Cine Teatro Rivoli, Guarda i trailer, leggi le trame dei film in programmazione!

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
30 Agosto 2019 11:24
Cine Teatro Rivoli, Guarda i trailer, leggi le trame dei film in programmazione!

5 è il numero perfetto

Peppino Lo Cicero è un sicario di seconda classe della camorra in pensione, costretto a tornare in azione dopo l'omicidio di suo figlio. Questo avvenimento tragico innesca una serie di azioni e reazioni violente ma è anche la scintilla per cominciare una nuova vita.

Gli appassionati di graphic novel di qualità non hanno bisogno di particolari presentazioni di Igort, maestro riconosciuto a livello internazionale. Coloro che non frequentano questa forma d'arte hanno ora la possibilità di conoscerlo e forse potranno apprezzarne le qualità di regista con quella libertà di valutazione che ci si può consentire quando, nel passaggio da una forma di espressione ad un'altra, non si conosce il modello. Perché questo film nasce dal volume omonimo pubblicato nel 2002.

Chi lo ha concepito sulla carta ora lo ha diretto per il grande schermo. In questi casi il lavoro del casting è più che mai fondamentale perché i personaggi hanno già ricevuto una caratterizzazione sulla pagina che ha lasciato un'impronta ben precisa nell'immaginario di chi ha letto e apprezzato. Sia per loro che per chi giunge iconicamente vergine dinanzi a questa storia va detto che tutti i personaggi hanno trovato l'attore giusto che ha offerto loro carne, sangue e voce. A partire da Toni Servillo che aderisce con grande partecipazione alle azioni e ai pensieri di un uomo che vede la propria attività di killer come un lavoro faticoso che ha una propria (distorta) morale.

Lui, Buccirosso, Golino e tutti gli altri fino ai ruoli minori sanno offrire caratterizzazioni da cinema anni '70 innervate da uno sguardo, quello di Igort, che sa come andare 'oltre' la storia riuscendo a far diventare protagonisti gli spazi e gli edifici in ogni inquadratura.  

Teen Spirit - A un Passo dal Sogno

Violet Valenski vive con la madre polacca nell'isola di Wight: mentre i debiti si accumulano, la madre aspetta che ritorni il marito e la figlia, cantante per diletto, sogna la fuga e un futuro migliore.

La grande occasione si chiama "Teen Spirit", un talent show a cui tutti i giovani si iscrivono ma in cui solo uno vince. Si possono enumerare all'infinito le sensazioni di già visto suscitate dal film di Max Minghella, figlio del regista di Il paziente inglese e già attore in The Handmaid's Tale. Ma uno dei punti di forza di Teen Spirit sta nel vestire questi presunti limiti come un mantello, quasi a dirci che la vita è fatta di questi momenti, che paiono cliché da romanzetto: noi non siamo quei cliché, ma li dobbiamo comunque attraversare per trasformarci da bruco in farfalla.

Una filosofia semplice, magari non del tutto condivisibile sul piano etico. Ma questo ha poca importanza. Il fascino di Teen Spirit è di vantare tutt'altro genere di magnetismo e di giocare la propria partita completamente sul lato emotional, alla maniera dei talent show che così fedelmente rappresenta, tanto nella plastica luccicante e nelle tonalità magenta della loro componente fenotipica, che nel gelido cemento dei corridoi infiniti che ne costituiscono la sostanza. Quasi un controcanto positivista al racconto nerissimo di inizio secolo rappresentato da Vox Lux, in cui l'estetica da videoclip - immagini dai colori desaturati e raggi di luce ubiqui, che sgorgano quasi spontaneamente dalle inquadrature - serve ad agevolare il transfert verso il mondo irreale ed escapista di Violet.

Sarebbe ingiusto affrontare sul piano concettuale le contraddizioni del debutto di Max Minghella, quando tutto quel che Teen Spirit chiede è di lasciarsi andare al percorso di crescita di Violet, tra il surrogato di una figura paterna e le insicurezze di una teenager incatenata in una prigione di paure. Per una volta l'assenza di approfondimento psicologico dei personaggi non è un male: non significa scarsa volontà di realizzarlo, bensì un preciso intento di nascondere sullo sfondo personaggi che sono meglio ritratti se abbozzati - la band di Violet, l'ex cantante lirico Vlad, reinventatosi manager - o lasciati sotto il palco, come fugaci obiettivi dello sguardo di Violet, che è come se su quel palcoscenico ci fosse salita da sempre, anche senza saperlo.

  *Tutti i contenuti sono tratti da mymovies.it

Ti piacciono i nostri articoli?

Non perderti le notizie più importanti. Ricevi una mail alle 19.00 con tutte le notizie del giorno iscrivendoti alla nostra rassegna via email.

In evidenza