Piantonati da militari nel porto di Ras al Hilal per tutta la notte ed in snervante attesa di comunicazioni i 13 membri dei due equipaggi dei pescherecci mazaresi “Matteo Mazzarino” e “Afrodite Pesca”. I due motopesca nella serata del 9 ottobre erano stati fermati da una motovedetta libica a circa 30 miglia da Derna e costretti a seguito di colpi di mitra a seguire l’ordine di raggiungere scortati il porto di Ras al Hilal. Lo dice Gaspare Asaro, uno degli armatori del motopesca "Matteo Mazzarino" ha così raccontato: “Appena l'equipaggio ha sentito gli spari ha alzato le mani senza opporre alcuna resistenza”.
L'equipaggio composto da sette uomini, compreso il comandante Alberto Figuccia, si trova a bordo dell'imbarcazione all'interno del porto di Ras Al Hilal “e sono piantonati da un gruppo di persone in divisa, non so se militari o miliziani”, aggiunge Asaro. Stesse condizioni anche per i sei membri dell'equipaggio dell'Afrodite Pesca (in foto n.2). Il "Matteo Mazzarino" si trovava in mare dallo scorso 20 settembre. Dopo una lunga permanenza nel mar Egeo aveva raggiunto da appena 24 ore la zona in cui è avvenuto il sequestro.
L'ancoraggio da parte delle motovedette libiche è avvenuto a 29 miglia dalle coste di Derna, all'interno della Zee (Zona Economica Esclusiva) definita dal Governo libico nel 2005 ma non riconosciuta dagli altri Paesi. La zona prevede l'estensione delle acque territoriali libiche sino a 62 miglia anziché le 12 miglia riconosciute. “Al momento degli spari – continua Asaro - il nostro peschereccio si trovava distante dall'altro, che invece ha subito alcuni danni”. I militari libici sono saliti a bordo delle due imbarcazioni sequestrando telefoni cellulari e alcuni documenti.
“Ci dicono che si tratta di controlli di routine – aggiunge – ma non abbiamo avuto alcun contatto con le istituzioni che però sappiamo impegnate nella risoluzione. Di certo allo stato attuale non ci è stata comunicata nessun ammenda da pagare”. La vicenda è seguita dalla Farnesina e direttamente dal Presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci. Ore di apprensione a Mazara del Vallo da parte dei familiari dei due equipaggi entrambi composti da mazaresi e immigrati tunisini ma ormai residenti in Città da alcuni decenni.
Si tratta di un nuovo capitolo della annosa “guerra del pesce” nel Canale di Sicilia che però questa volta assume connotati di particolare gravità alla luce degli accordi tra Italia e Libia e a pochi giorni della Conferenza sulla Libia in programma a Palermo il 12 e 13 novembre. Ma chi governa a Derna dalla quale dipende l’Autorità militare di Ras al Hilal? Derna è stata fino a giugno scorso l’ultima roccaforte dei ribelli islamisti nell’Est della Libia prima che l’esercito nazionale libico del generale Khalifa Haftar la conquistasse.
La città, 130 mila abitanti, era passata sotto il controllo di gruppi islamici sin dal febbraio del 2011, poi è passata sotto l’Isis, e infine sotto il Consiglio della Shura, una coalizione vicina ad Al-Qaeda. Con la conquista di Derna, Haftar, appoggiato da Egitto ed Emirati arabi, ha ora il controllo totale della Cirenaica, oltre che della Mezzaluna del petrolio, riconquistata a fine giugno, e parti della Tripolitania e del Fezzan. L’esercito nazionale libico di Haftar unisce ex ufficiali e soldati di Muammar Gheddafi con altri miliziani fedeli al generale e alla sua tribù, che ha radici sia nell’Est che nell’Ovest libico.
È la maggior forza militare emersa dopo la frantumazione della Libia nel 2011 ed è appoggiata dall’ex governo libico fuggito nel 2014 a Tobruk. Il governo legittimo di Fayez al-Serraj, con sede a Tripoli, può contare invece su una pletora di milizie islamiche e no molto divise fra di loro che non costituiscono un vero esercito. Non vorremmo però che la vicenda dei due motopesca sia legata alla influenza che il Governo Francese guidato da Emmanuel Macron esercita ad oggi sulla Libia avendo sostituito di fatto l’Italia come primo paese partner del nascituro Governo Libico.
Ricordiamo che a Parigi si era già tenuta nei mesi scorsi la conferenza internazionale sulla Libia voluta fortemente da Macron. L’obiettivo era quello di giungere il prima possibile alle elezioni legislative e presidenziali. E dall’Eliseo hanno confermato che la data dovrebbe essere il 10 dicembre. Il condizionale è d’obbligo. Ma l’impegno di tutti, in particolare di Macron, sembra essere motivo di speranza. I leader libici presenti a Parigi si erano impegnati a tenere le elezioni. “Ci impegniamo a lavorare in modo costruttivo con l’Onu per organizzare elezioni credibili e pacifiche” e per “rispettare i loro risultati”.
La dichiarazione d’intenti era stata resa in maniera congiunta del presidente del Governo di accordo nazionale Fayez al-Sarraj, del maresciallo Khalifa Haftar, del presidente della Camera Aguila Salah, e del presidente del Consiglio di stato Khaled al-Mechri. Con questo summit la Francia si è di nuovo assunto il ruolo di guida della Libia, dopo l’incontro fra Haftar e Sarraj sempre all’Eliseo. Di fatto si è imposta la leadership francese su un Paese in cui era l’Italia, prima della guerra, ad avere un ruolo preponderante.
E’ forse azzardato pensare che il fermo dei due pescherecci mazaresi sia finalizzato a disincentivare l’Italia e gli operatori italiani ad avvicinarsi alla Libia? Probabilmente il problema vero non è lo sconfinamento dei due pescherecci nella ZEE libica bensì l’innalzamento della posta da parte delle Autorità Libiche nel fare pressioni sul Governo Italiano in merito ad alcune richieste nel campo della sicurezza marittima e nel settore dell’energia e delle infrastrutture, settori nei quali operano alcuni importanti colossi industriali italiani.
Adesso ancor più ci si aspetta un intervento diretto del Ministro degli Interni, Matteo Salvini, che nei giorni scorsi aveva affermato la necessità di avviare una collaborazione in campo marittimo con le Autorità libiche per frenare l’arrivo in Italia di migranti partenti dalle coste libiche. Con tutta franchezza, non sarebbe la prima volta che i pescatori di Mazara del Vallo "paghino" sulla propria pelle, in termini economici e psicologici, le questioni geopolitiche che agitano il Nordafrica, ed in particolare la Libia, e gli interessi nell’area delle lobby economiche che governano i due Paesi europei che hanno maggiormente interessi sulla Libia, cioè Italia e Francia.
Francesco Mezzapelle