Mazara, San Nicolò Regale e mosaici in abbandono e degrado. Così presentati alla Fondazione Federico II il 26 novembre?

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
19 Novembre 2014 15:51
Mazara, San Nicolò Regale e mosaici in abbandono e degrado. Così presentati alla Fondazione Federico II il 26 novembre?

Questa mattina è pervenuta una nota dal Comune che annunciava la prima tappa a Mazara del Vallo del percorso arabo-normanno "In cammino con la storia" della Fondazione Federico II. Il programma prevede il 26 novembre visite nella chiesa di San Nicolò Regale; dalle ore 9 alle 13 l'apertura del sito con visite didattiche riservate alle scuole.

Alle ore 17 al Teatro Garibaldi si terrà una conferenza sulla presenza arabo-normanna in Sicilia. L'incontro sarà aperto dal saluto del sindaco Nicola Cristaldi e vedrà gli interventi del direttore generale della Fondazione Federico II, on. Francesco Forgione, e del prof. Tonino Cusumano dell'Istituto Euro Arabo di Studi Superiori. Gli interventi della conferenza saranno affidati al prof. Danilo Di Maria ed al prof. Giovanni Travagliato.

Nella nota si legge "L'itinerario prenderà il via da Mazara del Vallo il 26 novembre ed in particolare dalla Chiesa di San Nicolò Regale, vero e proprio gioiello dell'architettura arabo-normanna". E' vero si tratta di un "gioiello" purtroppo chiuso ed in stato di abbandono e degrado ormai da anni, stessa cosa vale per i mosaici della domus romana sottostante (vedio foto 1).

La nostra redazione ha posto numerose volte l'attenzione sulla questione. I mosaici, fra i quali spicca la raffigurazione di un cervo saettante, appartenenti ad una "domus romana", risalente al III sec. d.C., sono da anni chiusi al pubblico. Sono chiusi in un autentico "scantinato" creato sotto la terrazza della struttura di San Nicolò Regale. La loro vista è occultata ai turisti anche dalla polvere accumulata sulla vetrata che circonda il perimetro della parte sottostante alla terrazza che si affaccia sul porto canale (vedi foto n.2).

Rimuovendo con un fazzolettino la polvere, è facile scorgere lo scempio: calcinacci crollati dal soffitto, abbastanza logorato dall'umidità, accumulati sul pavimento dei preziosi mosaici.Da due anni una transenna nega a cittadini e turisti l'ingresso alla piccola chiesa di San Nicolò Regale. Costruita nella prima metà del XII secolo rappresenta uno dei gioielli dell'arte arabo-normanna in Sicilia; di questo stile vi sono soltanto altri due esempi in Sicilia: la chiesa di S.Cataldo a Palermo e quella della SS.Trinità di Delia a Castelvetrano.

La chiusura della chiesetta, peraltro quasi mai aperta alla libera fruizione pubblica, è avvenuta a causa della presenza di infiltrazioni d'acqua sullo spiazzale-veranda dove vi è l'ingresso della chiesa, è che costituisce il tetto, a rischio crollo (vedi foto n.1), dei locali sottostanti alla chiesa dove sono conservati i mosaici di età romana (III-V sec. d.C) ritrovati nel 1933. Le incrostazioni per le cattive condizioni ambientali dell'area, circondata da una vetrata, dove custoditi i mosaici, hanno provocato scrostature del solaio, l'ossidazione dei pilastrini di ferro e la recente caduta di calcinacci sul prezioso pavimento. Sarà messa in sicurezza per consentire l'entrata nella chiesetta di San Nicolò Regale il 26 novembre.  

Il rischio di crollo del tetto della veranda di San Nicolò Regale fu sollevato già nel 2010 dal presidente di "Salvalarte-Sicilia", Gianfranco Zanna, nel corso di una tappa a Mazara. In quell'occasione Zanna effettuò un sopralluogo in presenza del sindaco Nicola Cristaldi, della dott.ssa Rossella Giglio e dell'arch. Gaspare Bianco, entrambi della soprintendenza Beni Culturali di Trapani, e del responsabile di Legambiente Mazara, Franco Sferlazzo.

Così il sindaco Nicola Cristaldi decise di affidare all'Ufficio tecnico comunale la redazione di un progetto che prevedesse la rimozione del tetto veranda e l'usufruizione dei mosaici ai visitatori. Il progetto, secondo le indicazioni della Soprintendenza ai Beni Culturali di Trapani, prevede l'eliminazione per tre quarti della in modo da consentire l'ingresso alla Chiesa, sarà mantenuta la vetrata esterna che circondano i mosaici, previsto un ponticello per consentire di osservare da sopra i mosaici sottostanti; inoltre è previsto un sistema per una copertura e per il drenaggio dell'acqua piovana.

La cifra per la realizzazione del progetto si aggira complessivamente sui 100mila euro, 82mila per i lavori ed il resto quali somme a disposizione dell'Amministrazione per eventuali interventi. Purtroppo finora abbiamo constatato il silenzio di tutti gli organi competenti.

Ma come è possibile che una simile meraviglia, una domus romana, sottostante ad una struttura normanna, con tanto di mosaici sono chiusi in questo stato di totale abbandono? Per quale motivo la chiesa, per la quale risulta una cogestione Comune-Diocesi, è chiusa al pubblico? Si tratta certamente di uno dei più belli siti archeologici siciliani ma la cui vista purtroppo è negata perché tutto chiuso.

L'iniziativa del 26 novembre potrebbe costituire un'importante svolta se, a parte le analisi storiche ed architettoniche di eminenti professori e politici su un passato, si pervenisse al risultato concreto di riaprire e magari avviare lavori di manutenzione dell'intero sito archeologico e perchè no anche dell'Arco Normanno, vero simbolo della città ed in grande stato di degrato (neanche preso in considerazione dall'evento del 26 novembre); si spera magari in una pulizia del sito di San Nicolò Regale prima dell'arrivo degli ospiti.

Pertanto confidiamo finalmente in un intervento energico sulla vicenda da parte del sindaco Nicola Cristaldi che da promotore, nel 1996 quando era presidente dell'Ars, della stessa Fondazione Federico II, possa mettere di fronte alle proprie responsabilità le autorità competenti che negli ultimi anni sono state assenti e permettere così la riconsegna a tutta la cittadinanza di un importante sito archeologico dimenticato. Perdere questa importante occasione determinerebbe una concreta complicità.

Forse se il sito di San Nicolò Regale ed i mosaici fossero stati aperti e ben custoditi quegli stessi turisti che lo scorso 1 novembre sono andati via dopo aver visto il Museo del Satiro chiuso per disinfestazione, sarebbero rimasti in Città ancora per qualche ora e magari avrebbero pranzato in un ristorante cittadino ed acquistato qualche souvenir, chissà...

Francesco Mezzapelle

19-11-2014 16,30

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