Mazara, senza acqua da mesi…Grossi disagi per molti residenti nella kasbah

Redazione Prima Pagina Mazara

Sono diversi i cittadini di Mazara del Vallo che, soprattutto via social, lamentano in questi anni la mancanza, in alcuni periodi e a fasi intermittenti, di acqua corrente per via di qualche problema alla rete idrica o direttamente ai pozzi comunali. In qualche quartiere si è registrata addirittura la totale interruzione dell'erogazione idrica, costringendo i cittadini a vivere in una situazione di precarietà e disagio. Qualche giorno fa siamo stati contattati da alcuni residenti nel centro storico, ed in particolare della zona nei pressi di via San Francesco, ed in particolare in via Antonio Fiorito, Vicolo del Vento (nel complesso labirinto di storici vicoli conosciuto come la “trappola”), e via Bambino.

Molte famiglie, soprattutto di origine tunisina residenti nel quadrilatero delle suddette vie lamentano la grande carenza d’acqua, da circa un anno, dal servizio idrico comunale. Qualcuno di loro ci mostra le diverse segnalazioni e messaggi inviati al Comune e perfino alcune conversazioni con tecnici, funzionari ed amministratori nelle quali evidenziano, sollecitando più volte un intervento, il mancato arrivo dell’acqua attraverso le condotte pubbliche. Nagla, madre anche di quattro bambini, ci dice che la situazione va avanti da mesi, oltre una decina: “arriva un autobotte comunale una volta a settimana, a volte siamo costretti a chiamarne una privata che ci costa circa 100 euro.

Ci sono giorni che non possiamo lavarci. Una mia vicina di casa -dice- si è pure trasferita a Brescai dalla figlia, non ne poteva più di questo problema”. Un'altra donna, Amira, ha tre bambini ci spiega che tale mancanza di acqua risale a giugno scorso: “abbiamo passato una brutta estate, senza potere neanche andare al mare vista l'impossibilità di fare le docce. Al Comune ho provato a chiamare ma non rispondono, e quando lo fanno ci dono la stessa cosa: stanno predisponendo dei lavori per sistemare l'impianto”.

Moustapha è malato: “mi arriva la bolletta dell'acqua, tanti soldi, ma l'acqua non arriva in casa. Sono stato costretto anche ad andare in Germania per quattro mesi. Non ce la facevo più”. Un'altra donna Samira ci racconta la stessa situazione, è disperata, così come Thouraya Zuari, madre di quattro figli dei quali uno disabile. La giovane Soumaya ci dice: “i miei familiari sono tornati tutti a Tunisi, meno male. Vicino casa mia il proprietario è stato costretto a chiudere il suo B&B, aveva sempre problemi con l'acqua”.

Hamadi Ben Alaja, 65 anni, ci invita a visitare il cortiletto ove abita, dietro la moschea Ettawka. Ha pure comprato un'altra casa sempre in quello stesso luogo, Hamadi pensava di far stare lì i suoi tre figli che però ci dice: “non riuscivano più a vivere in queste condizioni: sono scappati, uno in Tunisia, l'altro a Piacenza e altra in Francia. Guardate le cisterne: sono a secco! Ci sono grosse difficoltà a far arrivare qui un'autobotte, devo chiedere aiuto ai vicini per avere un po' d'acqua”.

Mehsli è un pescatore che abita in via Bambino: “a casa mia l’acqua non arriva da circa 8 anni. Quando torno da pescare vado a riempire i fusti d’acqua al fungo dell’acquedotto”. Un altro residente della zona Iskander Chouk in Vicolo Antonio Fiorito ci mostra (vedi foto di copertina) come i motori dell'acqua non ci sono più, in quanto non servono, e così ci spiega: “molti qui residenti sono stati costretti ad andare in altre città, e adesso che arriva l'estate sarà ancora peggio.

Qualcosa in questa storia non mi convince. Infatti il 22 febbraio scorso forse avranno aperto, chissà per sbaglio, una valvola e all'improvviso è arrivata a tutti l'acqua. Sembrava un sogno che però è durato poche ore e la situazione è ritornata ad essere insopportabile”. Iskander così aggiunge: “Molti qui residenti, seppur di origine tunisina, hanno la cittadinanza italiana. Quando ci sono le elezioni siamo i primi a votare. Siamo i primi combattere l’abbandono dei rifiuti e a condannare le azioni criminali.

Se le famiglia cominciano ad andar via, come stanno già facendo, questa zona della Città tornerà ad essere nuovamente territorio di nessuno e in mano ai malviventi. Io me la ricordo qual’era la situazione nella kasbah negli anni ’80 e ’90”

Il problema sollevato da i residenti della zona di San Francesco sarebbe riconducibile alla vetustà della rete idrica cittadina che oltre ad una seria e definitiva manutenzione (servirebbero milioni di euro) dovrebbe essere anche digitalizzata; fino a poco tempo fa l'intervento nella rete era affidata ad un funzionario comunale che la conosceva quasi a memoria, purtroppo l'improvvisa scomparsa di questi ha visto la perdita di importanti informazioni. Diverse volte abbiamo segnalato delle perdite in alcune zone della città, riparate dopo mesi, lasciando che tantissima acqua venisse sprecata, vedi ad esempio quanto accaduto negli ultimi anni a Costiera (che ha reso necessario un intervento durato alcuni mesi per ripristinare l’impianto) e come avviene da alcuni giorni in via del Vento (zona Quarara) ove l'acqua sgorga dall'asfalto.

Mazara del Vallo rispetto ad altre Città viciniore fortunatamente non avrebbe problemi di risorse idriche, sono invece le carenze strutturali del sistema di distribuzione la causa delle molte criticità riscontrate. Auspichiamo, pertanto, che il Comune possa intervenire (al più presto) nella suddetta zona della kasbah, ove si rischia anche un serio spopolamento, ripristinando il normale approvvigionamento idrico alleviando così i grossi disagi dei residenti. Seguiremo la vicenda come quella evidenziata alcuni giorni fa nella zona fra via D’Annunzio e D.

Buzzati, in altra parte della città, a poche centinaia di metri dalla rotatoria fra la Ss115, la via Castelvetrano e viale Africa.

Francesco Mezzapelle