Oggi, 1° settembre 2024, sono passati 20 anni, 7305 giorni, da quando Denise Pipitone è scomparsa da Mazara del Vallo. Un tempo lunghissimo che non ha permesso alla sua famiglia di vederla crescere e raggiungere le tappe importanti della sua vita. La scomparsa di Denis ha segnato per sempre l'animo dell'intera comunità mazarese. La made, Piera Maggio, non si arrende e continua a lottare per la verità. Erano circa le ore 11.45 del 1 settembre del 2004 quando la bambina, intenta a giocare sotto l'occhio vigile della nonna, seguì il cugino che passava di lì.
In un attimo, svoltato l'angolo di via Domenico La Bruna, di lei si perse ogni traccia. La madre, Piera Maggio, stava frequentando un corso di informatica e venne informata della scomparsa della figlia alle ore 12:30 circa. La notizia si diffuse rapidamente tramite i media locali e nazionali. Le ipotesi investigative sul caso suggerirono un possibile rapimento, con un passaggio di staffetta tra diversi soggetti, ancora ignoti, che avrebbe avuto l'obiettivo di far perdere le tracce della piccola. Le ricerche iniziarono subito, ma furono infruttuosi e non portarono a risultati significativi per oltre un mese. Le indagini si concentrarono fin da subito sull'ambiente familiare e su alcune figure chiave.
Tra queste, spiccano i nomi di Jessica Pulizzi, figlia del padre biologico di Denise, del fidanzato Gaspare Ghaleb e della madre di Jessica, Anna Corona. I cani molecolari rilevarono la presenza di tracce riconducibili a Denise nei pressi dell'abitazione della sorella di Ghaleb, alimentando ulteriormente i sospetti. Secondo gli inquirenti, il movente del rapimento di Denise sarebbe stato la vendetta e la gelosia di Jessica Pulizzi. Insieme alla madre Anna Corona e all'ex fidanzato Gaspare Ghaleb, avrebbe organizzato il sequestro. Diverse segnalazioni di avvistamenti di Denise seguirono la sua scomparsa.
Uno di questi avvenne il 18 ottobre 2004, quando a Milano una guardia giurata, Felice Grieco, notò una bambina molto somigliante a Denise in compagnia di un gruppo di zingari. Grieco cercò di avvicinarsi al gruppo e filmò la bambina, la quale veniva chiamata “Danas”. Il filmato mostrò un graffio sulla guancia della bambina, un segno distintivo che Denise aveva al momento della scomparsa. Nel dicembre del 2004, il magnate svizzero Behgjet Pacolli, noto esperto di risoluzioni di crisi internazionali, si offrì di collaborare alle ricerche di Denise Pipitone.
Pacolli, coinvolto in precedenza in delicate missioni di rilascio di ostaggi, propose un piano: contattare direttamente i rapitori tramite annunci sui principali quotidiani nazionali. L'idea era quella di attirare i sequestratori e facilitare così il ritrovamento della bambina. Pacolli tentò di stabilire un contatto con i rapitori, ma la situazione si complicò quando le autorità furono informate del contatto, portando a un misterioso ritiro di Pacolli dalla vicenda. Altri avvistamenti, compresi alcuni nel 2008 e nel 2021, non portarono a risultati concretamente utili.
Nel 2008, un'infermiera identificò una bambina somigliante a Denise in Grecia, ma i test del DNA esclusero qualsiasi legame. Nel gennaio 2021, un fatto nuovo si presentò quando una ragazza russa, Olesya Rostova, affermò di essere stata rapita da bambina, ma anche in questo caso le verifiche esclusero ogni correlazione con Denise. Negli anni, le indagini hanno mantenuto un focus sull'ambito familiare allargato di Denise, mentre la pista gitana è stata considerata un'ipotesi ricorrente senza mai giungere a conclusioni definitive.
Il 3 maggio 2021, la procura di Marsala riaprì ufficialmente il caso e, il 27 dello stesso mese, alcuni deputati del Partito Democratico richiesero una commissione d'inchiesta parlamentare per investigare eventuali depistaggi e anomalie nelle indagini svolte. Tuttavia, nonostante il rinnovato interesse, il 20 dicembre 2021 il giudice per le indagini preliminari di Marsala archiviò nuovamente il caso, lasciando la famiglia e la comunità in un triste limbo di incertezze. "Dopo vent'anni dal sequestro di nostra figlia, non abbiamo nulla da aggiungere più di quanto non abbiamo già detto in tutti questi anni.
- Scrive Piera Maggio in un post sulla sua pagina facebook- Nel giorno della triste ricorrenza si rinnova più forte il nostro dolore misto alla rabbia per l'insuccesso nel ritrovamento di Denise e per la mancata giustizia! Questo caso è una delle vergogne italiane: il fallimento assoluto dei poveri d'animo e di senso umano. Non smetteremo mai di chiedere giustizia e verità. Come non dimenticheremo le cattiverie subite: non tutti hanno una coscienza. Al contrario, sentiamo di dover ringraziare i nostri legali, tutti i professionisti che si sono avvicendati negli anni, tutti coloro che ci sono ancora oggi vicini e sperano insieme a noi di sapere dov'è la nostra Denise, diventata figlia di tutta Italia.
Siamo convinti che prima o poi i colpevoli pagheranno per il male procurato, sia una pena terrena che divina.Denise, ovunque tu sia, mamma e papà non smetteranno mai di cercarti e di sperare nel tuo ritorno fino a prova contraria.I minori scomparsi vanno cercati, non dimenticati!" Lo scorso anno, in occasione del compleanno di Denise, l'artista Fabio Ingrassia aveva realizzato un murales in suo onore ma purtroppo l'opera è stata vandalizzata suscitando in tantissime persone indignazione.
Auspichiamo, ancora una volta, che l'artista possa ripristinare il murales così che il volto di Denise e la sua storia possano essere visti e ricordati da tutti i cittadini mazaresi e da tutte quelle persone che decidono di venire a visitare la Città. La scomparsa di Denise è una ferita aperta che non può essere dimenticata.