Riceviamo e pubblichiamo una riflessione, che condividiamo in pieno, del caro collega Ettore Bruno, addetto stampa del Comune di Mazara del Vallo, in merito ad alcuni fatti spiacevoli avvenuti negli ultimi giorni in Città ed in particolare sull'offensiva scritta (ne abbiamo dato notizia stamattina in un nostro articolo) nei confronti della categoria dei giornalisti che campeggia da diversi giorni all'ingresso degli spogliatoi dello stadio "Nino Vaccara" di Mazara del Vallo. Ecco quanto scritto da Ettore Bruno:
"La scritta “giornalista terrorista” comparsa nel muro dello stadio Nino Vaccara, ma anche la rottura di uno dei nuovi arredi collocati in corso Umberto I, l’incuria ed il vandalismo che porta a rompere ed a degradare non di rado arredi, vasi, ceramiche e, in ultimo, anche parti del presepe collocato nella piazza della Repubblica sono segni di una inciviltà e dell’assenza di amore per il proprio territorio e per la propria comunità che un'agguerrita minoranza continua a perpetrare.
Con la scritta “Giornalista Terrorista” comparsa allo stadio (che l’assessore ai Servizi alla Città Michele Reina ha assicurato che entro la giornata di oggi verrà rimossa) c’è qualcosa di più. Inutile sottolineare che si tratta di una scritta ignobile, offensiva che mira a colpire e screditare una categoria oggi sotto attacco. Un tempo i giornalisti davano fastidio al potere di turno. Sono centinaia i giornalisti che nel mondo ed anche in Italia purtroppo hanno pagato con la vita il loro impegno per la verità e contro il malaffare.
Oggi i giornalisti danno fastidio anche a quella parte di persone, se pur minoritaria, che non accetta nessun tipo di intermediazione, che si innamora di tesi complottiste e negazioniste di cui si fagocita in rete senza controllo. La fake news diventa verità assoluta e guai se qualcuno, ad esempio un giornalista, basandosi su fatti e dati smentisce clamorosamente quella fake news che viene invece difesa ad oltranza da chi, con condivisioni e false conferme di comodo, prova a spacciarla per verità.
L’intermediazione del giornalista, che ha il ruolo fondamentale di raccontare i fatti, dopo averli controllati affinché l’opinione pubblica, pur nelle diversità, sia almeno basata su riscontri, diventa un nemico da abbattere. Ed allora, quella scritta nel muro dello stadio, forse opera di qualche ragazzino frustato, è però anche frutto di questo clima acuito dalla pandemia. Di questa contrapposizione tra no vax e negazionisti da un lato e chi come la stragrande maggioranza delle persone e dei giornalisti basandosi su fatti ed evidenze scientifiche dice e scrive che il vaccino è l’unica arma per combattere quello che dovrebbe essere il nemico comune: il virus.
In mezzo a questa contrapposizione che non dovrebbe esistere c’è una parte di persone che hanno dubbi anche legittimi, paura, ma che non hanno nulla a che spartire con il mondo negazionista che oggi riguarda il virus ieri la forma della Terra domani chissà cosa. Quindi altro che “giornalisti terroristi”, i giornalisti da quelli di fama nazionale a quelli che consumano ancora la suola delle scarpe per ricercare notizie in periferia sono ancora la colonna portante della nostra democrazia".