Dragaggio del porto, la “burocrazia”? Un male ma anche un utile capro espiatorio

Il presidente Musumeci ha assicurato l’avvio dei lavori di dragaggio del porto di Mazara. Ancora però nessuna data

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
07 Luglio 2021 10:02
Dragaggio del porto, la “burocrazia”? Un male ma anche un utile capro espiatorio

La visita di ieri a Mazara del Vallo del presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, per l’inaugurazione del collegamento marittimo con Pantelleria, è stata l’occasione per affrontare l’annosa questione dell’escavazione del porto canale i cui lavori del primo stralcio (dalla foce al tratto antistante ai cantieri navali) non sono ancora partiti. Nel fiume Mazaro ci sono oltre 67000 tonnellate di fango da prelevare. Percorrendo le banchine del porto canale è facilmente visibile il degrado presente in tutto il tratto che va dal canalone centrale fino al primo ponte sul fiume Mazaro; in diversi punti vi sono isole di sabbia nelle quali si sono incagliate in questi anni diverse imbarcazioni. (in copertina foto scattata lo scorso 25 giugno).

Nel corso dell’incontro del presidente Musumeci con il Consiglio comunale il sindaco Salvatore Quinci ha chiesto un intervento per sbloccare una vicenda divenuta ormai un rompicapo. Musumeci ha indicato nella burocrazia la causa del mancato avvio dei lavori ma ha assicurato che il dragaggio si farà prestissimo; Musumeci però ha avvertito: “dobbiamo pretendere che nessun scarichi sul porto canale, condurremo rilievi periodici”. Dopo l’incontro in aula consiliare si è tenuta una riunione di lavoro per fare il punto sulla questione; alla riunione oltre al presidente Musumeci ed al sindaco Quinci hanno partecipato anche gli assessori regionali alla Pesca Toni Scilla, alle Infrastrutture e Trasporti Marco Falcone, il commissario di Governo per il Dissesto Idrogeologico della Regione siciliana, Maurizio Croce, ed il vice sindaco Vito Billardello.

L’ultimo ostacolo per l’avvio dei lavori –almeno da quanto emerso dalle poche parole del dott. Croce- riguarda la perizia di variante per il deposito dei fanghi che devono essere estratti dall’area del porto canale interessata e che verranno depositati sulla piattaforma di un cantiere navale di Mazara e, successivamente, portati a destinazione. Tutto sarebbe stato trasmesso al Prefetto di Palermo che è l’autorità competente e che dovrebbe dare il via libera all’inizio dei lavori. Ad eseguire i lavori sarebbe sempre la Ecol 2000, vincitrice dell’appalto.

Un nodo da sciogliere è quello relativo ai fondi rimasti a disposizione per l’opera. Dei due milioni stanziati dalla Regione qualche anno fa sarebbero rimasti appena 600 mila euro. Gli altri soldi sono stati spesi in redazione di progetti, incarichi, analisi e via dicendo. Sembra che dal fondo la Regione siciliana abbia pure attinto i soldi per pagare la rimozione degli arbusti accumulati sul letto del fiume a seguito dell’alluvione del novembre 2018.

Ieri sia dalla Regione che dal Comune è stato comunque sottolineato che si tratterà di un dragaggio “tampone”, un secondo dragaggio, quello più consistente perché riguardante il tratto del fiume Mazaro che va dai cantieri fino ai due ponti, sarà effettuato successivamente. Servirà un progetto ed una bella copertura finanziaria. Ovviamente è una promessa che certamente sarà spendibile nei prossimi appuntamenti elettorali. E’ vero la “burocrazia” ha le sue colpe ma spesso diventa un utile capro espiatorio. Eppure quando la politica “decide” qualsiasi ostacolo viene rimosso, vedi ad esempio il rapido adeguamento, con circa 200mila euro, della banchina Mokarta dalla quale lo “storico” traghetto “Pietro Novelli” coprirà la rotta per Pantelleria.

Francesco Mezzapelle  

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