Capo Feto, una relazione, i prof. Massa e Troja puntualizzano sull’effettiva gestione
Rimane d’attualità la questione sul degrado che regna sovrano a Capo Feto. A far discutere, oltre agli scarti dell’edilizia ed i rifiuti tossici che ancora oggi vengono riversati ed alla mancanza di un reale progetto sulla riqualificazione del sito, è la sua effettiva gestione.
È del 26 novembre 2017 infatti, una relazione presentata dai professori Bruno Massa, zoologo e Angelo Troja, botanico, che ha fatto seguito alla manifestazione “Salviamo Capo Feto”, organizzata da un sostenuto gruppo di ambientalisti e naturalisti mazaresi, ma che non aveva fatto registrare la partecipazione del WWF . Una manifestazione, le cui immagini video sono state pubblicate sul nostro portale. In tale relazione, i professori mettono in evidenza il decreto 31 Marzo 2017 del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, con cui Capo Feto viene classificato come Zona Speciale di Conservazione (ZSC).
Classificazione, che escluderebbe di fatto la competenza della Capitaneria di Porto nella gestione dell’area.Già nel 2010, l’associazione Pro Capo Feto della Federazione Nazionale Pro Natura di Mazara aveva interrogato il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sull’effettiva competenza della Capitaneria nel sito, richiamando il decreto 323 del 2000 modificato e integrato dal d. lgs. 120/2003; l’ente, aveva rimarcato l'effettivo ruolo della Capitaneria in quanto Capo Feto, nel 1999/2000, periodo che coincise con il progetto Life Nature, era stata dichiarata zona a protezione speciale (ZPS), nonché sito d’interesse comunitario (SIC) dalla Comunità Europea e che, ad intervenire nell’area, dovrebbe essere la Regione la cui funzione è demandata dallo stato.
Inoltre, il Ministero aveva risposto all’associazione mazarese che, qualora dovesse lamentare delle difformità riguardanti la zona di Capo Feto, doveva farlo rivolgendosi a Comune, Consorzio dei comuni e, appunto, Regione. Nelle foto, vi presentiamo due stralci della relazione stilata dai professori Massa e Troja, che vuole sottolineare l’emergenza in cui il biotopo versa, il quale da quel rinomato progetto di inizio millennio non ha avuto né benefici, né un seguito.
E qui, cogliamo l’occasione per tornare a rimarcare: perché non si è riusciti a cogliere l’occasione propizia per la riqualificazione di Capo Feto approfittando del sostegno economico della Comunità Europea? Forse perché questi fondi sono stati bloccati in Regione in quanto una torta troppo grande da spartire, dove qualcuno aveva ben pensato di allungare le grinfia per capire a chi farne beneficiare economicamente? Chi voleva speculare su Capo Feto? Attualmente non ci è dato saperlo, ma, molto probabilmente, vista la classe politico-economica cui Mazara da anni è costretta ad imbattersi, non vi è da andare molto lontano.Tommaso Ardagna17-03-2018{fshare}