E’ morto Francesco Geraci, era uno dei fedelissimi di Matteo Messina Denaro fino alla decisione di diventare collaboratore di giustizia. L’ ex gioielliere, che aveva 59 anni, viveva da tempo in una località segreta e si è spento in questi giorni presso una clinica di Milano, dove era ricoverato per curare un tumore al colon, la stessa patologia dell’ex latitante, arrestato poche settimane fa.
Dopo l’arresto e la decisione di diventare un collaboratore di giustizia, Geraci rivelò agli investigatori particolari e retroscena della stagione delle stragi.
Geraci e Messina Denaro erano cresciuti assieme nello stesso rione, per poi staccarsi nell’adolescenza. I due si riavvicinarono da adulti quando fu lo stesso Geraci, che aveva subito delle richieste estorsive, a rivolgersi al vecchio amico Matteo e cosi facendo divenne il suo uomo di fiducia, tanto da avere in consegna addirittura i gioielli di famiglia di Totò Riina, gioielli, lingotti, preziosi, crocifissi tempestati di diamanti e persino delle medagliette commemorative dei mondiali Italia ’90 tempestate di brillanti. Una collezione che sarà scoperta grazie alle dichiarazioni del pentito, in una cassetta sotto il pavimento di una casa di Castelvetrano: il tesoro dei Riina, valutato circa due miliardi, sarà poi sequestrato.
Anche se non formalmente affiliato a Cosa nostra, infatti, il gioielliere è tra gli uomini scelti per partecipare alla missione romana voluta da Totò Riina per eliminare Giovanni Falcone. Alla fine di febbraio del 1992, un gruppo di killer guidati da Messina Denaro e Giuseppe Graviano arrivano nella capitale con l’obiettivo di assassinare il magistrato, nemico numero uno di Cosa nostra.