Corona Virus, le verità nascoste e le bugie rivelate. Livio Marrocco non risparmia feroci critiche alla narrazione della pandemia

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
18 Aprile 2020 12:14
Corona Virus, le verità nascoste e le bugie rivelate. Livio Marrocco non risparmia feroci critiche alla narrazione della pandemia

L’ansia da Corona virus ha colpito noi tutti, con la lunga serie di divieti che ci hanno costretto a cambiare la nostra vita, chiudendoci presso le nostre abitazioni e la miriade di informazioni che ogni giorno ci vengono propinate e che cominciano a far serpeggiare non pochi dubbi tra chi, abituato a far funzionare la testa non digerisce più il fronte del pensiero unico che sembra sempre più incrinato dai fatti. Abbiamo deciso di stimolare un dibattito sul tempo che stiamo vivendo con i contributi di voi lettori che sarete liberi di raccontarci la vostra versione su un tema così dibattuto.

Cominciamo con un ospite illustre, Livio Marrocco, già consigliere comunale ed assessore al comune di Trapani e poi deputato all’Ars, dirigente amministrativo della Servizi Sanitari Alcamesi srl” ha scritto un pezzo, pubblicato anche sul sito eleggo.info, nel quale mette in discussione le tante “verità” che giornalmente ci propinano. Ci auguriamo che questo possa scatenare un interessante dibattito, aspettiamo altri contributi, idee, opinioni. Alessandro Quarrato La verità è come l’acqua.

Si fa strada aggirando qualunque ostacolo, ci vuole tempo ma lo fa. In questi due mesi di quarantena la popolazione è stata bombardata da notizie terroristiche sul virus innescando comportamenti ed atteggiamenti sui social, e non solo, assolutamente confacenti all’obiettivo di chi ha diffuso queste notizie. L’obiettivo ormai sempre più chiaro è “modificare il nostro modello sociale”(cit. Conte), “vaccinare tutti” e quindi fare business, “ridurre sul lastrico” l’economia del nostro paese rappresentata in maggioranza dalle piccole e piccolissime imprese .

Ma come dicevo la Verità prima o poi esce fuori. Certo non aspettatevi gli stessi titoloni, gli stessi servizi, approfondimenti 24 su 24 che invece hanno caratterizzato la narrazione che abbiamo sentito fino ad oggi. La verità verrà somministrata a piccole, piccolissime dosi, in mezzo alla falsa narrazione, la troverete nelle pieghe di un articolo e comunque i protagonisti dell’informazione UNICA utilizzeranno formule comunicative per dirvi che la verità comunque non incide su quello che vi hanno detto fino ad ora e subito dopo metteranno il carico.

Ma cerco di fare ordine e fare alcuni esempi. A Gennaio quasi la totalità degli studiosi (futuri showman, tra cui Burioni) compreso l’OMS per bocca del Dr. Ricciardi tranquillizzavano l’Italia. “Niente panico: il coronavirus ha un’elevata trasmissibilità ma non un altrettanto alto tasso di letalità. Si comporta come l’influenza dalla cui famiglia deriva. L’80% dei contagiati è asintomatico e colpisce maggiormente  persone anziane con patologie pregresse (31 Gennaio 2020)”. L’atteggiamento della comunità scientifica sembra unanime.

L’atteggiamento di Ricciardi è di attacco nei confronti del Governo fino al 23 Febbraio, giorno del suo ultimo attacco. Il 24 Febbraio viene nominato dal Ministro della Salute Consulente e sembra cambiare il suo messaggio divenendo sempre più catastrofico quasi a negare quanto detto a Gennaio sul Virus e con lui una parte di virologi, che vengono forse premiati dalla nuova posizione presenziando in tutti i talk show dalla mattina alla sera. Da qui in poi è storia recente. Un continuo susseguirsi di bollettini di guerra.

Ogni giorno la conferenza stampa della protezione civile fa l’elenco di morti e contagiati, tralasciando però i metodi di raccolta dei dati. Come ormai tutti sanno i dati raccolti e comunicati quotidianamente sono falsati da un metodo sbagliato, solo il Veneto, e adesso a farlo sono anche altre regioni, ha deciso di fare tamponi a tappetto. Ecco la prima verità che hanno TUTTI indistintamente iniziato a comunicare fra le righe. I DATI SONO FALSATI. MA ALLORA PERCHE’ AVETE COMUNICATO PER DUE MESI NUMERI CHE INDUCEVANO AL TERRORE? Questo è il nodo di tutto.

