“Quell’estate che vorresti non finisse mai. Forse…”. Di Catia Catania .

Redazione Prima Pagina Mazara

“Tutte le famiglie sono infelici, ma ogni famiglia è infelice a modo suo”, recita l'incipit di Anna Karenina. Lo stesso concetto può essere traslato dalla famiglia alla città, riflettevo chiedendomi se l'estate fosse già arrivata senza che io me ne fossi ancora accorta, in questa indolente cittadina

dove l'essenza di cannella e del gelsomino dei giardini, gli odori speziati del couscus e dell' anguria gelata che invadevano l'aria, insieme all'olezzo frizzantino trasportato dalla brezza marina, in questa estate anomala e kafkiana sono stati sostituiti dal fetore della munnizza lasciata a marcire per giorni.

E forse sarà anche un'impressione sbagliata, ma per uno strano gioco del destino, per un intrecciarsi di fortuite coincidenze, e perchè il diavolo ci mette sempre lo zampino, tutta questa spazzatura ha finito per rivelarsi non solo una bomba ecologica, ma anche una potentissima arma di distrazione di massa.

Come se l'emergenza fosse arrivata , puntuale, tempestiva, e all'insaputa di tutti, a riempire di senso quel vuoto che da anni attanaglia le nostre estati, quel culto del nulla a cui ormai ci hanno abituati, spacciandocelo per disarmante normalità, al punto da suscitare l'indignazione, ogni anno più flebile e annoiata, dei cittadini. E invece questa volta il motivo per indignarci eccocelo servito, caduto a fagiuolo, si chiama emergenza rifiuti, e finisce per trasformarsi in un alibi che inghiotte tutto il resto, che cancella ogni lacuna, che fagocita inadeguatezze e ritardi, che ci distrae dal vuoto di un'estate che quest'anno vorremmo che finisse prima possibile.

Un'estate che si è presentata sotto forma di un incubo, sin dall'inizio. Un incubo per i suoi abitanti, un incubo per quei turisti che pensavano di visitare una “ capitale, sarà capitale” e si sono ritrovati a passeggiare in compagnia dei gabbiani in visita da Bellolampo, un incubo per gli operatori del settore turistico, e per quei privati che con i loro investimenti e le loro iniziative, sul quel turismo tanto invocato avevano deciso di scommettere. E nulla, davvero nulla, che ci arrivi in soccorso per consolarci, noi e loro, turisti spaesati e sgomenti che fotografano sacchetti di spazzatura e discariche al posto di cattedrali e fontane.

E non c'è niente che, per un attimo, ci aiuti a dimenticare una delle peggiori estati che la nostra città, a memoria d'uomo, ricordi. La spiaggia disinfestata a luglio inoltrato, la solita inefficienza dei trasporti pubblici, intra ed extraurbani, la totale mancanza di eventi culturali pubblici e gratuiti, di intrattenimento serale, di iniziative dentro cui affogare l'amarezza per ciò che ci circonda. Che strano popolo che siamo, non meritiamo nulla, né un piccolo svago, né un po' di divertimento, manco una serata di ubriacatura collettiva.

Solo iniziative private certamente interessanti, ma elitarie e con un target di pubblico ben preciso. E il resto dei cittadini? E i turisti? E le famiglie, e gli anziani, i disoccupati? Nemmeno il cinema all'aperto, quest' anno, che tanto appassionava cinefili e non, e che per decenni ci aveva salvato dalla noia e dalla calura delle serate estive. (in foto il cantiere dei lavori, ancora non ultimi, per il restyling del palazzaccio piazza della Repubblica). 

E poi capita di allungare lo sguardo, ai nostri vicini. E non perchè la loro erba sia sempre più verde. Eppure neanche gli altri comuni navigano nell'oro. E allora perchè a Petrosino c'è una bellissima rassegna artistico-culturale organizzata dall'amministrazione, perchè Marsala, pur tra le difficoltà e le polemiche, ha presentato un cartellone estivo? Forse perchè ci lavorano per mesi, c'è qualcuno che se ne occupa, che trova gli sponsor, che organizza, che raccoglie fondi, contatta artisti, insomma si da da fare? 

In compenso c'è il trenino, quello lo hanno lasciato. Ci sono finalmente salita, una sera, due euro e puoi fare il giro del centro, passando per il lungomare, al suono di una musica cosi assordante che ti coglie una fitta di nostalgia del karaoke dei tuoi vicini alle tre di notte. E mentre scendevo, confusa, stordita, mentre scappavo da quel fracasso dentro cui ero stata catapultata, ho pregato che arrivasse presto agosto e che il festino di Santu Vitu si portasse via tutto, la spazzatura, il fetore, il deserto delle strade, i negozi vuoti, il silenzio delle vie rotto dal rumore del trenino, la tristezza di questa decadenza, e che qualcosa arrivasse a salvarci dal ricordo di quest'incubo di mezza estate. O che arrivasse finalmente l'estate, quella vera. O una nuova primavera, ma quella è un'altra storia...

Catia Catania

02-08-2016 13,00

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