Il 6 luglio sentenza del processo a 2 poliziotti mazaresi accusati di abuso d’ufficio e falso

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
17 Giugno 2015 07:51
Il 6 luglio sentenza del processo a 2 poliziotti mazaresi accusati di abuso d’ufficio e falso

E’ prevista per il pomeriggio del 6 luglio la sentenza del processo che in Tribunale, a Marsala, vede imputati due poliziotti che fino allo scorso febbraio erano in servizio al Commissariato di Mazara del Vallo: il sovrintendente Vito Pecoraro, di 52 anni, e l’assistente Vincenzo Dominici, di 45. Per entrambi, il pubblico ministero Antonella Trainito ha già chiesto la condanna a 4 anni e mezzo di carcere. Reati contestati, almeno inizialmente, l’omissione d’atti d’ufficio e il falso ideologico in atto pubblico in concorso.

Proprio nel corso della requisitoria, però, il pm ha tramutato il primo reato nel più grave “abuso d’ufficio”. Ai due poliziotti si rimprovera il fatto di non avere adottato alcuna sanzione (né sequestro, né multe) dopo avere fermato, ad un posto di blocco, un’auto (Fiat Panda) priva di copertura assicurativa, non revisionata e su cui gravava anche un fermo amministrativo da parte dell’Agenzia delle Entrate. Dopo avere scherzato con la donna che era a bordo (alla guida c’era Vittorio Misuraca, che poi ha patteggiato una condanna per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione), hanno, infatti, lasciato proseguire il mezzo. Sul quale, però, i carabinieri, nell’ambito di un’indagine, avevano piazzato una microspia.

Redatta, quindi, una relazione, i carabinieri la inviarono alla Procura di Marsala, diretta da Alberto Di Pisa, che affidò l’indagine alla sezione di pg della Guardia di Finanza. L’episodio contestato risale al 19 aprile 2012.

Nel corso del processo, poi, un collega dei due poliziotti alla sbarra, il sovrintendente Antonio Sorrentino, ha dichiarato che c’era una relazione di servizio, datata 19 aprile 2012, in cui Pecoraro spiegava che al posto di blocco non furono adottati provvedimenti perché sapeva che sull’auto c’era la microspia dei carabinieri.

Per la Procura, però, quella relazione di servizio sarebbe falsa, in quanto (come risulterebbe da accertamenti svolti) redatta nel 2014 al fine di scagionare i due imputati. Per questo motivo, lo scorso febbraio, per Pecoraro, Dominici e Sorrentino, il gip di Marsala Francesco Parrinello ha disposto la misura cautelare del divieto di dimora a Mazara del Vallo e recentemente la Procura ne ha chiesto il rinvio a giudizio per falso in concorso. A difendere Pecoraro e Dominici sono gli avvocati Giuseppe De Luca e Paolo Paladino.

Francesco Mezzapelle

17-06-2015 9,45

{fshare}

Ti piacciono i nostri articoli?

Non perderti le notizie più importanti. Ricevi una mail alle 19.00 con tutte le notizie del giorno iscrivendoti alla nostra rassegna via email.

In evidenza