Acqua, PD e M5S "fermato tentativo del Governo regionale di scaricare su Comuni trapanesi ex EAS i debiti Sicilia Acque"

Safina (Pd) e Ciminnisi (M5S): "Era un atto irresponsabile. Serve visione, non scorciatoie contabili"

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
21 Dicembre 2025 17:47
Acqua, PD e M5S

Grazie ad una battaglia condivisa i deputati Dario Safina e Cristina Ciminnisi, ed i rispettivi gruppi parlamentari, hanno fermato l’insano tentativo del Governo regionale che ha provato a scaricare sui comuni ex EAS delle province di Trapani, Agrigento e Messina, già in grave difficoltà nell’affrontare la crisi idrica, la questione del debito per le forniture idriche di Siciliacque. I due deputati trapanesi sono intervenuti nella discussione sulla Finanziaria contestando la proposta legislativa con cui il Governo intendeva anticipare a Siciliacque le somme dovute dai Comuni ex EAS per le forniture idriche, per poi recuperarle in dieci anni trattenendole direttamente dai trasferimenti regionali agli enti locali.

Proprio a seguito della loro azione l’Esecutivo ha ritirato il testo originario della norma riscrivendolo, senza ulteriori aggravi sulle casse degli enti locali. «Dietro la soluzione che è stata raccontata come tecnica c’era, in realtà, una scelta politica sbagliata nel metodo e pericolosa negli effetti: una scorciatoia contabile – spiegano Safina e Ciminnisi –, priva di una base giuridica solida e destinata a produrre solo nuovi contenziosi e squilibri finanziari». «Il punto non è negare che l’acqua vada pagata – sottolinea Safina, che già in commissione bilancio aveva contestato la norma – ma prendere atto che oggi i Comuni non sono gestori del servizio idrico integrato.

Lo dicono chiaramente le sentenze della Corte costituzionale e dei TAR. Senza gestione, senza banche dati, senza contatori e letture, non si può pretendere alcun recupero crediti. Significherebbe mettere nei bilanci somme di dubbia esigibilità, paralizzando la spesa corrente e costringendo gli enti a tagliare servizi essenziali».

Per Ciminnisi, la norma proposta dal Governo Schifani sarebbe arrivata nel momento peggiore: «In provincia di Trapani per anni molti Comuni, pur non essendo formalmente gestori, hanno garantito interventi e manutenzioni per assicurare l’erogazione dell’acqua, senza ricevere alcun rimborso dalla Regione. Oggi siamo finalmente a una fase decisiva, con l’ATI che ha avviato il percorso operativo per individuare il gestore del servizio idrico. Proprio adesso che servirebbe accompagnare i Comuni non sottraendo loro risorse fondamentali, la Regione tenta di sottrarsi alle proprie responsabilità».«Il nostro intervento – concludono Safina e Ciminnisi – ha impedito che l’ennesimo errore ricadesse sui cittadini, che avrebbero pagato due volte: con bollette improprie e con il taglio dei servizi.

Non basta spostare i debiti da una colonna all’altra. Serve una strategia vera sul servizio idrico, che tenga insieme legalità, risanamento e investimenti. L’acqua è un diritto essenziale, non una partita di giro nei bilanci della Regione».

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