Ci sarebbe una “questione di soldi” alla base della mancata ripresa dei lavori di dragaggio del porto canale di Mazara del Vallo. Lo ha confidato lo stesso sindaco Salvatore Quinci al collega Salvatore Giacalone che qualche giorno fa ha pubblicato la notizia sul Giornale di Sicilia. “E’ un ritardo inspiegabile mi voglio incontrare con il presidente della Regione Schifani per raccontare cosa sta accadendo per il dragaggio del porto canale di Mazara”. Questo è quanto aggiunto dal primo cittadino mazarese abbastanza amareggiato.
Il 14 dicembre di un anno fa finalmente, dopo dieci anni di attesa e promesse, erano iniziati i lavori con la pulizia degli argini con un mezzo meccanico da terra (vedi foto di copertina) con i fanghi prelevati e trasportati con un camion presso alcune vasche dislocate nella cosiddetta "colmata B"; successivamente si aspettava la sorbona per l’escavazione della parte centrale del fiume. I lavori però sono fermi da ben 9 mesi, senza alcuna ragione apparente. Sarebbe in corso una perizia di variante che riguarderebbe alcuni aspetti tecnici.
“Ma ci vogliono mesi per farla? – osserva il sindaco- l’impresa deve tenere fede al contratto sottoscritto”. Il progetto, che si proponeva di prevenire e mitigare i rischi da dissesto idrogeologico, sarebbe dovuto partire il 31 marzo del 2017, ma l’inizio dei lavori è stato più volte posticipato nell’arco degli ultimi sei anni. L’Ufficio del Commissario per il Rischio Idrogeologico, che è la stazione appaltante dei lavori, dopo mesi sena guida a seguito delle vicende giudiziarie del dott.
Maurizio Croce, è stato affidato da Presidente della Regione Schifani ad un nuovo commissario contro il dissesto idrogeologico, Salvo Lizzio, attuale dirigente generale del dipartimento regionale delle Infrastrutture e della Mobilità. Per il dragaggio del porto canale di Mazara il direttore dei lavori è Pietro Viviano. Sta a lui controllare, nell’interesse della stazione appaltante, che l’impresa esegui correttamente le operazioni. L'investimento complessivo, dopo le perizie di variante, che già sono state sottoposte all’ingegnere Viviano è di circa 2milioni 700mila euro. L'importo netto dei lavori è di 1milione 152.079,55 al netto del ribasso d'asta del 34,3717% (932.864,70 euro), compreso costo della mano d'opera (214.214,85 euro) e oneri per la sicurezza (5.000 euro) non soggetti a ribasso.
L’appalto – dopo la rescissione del contratto con il primo aggiudicatario e la rinuncia della ditta arrivata seconda – è stato affidato alla Ares, società di Gioiosa Marea. Per la mancata ripresa dei lavori sembra che ci sia di mezzo una questione di soldi, nel senso che l’impresa Ares avrebbe già incassato due dei tre acconti pattuiti, ma manca il saldo che vorrebbe incassare subito per riprendere i lavori. L’ingegnere Viviano non è di questo parere e ha invitato l’impresa a completare il dragaggio con l’arrivo della “sorbona”, la grande draga che dovrebbe escavare la parte centrale del fiume e sarebbe dovuta arrivare già a metà febbraio di quest’anno.