San Vito sarà imbarcato sul m/p “Aliseo” aggredito circa un anno fa dai libici

Redazione Prima Pagina Mazara

Il programma del Festino del San Vito, prevede oggi venerdì 19 agosto, alle ore 19 la partenza da piazza Matteotti, ed arrivo in piazza della Repubblica, del “Corteo Storico dell’epopea normanna” con musici ed una rappresentanza del Palio dei Normanni di Piazza Armerina.

L’ultima giornata dei festeggiamenti dedicati al Santo Patrono della Città è quella di domenica 21 agosto quando alle ore 17,15 si svolgerà la processione del simulacro di San Vito dalla Cattedrale a piazzale Quinci; alle ore 18,30 è previsto il tradizionale imbarco del Santo su un peschereccio della marineria mazarese ed infine dopo il corteo marittimo davanti il lungomare della Città, il simulacro di San Vito farà rientro nella chiesa di San Michele; a conclusione del Festino, alle ore 24 i cittadini potranno assistere dal lungomare allo spettacolo dei giochi pirotecnici.

Quest’anno a causa delle condizioni del fondale del porto canale (i cui lavori di dragaggio attesi da anni non sono ancora stati avviati), l’imbarco della Statua di San Vito non potrà avvenire dal “porto vecchio”, cioè dalla banchina antistante piazzale G.B. Quinci”, avverrà bensì nel “porto nuovo”. Ad accogliere a bordo il Santo sarà il motopesca “Aliseo”, certamente uno dei pescherecci più grandi e moderni della flotta mazarese. Proprietario del motopesca è la famiglia Giacalone: Giuseppe Giacalone ed i figli Giacomo ed Alessandro. In considerazione che San Vito è anche protettore dei marinai, la scelta del motopesca “Aliseo” da parte degli organizzatori del Festino, Comune e Diocesi, non è stata casuale. L“Aliseo” è stato infatti protagonista dell’ultimo episodio di aggressione subito dalla marineria di Mazara del Vallo in acque internazionali.

L’aggressione avvenne il 6 maggio dell’anno scorso, pochi mesi dopo il sequestro per 108 giorni a Bengasi di 18 pescatori (fra i quali anche Giacomo Giacalone) e i due motopesca “Antartide” e “Medinea” catturati da una motovedetta libica (una di quelle donate qualche anno prima dall’Italia per il contrasto dell’immigrazione) in acque internazionali ma ricadenti all’interno della cosiddetta “ZEE” istituita nel 2005 dalla Libia unilateralmente (senza formale riconoscimento internazionale) e che si estende 62 miglia oltre le 12 convenzionali.

Quel primo pomeriggio del 6 maggio il motopesca “Aliseo” al cui comando vi era lo stesso armatore Giuseppe Giacalone, a circa 35 miglia dal porto libico di Homs, fu inseguito e aggredito a colpi di mitragliatrice da una motovedetta partita dal porto di Misurata. A causa dell’aggressione il comandante Giacalone riportò delle ferite provocate dalle schegge del vetro in frantumi della plancia di comando; evidenti al ritorno dell’imbarcazione in porto dei diversi fori da arma da fuoco nelle sue parti metalliche. Sulla vicenda la Procura di Roma aprì un’indagine; il peschereccio fu sottoposto anche a rilievi a bordo da parte dei carabinieri del Ris di Messina.

“Chi mi ha mitragliato in acque internazionali deve pagare il suo conto con la giustizia, in Italia o in Libia”. Questo dichiarò Giuseppe Giacalone che diede mandato al suo legale, Walter Marino, di sporgere denuncia presso la stessa Procura di Roma nei confronti degli autori dell’aggressione a lavoratori italiani in acque internazionali”. Alcuni giorni dopo l’aggressione all’Aliseo, altri due pescherecci mazaresi vennero aggrediti da parte di barche turche mentre erano in pesca nelle acque fra Cipro e la Siria. Ad oggi purtroppo continua a rimanere alta la tensione nelle acque internazionali del Mediterraneo per i pescherecci mazaresi impegnati nella pesca a gambero rosso; anzi le Autorità governative italiane hanno proibito ai pescherecci alcune zone di mare limitando ulteriormente gli spazi di pesca.

Francesco Mezzapelle