Capitan Ciccio, l’uomo che ripescava la vita dal mare. Dopo quasi 20 anni, il pescatore che tirò su dal Canale di Sicilia il “Satiro danzante”

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
14 Ottobre 2016 10:57
Capitan Ciccio, l’uomo che ripescava la vita dal mare. Dopo quasi 20 anni, il pescatore che tirò su dal Canale di Sicilia il “Satiro danzante”

Questa storia potremmo intitolarla Capitan Ciccio e l’avventura archeologica. Così almeno la definisce lui stesso, Francesco Adragna, il pescatore che tra il 1997 e il 1998 ha ritrovato nei fondali del Canale di Sicilia, prima una gamba, poi l’intero corpo bronzeo del Satiro danzante, oggi esposto nel Museo dell ex Chiesa di Sant’Egidio a Mazara del Vallo.

Un capolavoro di epoca greca classica, che si fa risalire al periodo tra il IV e il II secolo a.C. e che raffigura un essere mitologico parte del corteo orgiastico del dio greco Dionisio. Un capolavoro dell'arte di tutti i tempi che incanta con la sua potenza espressiva cristallizzata nel momento dell’estasi danzante, in movimento, con la sua capigliatura ondulata. Il giovane in trance, che viene dal mare, esercita un’attrazione maggiore di qualsiasi altra opera d’arte.

L’artefice di questo ritrovamento, Adragna meglio conosciuto come Capitan Ciccio, dal nome del peschereccio che lo ha rinvenuto dalla profondità di 500 metri, è facile incontrarlo al porto nuovo di Mazara, accanto al suo peschereccio d’altura, con sopra l’intero equipaggio, pronto a salpare da Mazara per raggiungere quasi la costa tunisina. Eccolo nel lato sud del fiume canale che divide in due la cittadina più a sud della Sicilia, al lato nord si sta tenendo il Blue Sea Land - l’Expo dei Distretti Agroalimentari del Mediterraneo, dell’Africa e del Medioriente.

(in foto n.1 Francesco adragna accanto al suo peschereccio) 

Francesco Adragna noto come Capitan CiccioFrancesco Adragna noto come Capitan Ciccio.  Lei è nato a Mazara del Vallo, quando ha deciso di andare per mare?

“Si può dire che sono nato e cresciuto in mare. Già a 14 anni mi sono imbarcato sui pescherecci d’altura. Ho fatto il comandante sui pescherecci a Lampedusa. Da vent’anni sono tornato a pescare nella parte nord della costa tunisina, detta capo Bon”.

Lei è conosciuto come il capitano e marinaio che ha restituito al mondo un’opera d’arte come il Satiro. Ci racconta la sua emozione nel ritrovarlo?

Stavo battendo una nuova zona di pesca e dopo tante battute un giorno ci siamo fermati in una cala, e questo succede quando la rete si impiglia in qualcosa di pesante. Abbiamo iniziato a tirare e sentivamo che la rete si stava alleggerendo, alzandola abbiamo visto una gamba di statua. Capimmo che altro ancora stava lì sotto il mare”.

E andaste subito a cercarlo?

“No, passarono mesi, vedevamo che nessuno si muoveva e decidemmo di tornare a cercare quello che mancava. C’era un sommergibile americano che stava iniziando le ricerche, ma il Satiro stava aspettando noi. Siamo tornati là dove c’era la gamba, e un giorno lo abbiamo sollevato. Sembrava una persona, un naufrago con la faccia rivolta verso il cielo, aggrappato alla rete, che aspettava di emergere e di essere salvato dalle acque”. (foto n.2  Il Satiro Danzante nel Museo di Piazza Plebiscito a Mazara del Vallo )

Quali riconoscimenti ha avuto dopo questo ritrovamento?

“Per la parte economica molto meno di quello che mi spettava. Sul fronte della notorietà è andata meglio, mi sono trovato al centro dell’attenzione, ho avuto diverse onorificenze. In Giappone, nel 2005, il Satiro è stato esposto al Museo Nazionale di Tokyo dove sono stato accolto e omaggiato come se fossi stato un ministro”.

Ha avuto l’occasione di salvare migranti nel Canale di Sicilia?

Sì, qualche anno a fa, nei pressi di Kelibia, una delle zone del canale di Sicilia più vicine alla nostra costa, abbiamo recuperato otto migranti che erano su un gommone alla deriva. Abbiamo chiamato le autorità, è venuta la vedetta italiana che li ha caricati a bordo”.

Tornerà ancora a cercare sotto il mare?

“Sì, il mio desiderio è quello di tornare là, nel centro del Canale di Sicilia dove c’era il Satiro, sicuramente non era da solo, gli studiosi hanno evidenziato la presenza di relitti di navi. Forse il Satiro era il frutto di un bottino di guerra o parte dei beni di un mercante d’arte. Abbiamo ritrovato anche delle carte nautiche del 1700 in pergamena e un piede di elefante in bronzo”.

Quale è il suo sogno?

“Il mio sogno sarebbe quello di rivedere tutti i pezzi rinvenuti nella zona del Satiro, in accordo con la Marineria, in un museo del mare qui a Mazara del Vallo. Desidererei che accanto ad ogni reperto fosse scritto un nome, quello dei colleghi caduti in mare”.

Rosalba Cannavò- SicilyMag

14-10-2016  12,30

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