”Emergenza cinghiali”, domani riunione presso il Comune di Mazara del Vallo

In questi anni sono state ignorate le proposte del Wwf Italia che gestisce la Riserva Lago Preola Gorghi Tondi

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
16 Luglio 2021 20:27
 ”Emergenza cinghiali”, domani riunione presso il Comune di Mazara del Vallo

Sabato 17 luglio alle ore 10,30 presso la sede del Comune di Mazara del Vallo si terrà una riunione in merito all’”Emergenza cinghiali”, problematica della quale come redazione ci siamo occupati spesso negli ultimi anni.

La riunione è promossa dall’assessore all’Ambiente Giacomo Mauro con la partecipazione dell’assessore regionale all’Agricoltura e Pesca Toni Scilla, CIA, Confagricoltura, Direttore Riserva Naturale Lago Preola e Gorghi Tondi e organizzazioni di agricoltori per proporre soluzioni al problema che sta mettendo in ginocchio i raccolti e colpisce in maniera diretta fauna ed ecosistema oltre ad essere causa di incidenti e degrado.

“L’associazione –si legge in una nota del Wwf Italia- ha più volte presentato proposte concrete alle istituzioni su questo tema anche attraverso la redazione di dettagliati documenti contenenti le linee guida per una gestione sostenibile del cinghiale nel nostro Paese, come accaduto nel 2014 e successivamente nel 2019, in occasione di audizioni tenutesi dinanzi alle Commissioni Agricoltura della Camera e del Senato. Proposte che però sono sempre rimaste inascoltate dai decisori politici e dalle stesse associazioni agricole che oggi portano in piazza una “emergenza” mai gestita con serietà e determinazione.

Il WWF Italia ha sempre riconosciuto l’esistenza di un problema nella gestione del cinghiale, sottolineando l’esigenza di affrontarlo sulla base di valutazioni scientifiche serie documentate e non ideologiche. La storia della gestione del cinghiale in Italia è il frutto di una pessima gestione faunistico venatoria, con approcci sbagliati conditi di retorica e facile demagogia. Nell’ultimo decennio è stata evidente la volontà, da parte di molte istituzioni regionali e nazionali, di affrontare il problema senza generare conflitti con il mondo venatorio a discapito degli agricoltori, sfruttando il loro oggettivo disagio per assecondare, per mere ragioni elettorali, le richieste dei veri responsabili del problema e del suo costante aggravamento.

Ne è testimonianza quanto accaduto in Commissione Agricoltura del Senato, durante la discussione dell’Affare N. 337 “problematiche inerenti ai danni causati all’agricoltura dall’eccessiva presenza di fauna selvatica”. In questa occasione infatti, nonostante l’audizione di numerosi e qualificati esponenti del mondo scientifico che hanno chiarito come l’espansione dei cinghiali nel territorio e la loro proliferazione siano direttamente conseguenti ad azioni umane quali le immissioni a scopo venatorio, i foraggiamenti e la caccia in braccata, hanno approvato una risoluzione totalmente discordante con queste oggettive conclusioni.

Anche le stesse Associazioni agricole, piuttosto che tutelare in maniera laica ed esclusiva gli interessi degli agricoltori, hanno sostenuto essenzialmente le richieste del mondo venatorio che persegue finalità del tutto diverse, spesso contrastanti, con quelle degli agricoltori. Incomprensibile inoltre l’ostilità delle associazioni agricole verso provvedimenti che attribuiscano agli agricoltori la gestione diretta del cinghiale attraverso la pratica delle catture, risultate efficaci dove adottate, e verso l’attivazione degli strumenti della gestione del rischio finanziati con le risorse della Politica Agricola Comune”.

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