Inaugurata la nuova chiatta. Restano relitti ed altri disastri nel porto canale

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
09 Giugno 2013 15:30
Inaugurata la nuova chiatta. Restano relitti ed altri disastri nel porto canale

Sabato 8 giugno la nuova chiatta ha solcato per la prima volta il fiume Mazaro. Da piazzetta dello Scalo la zattera, con a bordo l'intera amministrazione comunale, ha raggiunto la sponda opposta del fiume Mazaro. In attesa dell'aggiudicazione definitiva del servizio, a garantire il

collegamento per tre mesi al costo di 4.500 euro mensili sarà la Nautical Service snc di Mazara di Patti Orazio & C, che è la stessa ditta costruttrice del mezzo, realizzato con la spesa di 100mila euro in compartecipazione finanziaria dal Comune e dalla Provincia. Il servizio di trasporto sarà gratuito per i passeggeri e si svolgerà nelle 8 ore giornaliere per sei giorni la settimana (escluso il lunedì). Con circa 10 tonnellate di stazza lorda ed un'ampiezza di 6 metri per 6, la chiatta sarà in grado di trasportare da una sponda all'altra del fiume, ogni 15 minuti, 12 persone per volta e mezzi leggeri come bici.

L'inaugurazione del servizio, a distanza di un anno dal varo della stessa chiatta, è avvenuta con una cerimonia in pompa magna, con tanto di gruppo musicale folkloristico, organizzata dall'Amministrazione comunale e che ha visto la partecipazione di circa trecento persone fra dirigenti, funzionari del Comune, gran parte dell'entourage del sindaco Nicola Cristaldi e cittadini accorsi per curiosità, far i quali molti anziani nostalgici che hanno ricordato la vecchia chiatta che dopo diversi devenni venne abbandonata agli inizi degli anni '70.

Purtroppo a pagare il prezzo della manifestazione sono stati come sempre i cittadini, vedi il traffico in tilt per due ore a seguito della chiusura al traffico dell'accesso a piazzetta dello scalo. Inoltre bisognava far rispettare anche nel primo viaggio di inaugurazione il divieto per gli usufruitori della chiatta di rimanere in piedi durante la traversata; altra obiezione è relativa alla bassissima velocità di attraversamento delle due sponde, circa una deciona di minuti per percorrere poco più di 50 metri.

"Non si tratta –ha assicurato il sindaco Nicola Cristaldi- di un semplice collegamento ma di una vera e propria attrattiva attorno alla quale organizzeremo eventi ed iniziative turistiche e culturali. Un ringraziamento doveroso e sentito -ha aggiunto- va rivolto ai nostri funzionari e tecnici comunali ed alle forze dell'ordine, in particolare la Capitaneria di Porto, che hanno lavorato con impegno perché si superassero problemi burocratici". Il primo cittadino ha sottolineato: "il ripristino dell'antica tradizione della chiatta rappresenta un altro passo per la riqualificazione del fiume Mazaro iniziata con il rifacimento delle due banchine di lungomare Ducezio.

Tappa successiva –ha detto Cristaldi- sarà quella del risanamento del fiume. Il Cnr ci consegnerà al più presto l'analisi dei fanghi e grazie a 2.100mila euro, primo stralcio di un finanziamento di 8 milioni di euro, provvederemo al dragaggio del porto canale per portare il suo fondale a 3 metri. E' nostro obiettivo con la riqualificazione del fiume incentivare la nascita di imprese giovanili, immagino delle barchette che portino in giro i turisti".

Cristaldi ha poi affrontato l'annosa questione dei relitti affondati all'interno dello stesso porto canale che ha creato qualche imbarazzo nei rapporti "diplomatici" fra la sua Amministrazione ed il Comando della locale capitaneria di Porto. "Vi è un finanziamento –ha tenendo in mano una nota del Ministero delle Infrastrutture- per la rimozione di quattro relitti, "Beruschi", "Cristina", "Grecale" e "Il Satiro"; la gara di appalto sarà espletata presso l'autorità marittima".

Sulla questione Cristaldi, il 21 ottobre 2009, quando ancora deputato nazionale, fra le fila del Pdl, presentò un'interrogazione ai Ministeri dell'Ambiente, Infrastrutture e Risorse Agricole e Forestali. Cristaldi chiese quali informazioni avessero i tre ministeri in merito alla presenza di relitti fatiscenti ed abbandonati nel porto canale, se a conoscenza dei nomi dei proprietari e delle ragioni per le quali tali relitti abbandonati; Cristaldi interrogò infine il Governo se vi fossero iniziative per eliminare il rischio di disastro ambientale e per la navigazione interna al porto canale a causa dei relitti. 

A rispondere all'on. Cristaldi fu, il 2 marzo 2010, il sottosegretario di Stato per l'Ambiente e la Tutela del Territorio e del Mare, Roberto Menia, a seguito di informazioni apprese dalla stessa capitaneria di porto di Mazara. "La problematica concernente la rimozione dei relitti semisommersi presenti nell'ambito portuale di Mazara del Vallo –si legge nella risposta scritta- è da tempo all'attenzione della capitaneria di porto di Mazara del Vallo. Relativamente al paventato pericolo d'inquinamento, si evidenzia che esso appare alquanto limitato, atteso che le unità in questione al momento dell'affondamento erano quasi del tutto prive di carburante, e considerato che il fiume Mazaro, nel quale sono presenti quasi tutti i relitti semisommersi, è già inquinato da diversi decenni per la presenza di numerosi scarichi fognari non depurati, asserviti agli insediamenti civili di circa 30.000 abitanti e a industrie conserviere e cantine vinicole.

Tale circostanza ha indotto l'ufficio marittimo, a seguito delle attività svolte con altri organismi di controllo preposti (Agenzia regionale protezione ambiente di Trapani), ad inoltrare correlate comunicazioni all'autorità giudiziaria e, nel contempo, a chiedere al comune di Mazara del Vallo l'adozione delle prescritte misure di limitazione/eliminazione dei fattori di inquinamento". Infine il sottosegretario Menia ha fornito a Cristaldi una ricostruzione storica sui relitti e delle relative pratiche amministrative poste in essere dall'autorità marittima.

Così ha fornito i nomi dei relitti: "Giacomo Gancitano"; "Il Satiro"; "Cristina I"; "Grecale"; "Beruschi Dionisio"; "Pontone Giovanni II"; ed infine un'unità da diporto di proprietà sconosciuta. Dalle singole schede si evince che quasi tutti i proprietari originari delle imbarcazioni avessero ricevuto contributo per il suo arresto definitivo, poi alcune delle imbarcazioni furono riconvertite a motonavi per poi essere vendute a personaggi nullatenenti il cui procedimento giudiziario è risultato vano.

Caso emblematico, citato nella risposta del Sottosegretario, quello della motonave "Il Satiro" nome dell'ex "Annie Russo" dopo la sua donazione ad un'associazione Onlus denominata "Associazione sportiva disabili Mazara"; l'associazione dopo 4 anni ha venduto la motonave ad un certo Nicolò Asaro, già acquirente di altri relitti, e per il quale dopo l'abbandono del relitto era stata avviata una procedura giudiziaria senza esito però vista la sua condizione di nullatenente e nullafacente.

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