“Nonno Rock” e la sua Isola che non c’è più…
“Ciao Nonno Rock”. Così molti amici, di ogni età, lontani e vicini, hanno voluto portare l’ultimo saluto a Pino Bucca scomparso improvvisamente lo scorso 15 aprile. Pino Bucca, 78 anni, era una di quelle persone che –come si suol dire per chi ha fatto molte esperienze- ha vissuto molte vite e conosciuto tanta gente, a partire da giovanissimo quando frequentava la nota sala biliardo gestita dal padre Ciccio ove sono cresciute generazioni di mazaresi. Era conosciuto a Mazara del Vallo ma anche in altre realtà italiane che aveva visitato e dove vissuto.
E’ stato un “sessantottino” doc, partecipando a quella stagione di lotte studentesche e sociali, si definiva come uno degli ultimi comunisti rimasti, un vero “compagno”, non avendo mai rinnegato l’ideologia marxista. “Spesso raccontava aneddoti relativi ai tempi delle proteste giovanili, del mondo degli hippie, quella sensazione di libertà sfiorata, un illusione svanita davanti un una bottiglia di vino…”. Era un rivoluzionario, “sovversivo contro il sistema” attraverso un animo gentile e sensibile che si esprimeva nel suo amore per la campagna e per i cani, randagi trovati per strada, con i quali faceva lunghe passeggiate.
Pino Bucca era soprattutto un amante del rock, ce l’aveva dentro lui che nel ’68 assistette ad un famoso concerto di Jimi Hendrix a Roma, per non parlare di Eric Clapton, B.B. King, solo per citarne alcuni, punte di diamante del suo universo musicale attraverso il quale ha iniziato tanti giovani mazaresi all’ascolto della buona musica, e non solo. Lo hanno voluto ricordare così i musicisti Riccardo Russo, Nino Cuccia, Ignazio Calamia nel portargli l’estremo saluto presso la Chiesa Cristo Re di Mazara del Vallo in occasione dei suoi funerali lo scorso 17 aprile; emozionante il ricordo del fratello, Nino, prete missionario che risiede a Roma.
Visibilmente emozionato anche Nino Mauro, proprietario del bar “Bella Blu” di piazza Santa Caterina che Pino Bucca frequentava da sempre e intratteneva lunghi discorsi con i suoi giovani amici, spesso seduti sugli stessi scalini della Chiesa. “Quella serata di martedì 15 aprile –racconta Nino Mauro- Pino era al bar e intorno alle 19 andò via, diceva che aveva bisogno di riposare…”. Pino Bucca si è spento nella sua casa di via Volturno. “Era una gran bella persona Pino- ricorda lo stesso Nino Mauro- amava parlare con i giovani ai quali spesso raccontava e trasmetteva le sue esperienze”.
Mauro ci mostra anche una copia della nota rivista musicale “Rolling Stones”, ove nel numero 67, quello di maggio 2009, vi è un articolo dello scrittore Maurizio Maggiani (vincitore del Premio Strega nel 2005 con il romanzo “Il viaggiatore notturno”) intitolato “L’Isola del Rock” (vedi foto copertina) con sottotitolo “Lo scrittore Premo Strega ha accolto l’invito di un libraio ed è andato a Mazara del Vallo. Lì ha scoperto molte cose sul rock&roll..Ad esempio, che per capirlo sul serio bisogna averlo inseguito. Come ‘Sferlazzo’ e il ‘Nonno’”.
Nell’articolo di Maggiani chiaro il riferimento a Pino Bucca, “nonno Rock” così come lo chiamava l’amico Franco Sferlazzo, il libraio con una casa stracolma di dischi, foto e libri. Maggiani nel maggio 1968, allora 17enne, conobbe i due mazaresi condividendo un'esperienza indimenticabile: a Roma, a Brancaccio assistettero ad un concerto del grande Jimi Hendrix, qualche giorno prima che venisse occupata l’Università. Era così tornato in Sicilia, a Mazara del Vallo nel 2009, in quegli anni diversi locali del centro storico proponevano serate con live music con gruppi rock e musicisti emergenti.
Oggi, anche da queste parti, il rock sembra esser morto (e non perchè manchino i musicisti)... “Se non sai cos’è Mazara del Vallo, per te il rock non è mai esistito. Sei lontano anni luce dal suo cuore” scrisse Maggiani, e si legge ancora all’inizio del pezzo (vedi in gallery foto dell'articolo): “…A turno tengono il conto dei giorni; tutti tranne il Nonno, che vive da cinquant’anni una sua interiore opera rock-blues psichedelica da cui risorgerà solo il grande giorno del Giudizio, e a lui dei giorni qualunque e delle epoche antecedenti non gliene frega niente…”.
Francesco Mezzapelle