Mazara del Vallo, quando il navigatore ti manda "all’inferno"...

Alcuni cartelli non ben collocati rendono difficile l'accesso in auto nel centro storico

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
06 Settembre 2025 10:00
Mazara del Vallo, quando il navigatore ti manda

"Giro di notte con le anime perse...", canta Piero Pelù con i Litfiba nello storico brano "El Diablo", ma per incontrare le anime perse non è necessario aspettare il calar del sole: basta farsi un giro di giorno nel centro storico di Mazara del Vallo. Io, per esempio, le incontro mediamente nel primo pomeriggio. Le anime perse, in questo caso, sono i turisti. Più precisamente: turisti motorizzati che si sono avventurati (o meglio: smarriti) tra i vicoli del centro con le loro auto, convinti, chissà come, che sarebbe stata una buona idea.

Li vedi aggirarsi spaesati, lo sguardo impaurito e il navigatore in tilt, come Dante senza Virgilio, alla ricerca disperata di una via d’uscita da questo inferno urbano, verso il paradiso: una strada larga abbastanza da non sfregiare paraurti e dignità. L’ultimo "dannato" che ho incontrato guidava una Volkswagen Taigo. Cercava le Poste Centrali ma, evidentemente, non si era accorto di aver imboccato il girone sbagliato. Piccola parentesi tecnica: la Taigo è larga 199,5 cm con gli specchietti aperti.

Tradotto: 2,5 millimetri per lato, 5 millimetri sotto il limite massimo per accedere al centro storico. Se si chiudono, si guadagna qualcosa (la larghezza dell'auto si riduce a 175,7 cm), ma resta comunque una manovra se non da guidatori esperti quantomeno pratici o da equilibristi. In teoria , ci passano. In pratica no. Quando li intercetto, la mia prima domanda è sempre la stessa: "Ma lei qui come c’è arrivato? Non ha visto il cartello che indica la larghezza massima consentita?" Risposta invariabile: "No". Eppure quei segnali ci sono.

Sono grandi, chiari, inequivocabili. Non ricordo un solo accesso al centro storico dove manchino. Mi sono fatto raccontare il percorso dal turista spaesato, e lì ho capito dove stava "l’inghippo" che lo ha trascinato in questa odissea automobilistica. Per chi, come lui, entra in Corso Umberto I da Piazza Matteotti, fa il breve tratto in via Tenente Gaspare Romano e poi, con grande coraggio o incoscienza, gira subito a sinistra in via Sant’Antoninello, il cartello che avvisa della larghezza massima di due metri…c’è.

Ma notarlo è un’altra storia. Sta lì, appeso a sinistra (vedi foto a sx, quella a destra successivo incrocio con via Settevanelle), su un muro all’inizio della strada, come un messaggio nascosto e riservato solo agli occhi più attenti. Bisogna proprio volerlo notare. Quindi sì, c’è un problema. Non so se di segnaletica, di attenzione o di navigatore. Sta di fatto che continuo a incontrare turisti con lo sguardo perso che mi chiedono: "Ma secondo lei da qui ci passo?" oppure "Come faccio ad uscire da questo labirinto?". E io, ogni volta, penso che una copia della Divina Commedia in auto non sarebbe poi così fuori luogo.

Pasubio Giovinezza

Ti piacciono i nostri articoli?

Non perderti le notizie più importanti. Ricevi una mail alle 19.00 con tutte le notizie del giorno iscrivendoti alla nostra rassegna via email.

In evidenza