Mazara Due e la sua storia

Continua il nostro racconto con il quartiere di Mazara Due

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
12 Aprile 2021 17:24
Mazara Due e la sua storia

Dopo una breve pausa data dalle festività pasquali riprendiamo la nostra analisi della città di Mazara del Vallo con la nostra rubrica delle “Cronache dei Quartieri”.

Nelle recenti descrizioni abbiamo iniziato dalla periferia prendendo in esame il quartiere di Borgata Costiera, ci siamo spostati successivamente a Miragliano per poi andare verso il centro nel famoso quartiere della Madonna del Paradiso. Ritorniamo oggi ad andare in periferia nel quartiere di Mazara Due esaminando appunto la sua storia, la sua fondazione e le sue radici. Successivamente nelle prossime giornate invece ci dedicheremo con un video reportage che abbiamo realizzato, all'esame della situazione attuale del quartiere.

Mazara Due, a nord della città, a circa 3 km dal centro storico nutre la presenza di numerose palazzine di alloggi popolari. Mazara Due, ove risiedono circa 1.500 abitanti, è il più grande patrimonio immobiliare di case popolari di proprietà di un Comune nella Provincia di Trapani.Tutto nacque il 7 giugno 1981 (a cui è dedicato il principale viale del quartiere) con il terremoto che colpì la nostra città e distrusse molte abitazioni. Dopo circa un mese dal terremoto, finalmente il 28 luglio 1981 il Consiglio dei Ministri approvò un decreto convertito nella legge n.536 che stanziava 80 miliardi, poi portati a 104, delle vecchie lire.

Inoltre per venire incontro a quanti subirono danni irreparabili alle loro case, soprattutto nel vecchio centro storico mazarese, furono stanziati 24 miliardi per la costruzioni di nuovi alloggi popolari in grado di ospitare più di 3.000 persone; l’allora Giunta Dc del sindaco Nicolò Vella , individuò un’area periferica estesa circa 100.000 mq. Sorse così “Mazara Due”. Grande e memorabile fu la cerimonia popolare di avvio della costruzione nell’allora zona deserta e rocciosa con la posa delle fondamenta della prima pietra e pergamena ricordo a firma del Sindaco avv.

Vella e del Vescovo Mons. Trapani. L’assegnazione degli alloggi decisa nei requisiti di legge da Commissione Speciale Comunale presieduta dal Pretore di Mazara, con il canone di affitto agevolato gli alloggi consegnati alle famiglie, che erano ospitati nella grande roulottopoli di via Potenza o in case di città con affitto corrisposto dal Comune, tutte famiglie che erano state costrette ad abbandonare i loro alloggi distrutti o danneggiati dal terribile terremoto.Dopo alcuni anni nel quartiere si verificò l’onda abusiva degli alloggi lasciati vuoti da famiglie emigrate al nord o all’estero o ritornate ad abitare nel centro città.Il Comune non pose rimedio e contrasto, anzi continuò nella poca attenzione al nuovo e popoloso quartiere.

Ne è testimonianza l’abolizione dell’ufficio Case nel 2006 che curava la manutenzione degli alloggi ed il recupero degli affitti non pagati. Nel quartiere oltre ad una serie di palazzine, con i soldi stanziati dal consiglio dei ministri, essendo che comunque bisognava dare ai nuovi residenti tutta l'abitabilità di un quartiere, fu costruita anche una chiesa parrocchiale oggi intitolata a “Sant'Antonio da Padova” insieme ad un campetto di calcio, una stazione dei Carabinieri, una scuola elementare, un alloggio con suore educatrici, un mercato con porticato insieme a dei vani da dedicare ad alcuni uffici comunali. Insomma un quartiere a tutti gli effetti che se fosse oggi per come era stato concepito, sarebbe un fiore all'occhiello della città invece, purtroppo, vista la distanza dal centro città la politica sembra aver abbandonato quel quartiere che essendo fuori controllo oggi si trova allo sbando più totale con al suo interno però tanta gente che vorrebbe essere considerata e messa al centro dell'attenzione proprio come tutti gli altri cittadini di Mazara del Vallo.

Nei prossimi giorni continueremo la nostra rubrica come al nostro solito esaminando il quartiere nella sua realtà e su come potrebbe diventare nel futuro. Roberto Marrone

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