Isola di Pantelleria: un parco al femminile

La direttrice Sonia Anelli ospite al programma Geo di Rai3

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
05 Febbraio 2024 10:30
Isola di Pantelleria: un parco al femminile

Sonia Anelli, una delle poche donne a dirigere un Parco Nazionale (in Italia sono solo quattro), è stata ospite del programma Geo di Rai3. Durante l’intervista ha raccontare le attività che sta portando avanti con Parco in questi primi due anni di sua direzione.

Il Parco Nazionale di Isola Pantelleria copre l’80% del suo territorio e ha un’estensione di circa 6mila e 500 ettari. Essere direttrice di un Parco Nazionale come questo “è un’esperienza molto interessante. Pantelleria è uno degli ultimi Parchi Nazionali nati. Il primo Parco Nazionale in Sicilia. È quindi tutto da costruire. Una sfida molto importante”. Inizia con queste parole Sonia Anelli e continua raccontando alcune delle cose fatte in questi anni, tra le più importanti la costruzione di uno staff di professionisti.

Ha poi parlato della “vocazione di Pantelleria” che è “un’isola in cui l’uomo ha modellato il paesaggio”, “un misto di mare e terra in cui la terra la fa da padrona. … Un’isola modellata dal lavoro degli agricoltori, un lavoro pesante e manutentore del paesaggio. Quello che abbiamo fatto come Parco è stato riprendere tutta la parte dei sentieri che erano poi le vecchie mulattiere utilizzate dagli agricoltori per raggiungere i terrazzamenti. 120 km di sentieri con cui promuoviamo il Parco anche al di fuori del classico periodo stagionale turistico estivo. E penso che questa sia proprio la forza del Parco”.

Ha parlato poi di competenze. Quelle di direttrice è “un lavoro a 360 gradi”, “un lavoro multitasking molto impegnativo” in cui servono “competenze tecniche, di gestione e conservazione della natura e del territorio e un po’ di pianificazione amministrativa”. Essendo un ente pubblico va infatti gestita la parte burocratica, che deve seguire la normativa. Serve anche “competenza di comunicazione, di gestione di rapporto con il pubblico: sapere ascoltare, sapere dialogare”.

Molti altri sono gli argomenti affrontati nell’intervista. Ad esempio l’atavico problema dell’“insularità”, il rapporto tra cittadini ed Ente Parco, il ruolo dello stesso, la questione della destagionalizzazione del turismo, la promozione di territorio ed eventi tutto l’anno.

A Pantelleria i servizi ci sono più o meno tutti. Non sono ovviamente così ricchi come sulla terraferma”. Quello dell’insularità “è un problema che si sente molto quando facciamo i lavori perché non riusciamo a trovare tutte quelle maestranze che invece si riescono a trovare sulla terraferma e in molti casi i costi sono maggiori che in qualsiasi altra parte della terraferma” dice l’Anelli.

Pantelleria è un’isola difficile, non toccata dal turismo di massa, cosa questa che permette di preservarla da tanti punti di vista. Ma è sentito anche forte il bisogno di farla vivere fuori dalla stagione estiva. Questo è un altro degli obiettivi del Parco. “Da quando c’è il Parco c’è stato un exploit soprattutto a ottobre” sottolinea la direttrice. “Stiamo cercando di promuovere gli eventi fuori dalla stagione turistica, come settembre e ottobre, oppure a maggio proprio per ampliare l’offerta”.

Poi il rapporto con gli isolani. “Ci siamo conosciuti a vicenda. Ho impostato il rapporto proprio con l’ascolto perché penso sia molto importante ascoltare la comunità locale per capire in che modo progettare e potere intervenire. E io penso che ci siamo piaciuti. A me sono piaciuti molto. È un popolo orgoglioso, di grandi lavoratori che non si spaventano di fronte a nulla”.

Il Parco oggi unisce, non separa. Un tempo i Parchi erano vissuti come limitazioni dalle popolazioni locali invece oggi si sa che sono una risorsa” sottolinea Sveva Sagramola. Ma è davvero così? “C’è ancora molto lavoro da fare” dice Sonia Anelli, “nel senso che le persone che sono a favore sono di più rispetto a quelle che non lo sono, rispetto a quello che era una volta. Anche perché penso che il ruolo del Parco si sia evoluto nel corso dei tempi. Non è più pura conservazione tout court ma è anche un modo per mettere insieme la cultura, la tradizione con la natura, agricoltura-natura-cultura e promozione del territorio”.

Giuliana Raffaelli

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