Mazara, San Nicolò Regale e mosaici romani danneggiati. Cosa fanno la Soprintendenza BB.CC. ed il Comune?

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
19 Settembre 2014 07:51
Mazara, San Nicolò Regale e mosaici romani danneggiati. Cosa fanno la Soprintendenza BB.CC. ed il  Comune?

In occasione della Giornata FAI di Primavera, tenutasi lo scorso 22 marzo in piazza della Repubblica, il coordinamento della sezione mazarese del FAI mostrò interesse per la nostra proposta di avviare un'iniziativa per il recupero per la sua fruizione al pubblico del complesso archeologico di San Nicolò Regale e soprattutto dei suoi mosaici romani sottostanti il cui degrado ed abbandono è stato più volte da noi denunciato.

La redazione di www.primapaginamazara.it ringraziò per l'interessamento attraverso un'iniziativa avente il fine di riconsegnare a tutta la cittadinanza un importante sito archeologico dimenticato negli ultimi decenni dalle autorità competenti ed istituzionali. Ci eravamo però ripromessi di seguire la vicenda e, purtroppo, abbiamo constatato il silenzio di tutti gli organi competenti.

Ma come è possibile che una simile meraviglia, una domus romana, sottostante ad una struttura normanna, con tanto di mosaici vengano tenuti chiusi in questo stato di totale abbandono? Per quale motivo la chiesa, per la quale risulta una cogestione Comune-Diocesi, è chiusa al pubblico? Si tratta certamente di uno dei più belli siti archeologici siciliani ma la cui vista purtroppo è negata perché tutto chiuso (vedi foto 1).

Più volte la nostra redazione ha denunciato lo stato di grande abbandono e degrado in cui sia la Chiesa di San Nicolò Regale che i mosaici romani sottostanti. I mosaici, fra i quali spicca la raffigurazione di un cervo saettante, appartenenti ad una "domus romana", risalente al III sec. d.C., sono da anni chiusi al pubblico. Sono chiusi in un autentico "scantinato" creato sotto la terrazza della struttura di San Nicolò Regale. La loro vista è occultata ai turisti anche dalla polvere accumulata sulla vetrata che circonda il perimetro della parte sottostante alla terrazza che si affaccia sul porto canale. Rimuovendo con un fazzolettino la polvere, è facile scorgere lo scempio: calcinacci crollati dal soffitto, abbastanza logorato dall'umidità, accumulati sul pavimento dei preziosi mosaici.

Da quasi due anni una transenna nega a cittadini e turisti l'ingresso alla piccola chiesa di San Nicolò Regale. Costruita nella prima metà del XII secolo rappresenta uno dei gioielli dell'arte arabo-normanna in Sicilia; di questo stile vi sono soltanto altri due esempi in Sicilia: la chiesa di S.Cataldo a Palermo e quella della SS.Trinità di Delia a Castelvetrano. La chiusura della chiesetta, peraltro quasi mai aperta alla libera fruizione pubblica, è avvenuta a causa della presenza di infiltrazioni d'acqua sullo spiazzale-veranda, dove vi è l'ingresso della chiesa, è che costituisce il tetto, a rischio crollo, dei locali sottostanti alla chiesa dove sono conservati i mosaici di età romana (III-V sec.

d.C) ritrovati nel 1933. Le incrostazioni per le cattive condizioni ambientali dell'area, circondata da una vetrata, dove custoditi i mosaici, hanno provocato scrostature del solaio, l'ossidazione dei pilastrini di ferro e la recente caduta di calcinacci sul prezioso pavimento (vedi foto n.2). Tale rischio fu in verità sollevato nel 2010 dal presidente di "Salvalarte-Sicilia", Gianfranco Zanna, nel corso di una tappa a Mazara. In quell'occasione Zanna effettuò un sopralluogo in presenza del sindaco Nicola Cristaldi, della dott.ssa Rossella Giglio e dell'arch.

Gaspare Bianco, entrambi della soprintendenza Beni Culturali di Trapani, e del responsabile di Legambiente Mazara, Franco Sferlazzo. Così il Sindaco decise di affidare all'Ufficio tecnico comunale la redazione di un progetto che prevedesse la rimozione del tetto veranda e l'usufruizione dei mosaici ai visitatori.

Il progetto, secondo le indicazioni delal Soprintendenza ai Beni Culturali di Trapani, prevede: l'eliminazione per tre quarti della in modo da consentire l'ingresso alla Chiesa, sarà mantenuta la vetrata esterna che circondano i mosaici, previsto un ponticello per consentire di osservare da sopra i mosaici sottostanti; inoltre è previsto un sistema per una copertura e per il drenaggio dell'acqua piovana. La cifra per la realizzazione del progetto si aggira complessivamente sui 100mila euro, 82mila per i lavori ed il resto quali somme a disposizione dell'Amministrazione per eventuali interventi.

Considerato che la competenza sul sito archeologico, per conto della Regione, è della Soprintendenza ai Beni Culturali di Trapani, questa mattina abbiamo contattato la sua responsabile, cioè la dott.ssa Paola Misuraca, che ha ammesso di non aver seguito direttamente la questione però si ricordava dell'esistenza di un progetto dell'Amministrazione Cristaldi; la stessa ha mostrato sorpresa circa la notizia dei calcinacci sui mosaici: "quei mosaici sono chiusi al pubblico da almeno 8 anni.

Nei prossimi giorni –assicurò- prenderò in mano nuovamente le carte per verificare e vedere come intervenire. Vi è un progetto del Comune, presentato già da tempo, ed era stato analizzato dall'Unità Beni Archeologici e Beni Architettonici i quali avevano espresso dei pareri e prescritto degli adeguamenti, aspettiamo di ricevere il nuovo progetto dal Comune. Comunque nei prossimi giorni sarò priorità alla questione, anzi grazie per il Vostro interessamento".

Ripetiamo, L'avvio di questi lavori e la conseguente apertura al pubblico del sito archeologico rappresenterebbe una bella vittoria per la città, tutta intera. Pensiamo al volano economico, ed all'indotto, che il sito potrebbe mettere in moto, ovviamente qualora fosse ben pubblicizzato. La riqualificazione del centro storico risulterebbe un progetto completato a meno di metà senza la riapertura dell'importante sito archeologico in questione divenuto un vero esempio di "cattedrale nel deserto", un deserto che è soprattutto culturale quello che attanaglia la città in questi ultimi decenni.

Francesco Mezzapelle

19-06-2014 9,30

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