Il centro di tutto il problema. Da uno studio fatto proprio in Veneto a Vo’ Euganeo, facendo il tampone a tutti è risultato proprio quello che si diceva a GENNAIO!! Su 6000 abitanti il 10% è contagiato (1000), di cui l’80% circa asintomatico (800), lo 0,3%(3) deceduto. Se i risultati di questo studio lo applichiamo, con le dovute proporzioni e attenzioni, all’intero paese ci rendiamo conto che i numeri fino ad ora comunicati sono sbagliati. 6.000.000 i possibili contagiati in Italia, 4.800.000 gli asintomatici, 1.200.000 con sintomi, 18.000 i decessi.

Ovviamente una cosa è dare il numero dei morti giornalieri, un’altra cosa è dare la percentuale. Perchè? Perchè ritorniamo proprio a Gennaio, a quando tutti dicevano che il comportamento del Covid19 era assimilabile all’influenza stagionale. I numeri che vi ho appena dato a livello nazionale sono praticamente sovrapponibili a quelli del comportamento dell’influenza negli anni passati (ISTAT 2019). Certo il Covid19 ha complicanze diverse (d’altronde anche l’influenza ha diversi ceppi che colpiscono i polmoni, l’intestino…) ma sempre con una mortalità bassa e  concentrata nelle fasce di età nelle quali tra l’altro normalmente si concentra la mortalità generale.

Lo afferma proprio lo stesso Burioni da Fabio Fazio lo scorso 12 aprile. Certo sembra sminuire questa VERITA’ spostando l’attenzione di chi ascolta sul vaccino (business) invece di spiegare perchè non si è proceduto e non si procede a fare tamponi o test sierologici a tutti (vi consiglio di vedere questo video esemplificativo dell’intervista di Burioni: https://www.facebook.com/gianlucaspinapage/videos/168606270975513/). State unendo i puntini? Quindi stiamo da quasi due mesi a casa per un virus che ha una mortalità nella norma, alla stregua di una influenza.

Se poi ci soffermiamo sui dati del Sud Italia ed in Sicilia in particolare  le evidenze sono ancora maggiori. Anche qui ci vengono in soccorso le regole classiche della medicina applicate ai coronavirus. Il Clima, la mancanza di inquinamento sono due fattori che aiutano le regioni meridionali ad avere meno casi, molti meno, come d’altronde accade con le statistiche della normale influenza degli anni passati. Pensate che in Sicilia attualmente ci sono stati 2535 casi di contagiati su 39867 tamponi fatti (6% circa) ancora più basso del 10 % nazionale ipotizzato, pari allo 0.04% della popolazione siciliana!! 0.04%!! Di questi solo 590 sono ricoverati.

Ma allora perchè stiamo ancora a casa?? Alla luce di quanto sopra. In questi giorni sta uscendo una seconda verità che ha refluenze sulla cura del Covid19 e sul calcolo dei decessi, già di per se dubbi perchè lo stesso Borrelli ha dichiarato che per ora tutti i decessi vengono catalogati come Covid19 in attesa di verifica da parte dell’Istituto Superiore della Sanità, come si evince dal sito internet dove sono riportati i dati (ma allora se devono ancora essere verificati perché dare numeri a casaccio?!). Notizia del 14 Aprile diffusa dal professor  Sandro Giannini medico alla clinica Rizzoli di Bologna con curriculum scientifico di tutto rispetto: “Non vorrei sembrarvi eccessivo ma credo di aver dimostrato la causa della letalità del Coronavirus.

Di quello che alcuni supponevano, ma non ne riuscivano a essere sicuri, ora abbiamo i primi dati. La gente va in rianimazione per tromboembolia venosa generalizzata, soprattutto polmonare. Se così fosse, non servono a niente le rianimazioni e le intubazioni perché innanzitutto devi sciogliere, anzi prevenire queste tromboembolie. Se ventili un polmone dove il sangue non arriva, non serve. Infatti muoiono 9 pazienti 10. Perché il problema è cardiovascolare, non respiratorio. Sono le microtrombosi venose, non la polmonite a determinare la fatalità! Contrariamente a quello che la letteratura scientifica, soprattutto cinese, diceva fino a metà marzo era che non bisognava usare antinfiammatori. Ora in Italia si usano antinfiammatori e antibiotici (come nelle influenze) e il numero dei ricoverati crolla. Molti morti, anche di 40 anni, avevano una storia di febbre alta per 10-15 giorni non curata adeguatamente.

