E' stato presentato al Senato della Repubblica un atto ispettivo indirizzato al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gian Luca Galletti, riguardante il malfunzionamento del depuratore comunale di Mazara del Vallo.
A presentarlo è stato il sen. Vincenzo Santangelo e firmato da altri senatori di M5S: Martelli, Vacciano , Mangili, Puglia, Buccarella, Moronese, Marton, Donno, Paglini, Cappelletti, Lezzi, Castaldi, Serra. L'atto in questione scaturisce da quanto emerso durante la seduta di Consiglio comunale aperto che si è svolta il 27 ottobre a Mazara del Vallo proprio sul depuratore in C/da Bocca Arena.
Ecco cosa si legge nell'atti ispettivo: "Premesso che:il trattamento delle acque reflue urbane è normato dalla direttiva comunitaria 91/271/CEE del 21 maggio 1991 e, ad oggi, l'Italia, non essendo ancora in regola con questa importante normativa, ha subito 2 condanne da parte dell'Unione europea (la più recente è la sentenza della Corte di giustizia del 19 luglio 2012);
essendo risultati inadempienti nei confronti della direttiva, sono stati condannati molti comuni delle regioni Sicilia, Calabria, Campania, Puglia, Abruzzo, Lazio, Friuli e Liguria. Le condanne riguardano la mancanza di fognature per le acque reflue urbane, il trattamento depurativo non conforme e/o sono riferite a impianti che non sono progettati in modo da garantire prestazioni sufficienti nelle normali condizioni climatiche locali e affinché la progettazione degli impianti tenga conto delle variazioni stagionali di carico antropico, ad esempio con l'afflusso turistico;
la mancata depurazione delle acque reflue, della messa a norma e della manutenzione dei depuratori, dove presenti, sono tra le principali cause che hanno determinato quei ritardi ventennali in circa novecento comuni italiani che mettono l'Italia all'attenzione della giustizia europea;
soltanto in Sicilia sono stati condannati dalla Corte di Giustizia europea 57 comuni in quanto non hanno adeguato il proprio sistema depurativo; tra questi il Comune di Mazara del Vallo, una città della provincia di Trapani che conta circa 70.000 abitanti su di un territorio di 276 chilometri quadrati dove, dopo oltre vent'anni, soltanto il 13 marzo 2014 è stato inaugurato un impianto di depurazione sito in contrada Bocca Arena;
il suddetto depuratore è ubicato in una zona sopraelevata, e situata a poca distanza dal mare, dove giungeranno le acque depurate attraverso il cosiddetto "pennellone". Oltre all'impianto di Bocca Arena, nei pressi di un'area denominata "Mazara 2" è presente l'impianto di Cartubuleo, una struttura molto piccola che serve circa 3.000 abitanti;
la messa in funzione del depuratore di contrada Bocca Arena, congiuntamente ai lavori per la sistemazione delle fognature comunali, doveva consentire di risolvere in maniera definitiva i problemi legati al sistema fognario cittadino;la conduttura fognaria posta alle spalle di un rifornimento di carburanti davanti ad un albergo, è probabilmente la causa del fenomeno delle acque rosse che spesso si verifica ed è visibile davanti al lungomare Mazzini nell'area della futura "spiaggia in città";
Considerato che: il Comune di Mazara del Vallo ha ottenuto, con delibera di Giunta n. 1379 dell'11 settembre 2014, da parte dell'Assessorato regionale dell'energia e dei servizi di pubblica utilità - Dipartimento regionale dell'acqua e dei rifiuti, ai sensi e per gli effetti dell'art.40 della legge regionale 15 maggio 1986, n. 27 e dell'art. n. 124 del decreto legislativo del 3 aprile 2006, n. 152 e loro successive modificazioni "l'autorizzazione allo scarico, mediante condotta sottomarina di allontanamento con recapito finale nelle acque del Mar Tirreno, delle acque reflue urbane depurate in uscita dall'impianto di depurazione ubicato in C.da Bocca Arena";
Detta autorizzazione è vincolata e subordinata all'ottemperanza delle prescrizioni di cui all'art. 2 della citata delibera di Giunta n. 1379 dell'Assessorato regionale dell'energia e dei servizi di pubblica utilità;l'autorizzazione allo scarico è finalizzata ad accertare l'idoneità del corpo recettore ad assorbire il carico inquinante prodotto dai cicli di depurazione mantenendo la propria capacità auto depurativa e nel contempo a raggiungere un buono stato delle acque superficiali così come previsto dall'allegato 5 alla direttiva 2000/60/CEE del Parlamento europeo;il provvedimento autorizzativo, da non intendersi come autorizzazione all'esercizio dell'impianto di depurazione, è diretto a rendere vincolanti i limiti di accettabilità individuati nello stesso e, conseguentemente, nei casi in cui la qualità dell'effluente scaricato nel corpo ricettore non sia conforme ai limiti autorizzati, il gestore dell'impianto sarà soggetto alle sanzioni di cui al titolo V, della parte III del decreto legislativo n.
152 del 2006;
Considerato inoltre che: le gravi carenze del sistema di depurazione della Sicilia sono state confermate nel 2012 dal dato Istat che pone la Regione al primo posto in Italia per l'insufficienza depurativa. I dati dimostrano che con il 47,3 per cento di adeguata copertura le carenze del sistema non solo danneggiano ambiente e salute, ma comportano per il nostro Paese il pagamento di sanzioni che inevitabilmente ricadono sui cittadini;
I cittadini mazaresi, come riportato dagli organi di stampa locale, da tempo lamentano numerose anomalie degli scarichi a mare e nel fiume Mazaro, probabilmente addebitabili ad un mal funzionamento della rete fognaria;presupposto essenziale per il rilascio dell'autorizzazione allo scarico delle acque reflue è che l'impianto sia stato ultimato e collaudato secondo le previsioni del Programma attuativo della rete fognante nonché sia agibile per lo svolgimento dei controlli;A parere degli interroganti accertarsi del corretto funzionamento dell'impianto fognario e di depurazione è doveroso nei confronti dei cittadini in primis ed è necessario nel rispetto della salute pubblica e dell'ambiente. A tal proposito lo scorso 27 ottobre 2014, presso il Consiglio comunale di Mazara del Vallo, si è svolta una seduta aperta del Consiglio comunale con la partecipazione della cittadinanza,
Si chiede di sapere: se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti; se non ritenga, nell'ambito delle proprie competenze, di dover verificare con l'amministrazione coinvolta se il citato depuratore sia stato messo in funzione dopo regolare collaudo e verifica dei parametri prescritti dalle normative vigenti, in particolare dalla direttiva 2000/60/CEE del Parlamento europeo, e nel rispetto del "principio di precauzione", al fine di salvaguardare l'area dall'inquinamento delle falde acquifere e dall'inquinamento del mare con le conseguenti ripercussioni sul turismo, e soprattutto, per la salute dei cittadini.
Comunicato stampa
31-10-2014 16,00
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