Assoluzione per ex amministratore e dipendenti del Consorzio di Bonifica TP1 accusati di truffa aggravata e peculato.

Redazione Prima Pagina Mazara

Assolti perchè il fatto non sussiste.Con questa formula la Seconda Sezione Penale della Corte d'Appello di Palermo ha ribaltato la sentenza emessa dal Tribunale Collegiale di Trapani nel mese di aprile 2014 che aveva, invece, condannato tre dipendenti del Consorzio di Bonifica Trapani 1.

Il processo di secondo grado si è concluso con una sentenza che ha totalmente accolto le tesi dei difensori dei tre imputati che avevano sempre gridato a gran voce la loro innocenza.

La vicenda ebbe inizio nel 2006 quando, a seguito di una indagine svolta dalla Sezione di P.G. della Guardia Forestale di Trapani, vennero denunciati l'amministratore provvisorio del Consorzio di Bonifica TP 1 (nato dall'accorpamento del Consorzio Delia Nivolelli e del Consorzio Birgi) ed alcuni impiegati dello stesso per i reati di truffa aggravata e peculato.

Nel corso dell'udienza preliminare alcuni degli imputati avevano optato per riti alternativi mentre i mazaresi Francesco Giovanni Giacalone, difeso dall'avv. Nino Carmicio, e Andrea Gancitano difeso dall'avv. Vito Agosta, ed il trapanese Michele Strazzera, difeso dall'avv. Mario Tasquier, nella convinzione di poter dimostrare la propria estraneità ai fatti contestati, avevano deciso di andare al dibattimento avanti il Tribunale Collegiale.

A Michele Strazzera era stato contestato, nella sua qualità di Direttore dell'Ente, di aver dato parere favorevole al pagamento delle spese di rappresentanza indebitamente presentate dell'Amministratore provvisorio del Consorzio.A Giacalone e Gancitano di aver utilizzato per fini privati le autovetture di proprietà del Consorzio e di avere reiteratamente raggiunto con abbondante ritardo la sede di lavoro facendo invece risultare di essere arrivati in orario.

Nel corso del dibattimento di primo grado gli imputati avevano offerto al Tribunale numerosi argomenti di prova a loro discolpa, tuttavia il Collegio Giudicante il 29 aprile 2014 aveva affermato la loro colpevolezza condannando il Giacalone ed il Gancitano e dichiarando, invece, prescritti i reati contestati a Strazzera

Avverso quella sentenza tutti gli imputati avevano proposto appello evidenziando, con diverse motivazioni, la erroneità della condanna anche alla luce degli elementi probatori a loro discolpa emersi nel corso del giudizio di primo grado.

La Seconda sezione Penale della Corte d'Appello di Palermo, con la sentenza emessa nella tarda mattinata di oggi (1° ottobre 2015), dopo avere attentamente valutato tutte le prove, ha evidentemente ritenuto che nessuna responsabilità penale fosse ascrivibile allo Strazzera, al Giacalone ed al Gancitano e ha pronunciato l'assoluzione di tutti e tre gli imputati perchè il fatto non sussiste.

"Finisce un periodo tremendo per noi" hanno dichiarato Giacalone e Gancitano, presenti in udienza, "non sarà facile dimenticare questa storia però da oggi potremo nuovamente guardare con fiducia al futuro nella consapevolezza che anche i Giudici hanno finalmente riconosciuto la correttezza del nostro operato"

Francesco Mezzapelle

(Comunicato Stampa)

01/10/2015

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