Monumenti mazaresi: la Cattedrale del S.S. Salvatore

Redazione Prima Pagina Mazara

La Cattedrale del Santissimo Salvatore di Mazara del Vallo, situata nel cuore del centro storico della città, è un'imponente testimonianza dell'architettura normanna in Sicilia. Costruita tra il 1086 e il 1093 per volere del conte Ruggero I, sorge sui resti di una preesistente moschea araba e rappresenta uno dei monumenti più importanti della Sicilia.

Architettura:

La Cattedrale presenta una pianta basilicale a croce latina, con tre navate, un transetto e un'abside centrale. Dell'originaria struttura normanna rimangono oggi solo l'abside e il transetto, mentre le altre parti della chiesa hanno subito rimaneggiamenti nel corso dei secoli.

Esterno:

La facciata, in stile barocco, è divisa in tre ordini. Nell'ordine inferiore, spicca il portale centrale ad arco a tutto sesto, sormontato da un altorilievo raffigurante il conte Ruggero I a cavallo trionfante su Makarta. L'ordine centrale è caratterizzato da quattro semicolonne doriche che incorniciano due nicchie con statue di Cristo e della Madonna. Nell'ordine superiore, una finestra rotonda è circondata da fregi manieristici e angeli. Il campanile, aggiunto nel XVII secolo, si innalza sulla parte superiore della facciata.

Interno:

L'interno della Cattedrale è ricco di opere d'arte e decorazioni. Le navate sono scandite da dieci arcate a tutto sesto poggianti su colonne doriche. Il pavimento è realizzato in mattoni di marmo bianco, mentre il presbiterio è rialzato e delimitato da una balaustra marmorea. L'altare maggiore, in marmo bianco, è sormontato da un tabernacolo barocco.

Nel libro "Conoscere Mazara" di Antonio Sammaritano si legge: "Ricca e varia è la decorazione della chiesa. Pregevoli stucchi della fine del secolo XVII, opera di Pietro Orlando, adornano la volta della navata centrale. Nella me- desima volta sono pure i dipinti del Felice e dello Scannatella, che raffigurano, al centro, il Trionfo della Fede, della Speranza e della Carità (le virtù teologali); a sud, scene dell'Apocalisse; a nord, il sogno di Giacobbe. Nelle lunette, poi, sono le figurazioni delle virtù cardinali: Giustizia, Fortezza, Prudenza e Temperanza. Altri dipinti, ancora, presentano figure di santi, come quella di San Gaetano (opera di Andrea Carreca), dei santi Pietro e Paolo, dei tre martiri mazaresi Vito, Modesto e Crescenza. Due bei dipinti, infine, dai colori tenui e chiari, raffiguranti rispettivamente Il Battesimo di Gesù e Il mira- colo delle nozze di Cana, adornano le pareti ai lati dell'altare maggiore.

Numerose anche le opere plastiche conservate nella Cattedrale. Nella navata destra troviamo un portale mar- moreo del 1525, opera di Bartolomeo Berrettaro; nel transetto destro il sarcofago del vescovo Monteaperto, di Domenico Gagini. Di Domenico Gagini è pure una Ma- donna del soccorso, mentre ad Antonello Gagini si devo- no un elegante ciborio e la statua di San Vincenzo. Sopra l'altare, ancora, sono una Madonna e un San Giovanni Battista, della fine del XVI secolo, e nel transetto sinistro troviamo un Cristo schernito, opera di Ignazio Marabitti (XVIII secolo).

Ma il capolavoro plastico della Cattedrale è il grup- po marmoreo della Trasfigurazione, opera di Antonello e di Antonio Gagini (1535), che riempie anche prospetti- camente e arricchisce l'abside. Una massa rocciosa rap- presenta il Tabor, sulla cui vetta Gesù viene investito da una intensa luce che piove dall'alto e lo rapisce in uno stato di estasi. Anche le altre figure, pur nella diversità dei gesti, sono comprese dell'evento miracoloso che si sta verificando e la luce che su tutti si riversa, anche se con varia intensità, costituisce l'elemento visivo, coloristico, unificante l'intera composizione."