusura

Le mancanze dell’UE. “Il Governo italiano rivendichi la propria sovranità marittima per evitare sequestri di motopesca"

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
09 Febbraio 2023 12:39
Messina (UGL): La pesca d'altura siciliana a un passo dalla definitiva chiusura

Pubblichiamo una ampia riflessione inviatoci dal segretario UGL Sicilia, il mazarese Giuseppe Messina, a seguito del tentato sequestro lo scorso 3 febbraio di tre pescherecci di Mazara del Vallo, “Pegaso Sb”, “Giacomo Gancitano” e “Twenty Three”, e uno iscritto a Pozzallo, il “Vincenzo Ruta”, avvenuto nella mattinata di venerdì scorso, da parte di una motovedetta militare libica (una di quelle donate dall’Italia per il contrasto dell’immigrazione clandestina) a 80 miglia nord da Tripoli e scongiurato solo grazie all’intervento di un elicottero della nave militare italiana “San Marco”. Ecco quanto ci scrive Messina

La pandemia prima, la crisi energetica conseguente allo scoppio della guerra russo-ucraina dopo, sommate all’instabilità dei mercati di sbocco, alla concorrenza spietata del prodotto ittico di provenienza estera e la riduzione delle giornate di pesca per volontà comunitaria hanno messo in ginocchio la pesca d’altura, infliggendo un colpo quasi mortale. Una riflessione sullo stato del settore della pesca che non può prescindere dal drammatico aspetto sociale ed umano. Alle criticità elencate si aggiunge la paura, sfociata oramai da tempo in psicosi per il possibile attacco piratesco in alto mare che si collega al dramma della prigionia.

Non si vive più a Mazara del Vallo, capitale, ancora per poco, della pesca d’altura mediterranea, non solo i pescatori e le loro famiglie ma tutta la comunità cristiana e musulmana è sotto shock. Il tentato sequestro sferrato venerdì scorso dai miliziani libici a danno di quattro imbarcazioni da pesca ad 82 miglia dalle coste del paese magrebino, è l’ultimo fatto di cronaca di un lunghissimo elenco di azioni militari perpetrate a danno della marineria siciliana in oltre settant’anni di ininterrotta “Guerra del Pesce”. 

Messina pertanto sottolinea: "Certamente, non può passare da questo clima di terrore il rilancio della pesca siciliana, settore primario e strategico per la nostra amata Isola e per la nazione intera in termini occupazionali e di Pil. Ed allora non servono ricette stellate, basta una dose di buona volontà e soprattutto consapevolezza in chi è a capo della catena istituzionale di comando. Rivendicare la sovranità marittima è un atto dovuto, lo si deve alla storia, alla tradizione, al carattere identitario, alla innata capacità imprenditoriale dei pescatori siciliani.

Valori, costruiti in secoli di attività di pesca nel Mediterraneo, quel “Mare Nostrum” che l'Italia non può permettersi di perdere, a cui la Sicilia non può rinunciare e che vanno difesi e tutelati ad ogni costo. Non servono ricette stellate dicevamo, serve invece che governo nazionale, all'interno dei dossier aperti con Libia, Algeria e Tunisia, possa inserire il tema della pesca e delle criticità intorno ai rapporti con i paesi frontalieri per affrontare la questione, una volta per tutte, in termini risolutivi.

Partendo dal rivendicare la propria sovranità marittima attraverso la negoziazione dei confini in mare, partendo dallo strumento della Zona Economica Esclusiva oltre il limite esterno del mare territoriale, introdotta con legge 14 giugno 2022, n. 91." 

Il Segretario regionale dell'UGL lancia un appello alle istituzioni nazionali ed europee: "Al governo Meloni chiediamo anche di farsi carico di avviare una interlocuzione con i vertici dell'Unione Europea per far sì che venga totalmente cambiata l'impostazione e la filosofia della politica comune della pesca nel mar Mediterraneo, a tutela della pesca d'altura e per garantire continuità alla pesca artigianale, che sono storia e identità italiane da secoli.

La recente dichiarazione del presidente del Consiglio Giorgia Meloni, di rivendicare il ruolo strategico di ‘Hub energetico d'Europa’, grazie agli importanti accordi siglati con Algeria e Libia, operando per riposizionare il nostro paese al centro delle politiche nel Mediterraneo, ci da speranza per una inversione di rotta e la tanto agognata ripresa del dialogo sul tema della pesca, della sovranità marittima, delle misure di conservazione delle risorse ittiche e del processo di cooperazione e pace, fondamentali per mettere la parola fine allo stillicidio dei sequestri.

Serve una visione ed un approccio corretto per trovare una intesa sulla delimitazione dello specchio acqueo all'interno del quale debbono essere individuate regole precise di accesso e conservazione delle specie ittiche, perché non si può contrastare il sovra sfruttamento di alcune specie bersaglio e commercialmente redditizie se non ci si ferma tutti. Non ha alcun senso, non ha alcun valore ciò che l'Unione Europea continui imperterrita, da trent'anni a questa parte, ad obbligare le imbarcazioni d'altura siciliane allo stop alla pesca per larga parte dell’anno, con il limite di sole 100 giornate lavorate, quando le flotte tunisina, libica, algerina egiziana, marocchina continuano tutto l'anno a pescare con imbarcazioni moderne ed innovative.

I governi magrebini continuano a finanziare nuove costruzioni di imbarcazioni da pesca agevolando le imprese locali anche dal punto di vista fiscale che finiscono con l’incidere pesantemente sullo sforzo di pesca nel Mediterraneo, mentre l'Unione Europea continua a parlare soltanto ed esclusivamente di demolizione danneggiando anche quel poco che è rimasto di capacità di impresa, di capacità imprenditoriale locale, mettendo a repentaglio anche la vita dei lavoratori costretti a operare nel canale di Sicilia in alto mare con imbarcazioni vetuste e sempre meno sicure.

Non è più ricevibile la politica dell'Unione Europea che è diretta solo a vietare le nuove costruzioni, ad impedire l’ammodernamento degli scafi esistenti. Serve un sussulto, la politica deve farsi ascoltare ai massimi livelli nazionali e comunitari. A tutto ciò noi diciamo basta, occorre cambiare rotta, ed il governo dell’identità e del “Made in Italy” ha le caratteristiche, anche culturali, per intestarsi la battaglia legata alla salvezza ed al rilancio della pesca d’altura settore della pesca, settore primario così importante e strategico per l'economia siciliana e per la tutela del carattere identitario nazionale”.

Francesco Mezzapelle

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