Favorire l’incontro e il dialogo tra persone di tradizioni culturali diverse ed aiutarle a comprendersi e a collaborare in modo costruttivo. E’ questo il fine dell’Associazione “Intercultura” che ha permesso a delle famiglie mazaresi di potere ospitare dei giovani studenti provenienti da altri Paesi. E’ il caso delle famiglie Di Maria/Hopps e Foderà/Tumbiolo che da alcuni giorni ospitano due studentesse provenienti dall’estremo oriente, una è thailandese e l’altra cinese, di Hong Kong.
Così raccontano le rispettive esperienze Maricò Hopps e Maurizio Foderà. (in foto l'accoglienza delle due famiglie all'arrivo all'Aeroporto delle rispettive "figlie")
Maurizio Foderà: “siamo venuti a contatto con Intercultura attraverso la scuola che frequenta nostra figlia Flora, ossia il Liceo Linguistico di Mazara. L'anno scorso ci è stato proposto di ospitare per un pò di mesi una studentessa straniera e dopo una riflessione in famiglia abbiamo deciso di accettare. Li per lì non ti nascondo che non avevo ben compreso la portata del progetto. Infatti Intercultura va aldilà di un mero scambio linguistico a scopo didattico, investendo, invece, in toto le famiglie in uno scambio interculturale a 360°.
Quindi quest'anno, in veste di famiglia ospitante, abbiamo accolto a casa nostra Victoria da Hong Kong.La nostra famiglia devo dire che sta rispondendo abbastanza bene a questa nuova presenza in famiglia, che ci piace chiamare ‘figlia’, e che veniamo ricambiati con ‘mamma’, ‘papà’ e ‘sorella’ senza problema. Abbiamo anche un bel rapporto online (attraverso un gruppo chiuso su FB) con la famiglia di Victoria e continuamente condividiamo le ns e loro esperienze finalizzate ad uno scambio culturale molto piacevole.
Victoria sta frequentando il IV Liceo Linguistico di Mazara e sta cercando di inserirsi a scuola con molta buona volontà e curiosità”.
Maricò Hopps: “Il nostro approccio a Intercultura è stato praticamente identico a quello della Famiglia Foderà. Anche a noi è stato proposto di diventare famiglia ospitante e dopo una riflessione a casa si è deciso di accettare. L'idea di vivere per nove mesi con una adolescente proveniente da una realtà completamente diversa ci entusiasmava e in qualche maniera spaventava un pò. Poi , riflettendo, abbiamo capito che se una ragazzina di 16 anni aveva trovato il coraggio di affrontare un esperienza del genere, perchè mai non avremmo dovuto farlo anche noi ? Ed ecco qua che dopo una piccolissima trafila burocratica, ci viene consegnato il fascicolo della nostra nuova figlia.
‘Figlia’ per nove mesi ma che in realtà , dopo un esperienza del genere, resterà figlia per tutta la vita: Doungnapat Thiansukont, thailandese, 16 anni a Novembre. Nascono i primi contatti grazie ai social network, poi lo scambio dei numeri telefonici, una mail della madre che mi ringrazia e lei che, chiamandomi mamma, mi chiede di chiamarla J. Penso che abbia capito che avrei avuto grandi difficoltà nel pronunciare il suo nome. In realtà, mi spiega successivamente, gli adolescenti Thailandesi adorano usare dei soprannomi .
Devo essere sincera all’inizio abbiamo avuto pochi contatti con la famiglia Thai, molto più frequentemente con J. Questo, ci è stato spiegato durante un corso di formazione, può essere legato alla loro cultura. Si, perché AFS Intercultura ti dà gli strumenti preparatori all’intera esperienza. Provvede infatti all’invio di materiale che consentirà alla famiglia di essere pronti per questa esperienza. L’incontro tra culture diverse necessita obbligatoriamente di almeno una infarinatura.
Ed ecco che ai ragazzi che partiranno per esempio verrà spiegato che in Italia si è soliti baciare e abbracciare; a noi è stato invece spiegato che, generalmente, gli orientali non amano il contatto fisico. Generalmente, si. In realtà J ci ha subito abbracciati; al suo arrivo in aeroporto ci ha individuati e si è immediatamente avvicinata a braccia aperte. E’ stato emozionante l’arrivo suo e di un’altra ventina di giovani all’aeroporto di Palermo.
Vedere all’apertura dell’area ritiro bagagli tanti ragazzi con il mondo nel cuore e la curiosità nello sguardo: americani, messicani, cinesi, giapponesi, thailandesi, canadesi, russi. Tutti con la loro maglietta gialla, simbolo di Intercultura, ognuno alla ricerca del proprio ‘papà’, della propria ‘mamma’, ‘sorella’ o ‘fratello’ italiano finora conosciuti per foto o immagine di profilo. La cosa che più mi ha affascinato è stato notare come i giovanissimi vedano in questo viaggio un’opportunità di crescita e di come invece gli adulti vi si approccino forse un pò troppo spaventati .
Me lo ha dimostrato il suo inserimento nella comunità. I compagni di scuola e gli amici di Nicole, mia figlia, non hanno mai posto alcuna domanda. Diversamente quasi tutti gli adulti che hanno saputo di questa nuova figlia, ci hanno subito domandato: perché?. E la mia famiglia ha sempre dato un'unica risposta: Il perché stà nella voglia di conoscere. E Intercultura è uno splendido strumento di conoscenza”.
L'attività di “Intercultura” (che è presente in 152 città italiane ed in 65 Paesi di tutti i continenti, attraverso la sua affiliazione all’AFS Intercultural Programs e all’EFIL. Ha statuto consultivo all'UNESCO e al Consiglio d'Europa e collabora ad alcuni progetti dell’Unione Europea. Ha rapporti con i nostri Ministeri degli Affari Esteri dell’ dell’Istruzione, Università e Ricerca) a Mazara del Vallo è gestita da una sezione locale che in meno di due anni di vita (http://www.intercultura.it/centro-locale/mazara-del-vallo/ ) ha svolto un grande lavoro di promozione delle finalità che caratterizzano Intercultura ed è riuscita a portare a termine anche bellissime settimane di scambio.
“Intercultura –spiega la prof.ssa Paola Scontrino presidente del Centro Locale “Intercultura” di Mazara del Vallo- propone esperienze interculturali guidate, i volontari del Centro Locale sono i mediatori interculturali che favoriscono il percorso di apprendimento di studenti, famiglie, insegnanti ed altri soggetti coinvolti. I volontari di Intercultura seguono i programmi di accoglienza con un quadro di riferimento comune che sanno adottare con intelligenza e flessibilità alle singole situazioni. Nessun altro lavoro è più vicino al cuore e agli scopi della nostra Associazione”.
Francesco Mezzapelle
26-09-2016 14,30
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