Meravigliosa, ed al tempo stesso inquietante, la scoperta da parte di un nostro lettore nel primo pomeriggio di quest'oggi sulla spiaggia di Tonnarella. Giovanni Giambrone (che ci ha segnalato la sua scoperta inviandoci le bellissime foto),
approfittando di una giornata di vacanza, si stava recando presso la sua residenza estiva nei pressi di via degli Sportivi quando proprio davanti la stessa via è stato attratto da un grosso tronco, dalla forma abbastanza strana, adagiato sulla battigia (vedi foto1).
La curiosità del cittadino è stata soddisfatta quando avvicinatosi al tronco ha visto che ad esso erano attaccati dei "mostruosi" molluschi. Non sapendo cosa fossero Giambrone si è informato con un'amica, l'imprenditrice ittica Ilaria Tumbiolo, la quale vedendo le foto non ha avuto dubbi riferendo allo stesso che si trattava invece di crostacei denominati "percebes".
Considerato da molti il re dei crostacei, il "Percebe" è un frutto di mare che vive attaccato alle impervie scogliere rocciose della Galizia. La sua prelibatezza e i pericoli a cui si espongono i pescatori per raccoglierlo, lo rendono un prodotto pregiato.
A guardarli non si può certo dire che abbiano un aspetto invitante (foto 2), di quelli da far venire l'acquolina in bocca, ma i Percebes sono una vera squisitezza che porta in tavola tutto l'irresistibile gusto del mare. Osservandoli potrebbero essere scambiati per molluschi, ma si tratta, in realtà, di prelibati crostacei della classe dei Cirripedi caratterizzati da un corpo allungato simile ad uno stelo culminante con una sorta di artiglio madreperlaceo. Sono diffusi anche in Portogallo e Marocco, ma è la Galizia settentrionale la vera patria dei Percebes, grazie alle proprietà di temperatura, salinità e densità delle sue acque marine ed alla loro ricchezza di sostanze nutritive che influiscono positivamente sulla crescita dei frutti di mare.
I Percebes sono particolarmente diffusi nella bellissima Costa della Morte. Adagiato sul lato nord-occidentale della Spagna, in provincia di La Coruña, questo tratto di costa si affaccia sull'Oceano Atlantico come un affascinante belvedere fatto di impervie scogliere, rigogliosi scenari verdeggianti, splendide spiagge e pittoreschi villaggi di pescatori. Ma la Costa della Morte è anche terra di leggende, talvolta legate alla presenza del Cammino di Santiago. Basti pensare che, nell'antichità, Finisterre era considerata la porta dell'Aldilà ed ancora oggi viene scelta come meta finale da molti pellegrini che, giunti a destinazione, bruciano i loro abiti in segno di purificazione al termine del loro viaggio fino alla "fine del mondo".
Si racconta, inoltre, che sulla Costa della Morte la Madonna sia apparsa all'apostolo Giacomo su una barca di pietra guidata da due angeli. Due pietre dell'imbarcazione sono custodite a Muxìa e si racconta abbiano proprietà miracolose. Proprio per questo la cittadina è meta di un pellegrinaggio in onore della Madonna della Barca.
Al di là di queste curiosità, non volendo certamente prefigurare scenari "apocalittici" o quant'altro, ci chiediamo come sia stato possibile che un tronco di tali dimensioni abitato da questi pregiati crostacei sia giunto sulla nostra costa. E' stato trasportato fino a noi dalle onde del mare, strano considerata le molte miglia che ci separano dall'Oceano Atlantico ed ancor di più dalla costa galiziana? Chissà che non si tratti di un carico (sarebbe molto strano) perso da un grosso natante.
Oppure, ci viene da sorridere, potrebbe darsi che sia un messaggio chiaro della natura volto ad indicare ai cittadini mazaresi che la ripresa e la "svolta" possa arrivare ancora una volta dal mare? Già avvenne il 4 marzo 1998 con il Satiro Danzante ma il messaggio non ebbe fortuna...
31-03-2014 18,45
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