C’era una volta la Rotonda sul mare…Oggi il sogno è unire la spiaggia di San Vito

Sui resti di quella nota rotonda pochi anni fa è sorto un belvedere ad oggi in evidente stato di insicurezza e degrado

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
05 Settembre 2024 10:53
C’era una volta la Rotonda sul mare…Oggi il sogno è unire la spiaggia di San Vito

Da qualche anno è vietato sostare sotto il belvedere del lungomare San Vito. Il rischio, alquanto serio, è quello che possano cadere dei calcinacci dalle parti evidentemente lesionate della sua struttura centrale. La stessa struttura è quella originaria che reggeva la storica “rotonda sul mare” che per alcuni decenni ha caratterizzato, anche rappresentandolo in cartolina, lo stesso lungomare est di Mazara del Vallo. Molti mazaresi, oggi ormai anziani, ricordano di aver trascorso almeno una serata nel corso della loro giovinezza in quel rinomato ristorante che dava, attraverso la sua forma circolare e la sua posizione, sospeso in pratica sull’arenile di San Vito, la possibilità di ammirare il mare e tramonti unici al mondo.

“La Rotonda” fu progettata ed iniziata a costruire fra la fine degli anni ’50 e gli inizi del 1960 su commissione dei fratelli Giuseppe e Vito Frazzetta che, forti della loro esperienza nella ristorazione, vollero realizzare un locale esclusivo, al tempo stesso ristorante-sala ricevimenti, pizzeria e bar, sul mare. Per la sua realizzazione fu ottenuta un’autorizzazione dal Ministero della Marina Mercantile (ancora non esisteva l’autorità demaniale facente capo alla Regione). A progettare la struttura fu lo studio Argentino di Mazara del Vallo, a realizzare l’opera l’impresa “Mirto”, anch’essa mazarese.

Nello spazio circolare e quello antistante vi era la sala, nella annessa struttura rettangolare il bar e i bagni; sul tetto di questa struttura una veranda ove potere prendere il sole e cenare. Nella parte sottostante, quasi al livello del mare, vi erano le cucine; nello stesso livello, nella piattaforma circolare, vi erano dei tavolini e delle sedie per fare l’aperitivo (in foto copertina una cartolina dell'epoca). Il proprietario Giuseppe Frazzetta nel corso della sua gestione, durata circa una quindicina di anni, ci teneva molto a deliziare gli ospiti con prelibati piatti, soprattutto di a base di pesce fresco, cucinati da bravi chef, molti locali, offrendo un servizio molto accurato.

Il locale, noto in Sicilia occidentale, era un’attrazione per molti visitatori. Dopo la metà degli anni ’70 Frazzetta vendette “La Rotonda” ai fratelli Barbera già proprietari di una trattoria in piazza Matteotti. La gestione dei Barbera durò una decina di anni. Dopo la seconda metà degli anni ’80 “La Rotonda”, la cui struttura sottostante era stata chiusa da pareti, ebbe diverse gestioni, tutte altalenanti, ciò fino alla definitiva chiusura agli inizi degli anni ’90.

Da quel momento lì la struttura fu lasciata completamente all’abbandono e al degrado, “la rotonda sul mare” divenne con il passare degli anni sempre più un rudere alla merce di vandali e, soprattutto nella parte sottostante, un ricettacolo di tossicodipendenti e per i topi; insomma un pericolo anche per i bagnanti che frequentavano quel tratto di spiaggia. A voler ristrutturare il fatiscente edificio fu la Giunta Provinciale di Giulia Adamo che nel 1999, dopo averne richiesto la concessione demaniale, elaborò un progetto avveniristico che prevedeva la sua trasformazione in museo del mare sulla cui punta estrema doveva sorgere un osservatorio.

“Come una grande goccia che si posa sulla riva e che ingrandendosi ci svela il mare”. Con queste parole l’architetto mazarese Francesca De Santi descriveva il suo progetto relativo alla rotonda di S.Vito. L’opera doveva rappresentare il Mar Mediterraneo, non solo da un punto di vista floro-faunistico, ma anche attraverso i segni della storia. L’idea era quella di incastonare questa enorme goccia, 16 metri di diametro medio, in una muratura esterna con i colori della terra. La struttura della goccia, alta 16 metri, doveva essere realizzata in acciaio e vetro, gli stessi materiali di un’opera realizzata da Renzo Piano vicino l’acquario di Genova.

Il progetto, con tutti i visti necessari per la realizzazione, fu inserito nel piano triennale delle opere pubbliche dell’Amministrazione provinciale, e finanziato con 1.030.000 euro. Proprio quando tutto sembrava pronto per l’avviò dell’appalto vi furono le dimissioni dell’Adamo, ed il conseguente commissariamento, e l’iter si arrestò. Successivamente, la Giunta Provinciale di Antonio D’Alì, con l’appoggio anche dei consiglieri provinciali mazaresi, non interessata al progetto (come poteva il Senatore avallare un progetto della “nemica” Giulia Adamo?) chiese la revoca della concessione demaniale; al contempo l’allora amministrazione comunale di Giorgio Macaddino, dopo l’acquisizione dei relativi pareri, si era mossa per la demolizione; l’idea era quella di riunificare i due tratti della spiaggia di San Vito.

Con l’avvento del sindaco Nicola Cristaldi la musica però cambio nuovamente, fu deciso di trasformare il rudere in una terrazza con belvedere. Il progetto, realizzato dall’arch. Alberto Ditta e cofinanziato da Provincia e Comune, fu suddiviso in due tranche. L’inizio dei lavori di demolizione (eseguiti dall’impresa mazarese “Marino Rosario” grazie ad un ribasso del 22,99% sull’importo a base d’asta di euro 63.168,10), nell’ottobre 2011, furono inaugurati con tanto di elmetto e piccone dal sindaco Nicola Cristaldi e dall’allora presidente della Provincia, Mimmo Turano, accompagnato dal assessore provinciale ai lavori pubblici, Duilio Pecorella, e dai consiglieri provinciali Vito Torrente e Silvano Bonanno.

Trascorsero circa altri tre anni circa prima che fosse iniziato il successivo intervento (eseguito dalla “Gefi Costruzioni” di Favara, con un ribasso del 27,6956% sull’importo a base d’asta di 85.922 euro) che vide la realizzazione del belvedere con la collocazione di una passerella in legno circondata da una ringhiera e di alcune panchine vista mare. Come dicevamo all’inizio dell’articolo, ad oggi è vietato sostare sotto lo stesso belvedere, la sua struttura centrale presenta delle feritoie.

Qualche anno fa l’Amministrazione guidata dal sindaco Salvatore Quinci intervenne con un investimento di circa 40mila euro per un intervento di messa in sicurezza che potesse garantire l’accesso alla terrazza ove ad oggi però la sua struttura lignea appare logorata e pertanto necessitante di una nuova manutenzione, altri costi per l’Ente. Alla luce di tali problematiche non sono pochi i cittadini che auspicano una demolizione della struttura con la possibilità di unire i due tratti della spiaggia di San Vito, sarebbe anch’essa un belvedere e ciò faciliterebbe la pulizia dell’arenile con mezzi meccanici.

Serve un po’ di coraggio…

Francesco Mezzapelle 

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