Illegittimo il licenziamento dei tre lavoratori mazaresi della SRR Trapani Sud

Il Tribunale di Sciacca ha accolto il ricorso presentato da Vito Di Giovanni, Piero Castelli e Vincenzo Impastato

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
26 Maggio 2021 19:05
Illegittimo il licenziamento dei tre lavoratori mazaresi della SRR Trapani Sud

Con una sentenza emessa oggi dal Giudice Paolo Fusaro del Tribunale di Sciacca sono stati assolti con formula piena tre dipendenti della società SRR Trapani Sud (che ha sede a Santa Ninfa, da qui la competenza del tribunale saccense) che erano stati licenziati quando erano in servizio presso l’ufficio ARO di Mazara del Vallo in quanto accusati di un illecito comportamento con l’inserimento di dati falsi nel gestionale dei pagamenti della Tari e, nello specifico, pagamenti riguardanti le proprie rispettive posizioni. La segnalazione partì dal II Settore del Comune di Mazara del Vallo (vedi foto di copertina) e fu indirizzata al presidente della SRR Nicola Catania.

Quell’accusa fu contestata dai diretti interessati, Vito Di Giovanni, Piero Castelli e Vincenzo Impastato, i quali dopo un periodo di sospensione ed allontanamento dagli uffici vennero licenziati il 10 luglio scorso.

Con la sentenza il Giudice del lavoro ha accolto il ricorso dei tre lavoratori, difesi dall’avv. Vita Maria Ippolito, annullando il licenziamento e condannando la stessa SRR alla loro reintegrazione e al pagamento ad ognuno di essi di un’indennità risarcitoria (commisurata all’ultima retribuzione di riferimento per il calcolo del TFR) corrispondente al periodo del giorno di licenziamento sino a quello dell’effettiva reintegrazione, in ogni caso non superiore alle dodici mensilità. Con la sentenza viene condannata la SRR al versamento dei contributi previdenziali e assistenziali, senza applicazioni di sanzioni per omessi versamenti. La SRR è stata altresì condannata al pagamento delle spese legali (2.850 euro).

Il 14 luglio scorso ci occupammo della vicenda riguardante i tre dipendenti mazaresi della SRR Trapani Sud operanti presso l’Aro di Mazara del Vallo che qualche giorno prima erano stati licenziati in quanto accusati di aver inserito dei pagamenti a proprio favore nel gestionale comunale della Tari. Il presidente della SRR, il sindaco di Partanna Nicola Catania, aveva notificato il provvedimento disciplinare ai tre dipendenti (per un quarto dipendente il procedimento è stato archiviato) a seguito di un indagine interna dopo che alla SRR a metà maggio sarebbe pervenuta una nota dal Comune di Mazara attraverso la quale si contestava il suddetto illecito per il quale, secondo quanto stabilito dal contratto, di tipo privatistico (Federambiente), che regolamenta il rapporto di lavoro con i dipendenti con la SRR, è previsto il licenziamento senza graduali passaggi anche in attesa di sviluppi giudiziari.

Sulla vicenda nei giorni precedenti vi era stata anche una “querelle”, a colpi di comunicati, fra il sindacato UGL, che assiste i tre dipendenti, ed il sindaco di Mazara del Vallo, Salvatore Quinci.

Successivamente eravamo stati contattati da uno dei tre dipendenti licenziati, Vito Di Giovanni, ex responsabile dell’Aro di Mazara, il quale ci ha così dichiarato: “sono assolutamente estraneo ai fatti. Ho proceduto a formalizzare una denuncia alla Polizia di Stato nei confronti del presidente della SRR per abuso di ufficio e contro ignoti per l’inserimento, attribuito a me, di dati falsi, sul gestionale comunale. La denuncia è stata fatta prima di essere ascoltato per le mie giustificazioni il 16 giugno insieme ai rappresentanti sindacali, il segretario regionale Giuseppe Messina e quello territoriale Mario Parrinello”.

Di Giovanni, con carte alla mano, ci aveva così spiegato: “il 25 maggio mi è stata notificata una sospensione dal servizio per 10 giorni, non sapevo di cosa si trattasse, nonostante attraverso le voci di popolo già si parlava della vicenda, allora mi sono rivolto al mio avvocato. Dopo dieci giorni mi è arrivata la contestazione disciplinare attraverso la quale si contestava alla mia persona l’inserimento di alcuni pagamenti nel gestionale Tari. Nella contestazione disciplinare si fa cenno ad una relazione del Comune di Mazara del Vallo ma questa non viene allegata e pertanto non ho nessun riferimento specifico in merito a quando avvenuti questi pagamenti. Nel procedimento disciplinare invece si fa riferimento alle conseguenze giudiziarie e ai danni qualora si riscontrasse la situazione, però non mi forniscono prove”.

Chiedemmo a Di Giovanni perché contestava l’operato del Presidente della SRR? “Perché il procedimento disciplinare non è stato aperto a seguito di deliberazione del Consiglio di Amministrazione della stessa SRR; in una società per azioni dove non c’è l’amministratore delegato e l’amministratore unico solo il consiglio di amministrazione, che è il datore di lavoro, ha un potere decisionale. Pertanto il presidente della SRR ha aperto un procedimento disciplinare senza averne titolo”.

Concludendo Di Giovanni affermò: “la cosa più grave è che nel provvedimento di licenziamento, venerdì scorso, non ci sono inserite le cause. E’ come se un giudice ti condanna all’ergastolo ma non ti dice il perché. Mi hanno mandato il licenziamento nel quale si fa riferimento di una relazione della Delisa (la società che gestisce l’applicazione del gestionale della Tari) e che vorrei leggere e poi nominare un tecnico informatico esperto per fare luce su questa situazione. Ribadisco: non ho commesso nessun illecito, mi reputo estraneo a questa situazione e se qualcuno ha sbagliato un giorno dovrà pagare. Credo, ed è scritto nella denuncia, che ci sia un disegno macchinoso persecutorio nei miei confronti”. 

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