È notizia di pochi giorni fa il ritrovamento di 27 monete d’argento di epoca romana nell’Acropoli di San Marco e Santa Teresa a Pantelleria. Monete perfettamente databili tra 97 e il 74 a.C. Nello stesso sito e nello stesso punto dove 10 anni fa l’equipe del professore Thomas Schäfer, che dal 2000 dirige lo scavo, aveva già trovato 107 monete romane d’argento. Un sito archeologico che continua a sorprendere e regalare tesori, quindi, dopo che l’anno scorso è stato riportato alla luce il Comizio, luogo nel quale si riunivano i decurioni per decidere le sorti della città. Su questa nuova scoperta abbiamo intervistato il professore Schäfer, oggi professore emerito dell’Università di Tübingen.
Buongiorno Professore, ci racconti la scoperta.
"Quest’anno, per puro caso, facendo pulizia nel sito, è uscita una nuova moneta nello stesso punto in cui dieci anni fa erano state trovate le prime 107. A questo punto abbiamo dovuto pulire per vedere se ce n’erano altre. Infatti è stato così. Ne sono uscite altre 26. In perfetto stato di conservazione, tutte in argento, e delle stesse annate di quelle di dieci anni fa, cioè dal 97 al 74 a.C. Un periodo molto preciso. Fanno quindi parte tutte dello stesso tesoretto. Tesoro non più di 107 ma di 134 monete".
La datazione è importante perché dà informazioni storiche precise.
"Esattamente. Questo è importante sia per le monete stesse ma anche per le circostanze, perché proprio in questi anni, negli anni 70 a.C., c’era la guerra tra lo Stato Romano e i Pirati del Mediterraneo. E il Senato aveva dato l’impegno a Gneo Pompeo Magno di pulire il Mediterraneo dai Pirati. Ci immaginiamo così che il Pantesco abbia visto da lontano avvicinarsi le navi dei Pirati e abbia quindi subito nascosto il tesoro senza poi chissà perché, andare a riprenderlo".
C’è qualche simbolo speciale impresso?
"Le monete romane cambiano ogni anno secondo l’ufficiale che conia. Sono quindi perfettamente databili perché sulle monete si leggono i nomi dei responsabili del conio. Una moneta, ad esempio, molto bella è quella con la lupa romana con scritto sopra Roma. Un’altra moneta riporta i serpenti e la Dea Diana, il Sileno con un sacco sulla spalla, spirito della danza della spremitura dell’uva, un carro trionfale, un cane che corre, un grifone".
Dove si trovano ora le monete?
"Le abbiamo consegnate al Comando della Polizia Municipale di Pantelleria che le custodirà fino a quando saranno prese in consegna dalla Soprintendenza o dal Parco Archeologico. Sempre in attesa che, un giorno, questi e tutti gli altri reperti possano trovare una degna sede museale in cui essere esposti qui sull’isola. Non ci dispiacerebbe una sede dedicata all’esposizione dei reperti e funzionale alle visite del pubblico oltre a quella dell’Aeroporto che, meno male che c’è, ma che è un po’ triste"
Perché sono così importanti questi scavi?
"Gli scavi di Pantelleria sono molto importanti e meritano più attenzione. Anche la ceramica più povera che è stata qui ritrovata è importante perché ci fa capire il commercio attivo sull’isola nel preciso periodo storico. In un’isola apparentemente isolata come Pantelleria sono state ritrovate ceramiche che vengono da tutto il Mediterraneo, dall’Anatolia alla Bretagna. Sono pochi i luoghi in cui si trova una varietà così grande come Pantelleria, naturalmente grazie alla sua posizione geografica e militare".
Giuliana Raffaelli