Mazara, la “chiatta” ferma al palo. E la “vocazione turistica” della Città?
Dallo scorso 4 novembre il servizio di collegamento fluviale tra le due sponde del Mazaro con l’imbarcazione tipica denominata “chiatta” è stato interrotto. Non sappiamo se questa interruzione sia definitiva in vista di un ricovero del mezzo nautico oppure in attesa di una ulteriore proroga del servizio. Lo scorso 30 settembre il servizio era stato già sospeso per poi esser riaffidato all’impresa Regina srl alla quale il Comune aveva già affidato il servizio dal 29 luglio al 29 settembre, attraverso il portale telematico TuttoGare, grazie ad un ribasso di circa l'8% per un importo complessivo di circa 18mila euro; la proroga per un altro mese (dal 4 ottobre al 4 novembre), dopo qualche intervento manutentivo, era avvenuta alle stesse condizioni contrattuali proporzionate ad un mese di servizio.
In questi complessivi tre mesi la “chiatta”, in funzione per 10 ore al giorno, è stata –come si legge nel comunicato del 5 ottobre scorso del Comune- “molto apprezzata e utilizzata da numerosi turisti e visitatori”, ma –aggiungiamo- anche cittadini ai quali risulta utile, per lavoro e non, passare più volte al giorno da una sponda all’altra del fiume Mazaro; la chiatta ha ospitato (in copertina foto scattata lo scorso 7 ottobre) anche scolaresche in escursioni didattiche. Per le suddette ragioni speriamo che il servizio venga prorogato, chissà magari fino alle festività di fine anno, anche perché ancora di turisti in Città ce ne sono. Oltretutto dal 7 all’11 dicembre è prevista la manifestazione Blue Sea Land e poi successive manifestazioni natalizie, pertanto la chiatta potrebbe esser utile ad eventuali visitatori che alloggiano nel Trasmazzaro o cittadini che vorrebbero spostarsi in centro senza utilizzare le auto.
Bisognerebbe capire cosa si intende per “città a vocazione turistica”, o quando si parla di “de-stagionalizzare il turismo” (anche con l’organizzazione di missioni istituzionali finalizzate alla promozione della Città e delle sue bellezze) quando poi alcuni servizi "caratteristici" vista la peculiarità paesaggistica del territorio vengono interrotti con presunte motivazioni economiche. Per non parlare anche del luogo di ricovero utilizzato in questi anni per la chiatta quando tirata a secco, cioè quell’area che doveva divenire mercato agro-ittico alimentare nel porto nuovo e ad oggi in stato di abbandono e degrado; la permanenza in quell’area ha reso necessari, alla riattivazione del servizio, impegnativi interventi manutentivi considerata anche che essa è poco riparata e sorvegliata.
Francesco Mezzapelle