Qui l’infiammazione ha distrutto tutto e preparato il terreno alla formazione dei trombi. Perché il problema principale non è il virus, ma la reazione immunitaria che distrugge le cellule dove il virus entra. Infatti nei nostri reparti COVID non sono mai entrati malati di artrite reumatoide. Perché fanno il cortisone, un potente antinfiammatorio. Pertanto, in Italia ospedalizzazioni si riducono e sta diventando una malattia che si cura a casa. Curandola bene a casa eviti non solo ospedalizzazione, ma anche il rischio trombotico.

Non era facile capirlo perché i segni della microembolia sono sfumati, anche all’ecocardio. Ma questo weekend ho confrontato i dati dei primi 50 pazienti tra chi respira male e chi no e la situazione è apparsa molto chiara. Per me si può tornare a giocare e riaprire l’attività commerciali. Via quarantena. Non subito. Ma il tempo di pubblicare questi dati. In America e altri stati che seguono la letteratura scientifica che invita a non usare antinfiammatori è un disastro. Peggio che in Italia.

E sono farmaci vecchi e che costano pochi euro”. La conferma di queste affermazioni arriva ieri 15 Aprile dal professor Alessandro Mascitelli, responsabile del centro flebologico di Villa Tirrena di Livorno, il primo a decifrare l’efficacia delle terapie anticoagulanti nei trattamenti per frenare il Coronavirus: “Le statistiche lo confermano, perché gli anticoagulanti si stanno dimostrando in grado di alleggerire, almeno di un 25% (dati ricavati in ospedali Covid, ndr), i ricoveri nei reparti che accolgono pazienti affetti da Coronavirus”. Il professor Mascitelli spiega: “La premessa parte da un’osservazione clinica: nelle autopsie svolte su pazienti affetti da Covid, è stato identificato il segno di una trombosi massiva.

Il che ha fornito indizi chiari sulle cause improvvise che hanno scatenato il dramma dei decessi in molti ospedali d’Italia. Quindi, da questa intuizione, ecco partire un protocollo che sta portando i primi effetti positivi in molti ospedali Covid, dalla Toscana alle zone del Nord (vedi Bergamo) martoriate dal dilagare del virus”. Il professor Mascitelli precisa: “L’eparina, se utilizzata fin da subito su prescrizione medica, ovvero durante la comparsa dei primi sintomi, può aiutare. Ma esclusivamente sotto controllo medico. Adesso anche l’Oms ne è convinta, perché il professor Pietro Muretto dell’università di Pesaro mi ha confermato che la terapia eparinica è stata posizionata come farmaco di base nella lotta al Covid.

I primi a credere nella mia intuizione e a spronarmi ad andare avanti sono stati il professor Mario Petrini, ematologo del Santa Chiara, la società scientifica Afi e il professor Mario Forzanini coordinatore area Covid Nord Italia per area Nord Est […]. E in queste ore, a dimostrazione dell’efficacia della terapia eparinica, mi arrivano testimonianze da Bergamo, dall’infettivologo Enrico Bombana, o da Padova, dove la professoressa Patrizia Pavei conferma che l’eparina è in uso da qualche giorno con una netta riduzione delle evoluzioni negative dei pazienti Covid”.  In poche ore, medici di Milano, Brescia, Pavia, Bergamo, Napoli, Palermo si sono scambiati l’informazione, e ignari dei divieti di Burioni, hanno cominciato a utilizzare i farmaci che suggerivano i risultati delle autopsie: anti-infiammatori (cortisone) sconsigliati dai colleghi cinesi, per evitare “l’infiammazione che non curata distrugge tutto e prepara il terreno alla formazione dei trombi” e eparina, il noto e comunissimo anti-coagulante”, per prevenire i trombi.

Un’altra verità che inclina la narrazione fin qui fatta. Sorgono dubbi su quanti decessi siano imputabili ai protocolli sbagliati utilizzati fino ad ora. Non serve un vaccino nell’immediato, anche perchè ci vogliono anni per svilupparlo (non capisco come lo possano produrre in così poco tempo e sempre ammesso che lo si possa trovare vista la mutevolezza del virus). Bastano pochi farmaci e poco costosi e probabilmente con cure a casa addirittura. Un altro indizio, l’uso degli stessi farmaci (antinfiammatori e antibiotici) come per l’influenza, unito ai numeri sull’epidemia ci riportano alla domanda fatidica: Perchè alla luce delle verità che stanno emergendo rimanere a casa ancora (soprattutto al sud)?? La risposta in effetti ce l’hanno già fornita ma magari molti non ci fanno caso.

Livio Marrocco

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