“Vecchi” con le “Spalle al muro”

Esortazione a considerare gli anziani, con le loro debolezze, un bene prezioso della società

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
03 Settembre 2021 17:15
“Vecchi” con le “Spalle al muro”

Era il lontano 1991 quando sul palco dell’Ariston di Sanremo Renato Zero esordì con un testo di Mariella Nava. Non si trattava della solita canzone di amore contrastato, perduto o ritrovato. Era un “pugno nello stomaco”. Faceva commuovere e riflettere sulla fragilità degli anziani che, una volta raggiunta la famosa terza età, non valgono più nulla per la maggior parte della società. Sono, come diceva il titolo del testo, con le “spalle al muro”. Veniva messo in luce la fragilità degli anziani, il disprezzo subito da parte di chi ,essendo giovane, crede di essere più forte, di avere sempre ragione e che le proprie “convinzioni”, le proprie idee siano “più valide” rispetto a quelle di un povero “vecchio”.

Il linguaggio duro espresso nel testo faceva emergere la paura dei “vecchi” di rimanere soli, la sofferenza di chi non viene più preso in considerazione, di chi “vale solo quattro lire”, di chi, solo perché anziano, ha sempre torto, è noioso, non al passo con i tempi, proprio loro che di tempo se ne intendono e sanno quanto ogni momento sia prezioso e come non vada sprecato.

Era come se, attraverso quelle parole, riuscivamo a penetrare nei loro cuori, a sentire e a vedere il peso dei loro anni nelle rughe di quei corpi stanchi.

Ma dei “vecchi” altre parole altrettanto poetiche sono state espresse dal famoso cantautore Claudio Baglioni negli anni ’80 nel suo album “Strada facendo” dove ce li presenta con tenerezza mentre giocano a bocce o “seduti sulle panchine dei giardini”, bisognosi di affetto, soli “come i pali della luce” o “chiusi in cucina se viene qualcuno” perché “i vecchi non li vuole nessuno” sono “da buttare via”.

Forse dovremmo fermarci un po’ e pensare che una società non è moderna e migliore se esclude gli anziani.

Gli anziani non sono un “inciampo”, non sono dei “morti”, degli esseri inutili e non pensanti.

Gli anziani sono e ci sono per ricordarci che la Vita non ha età

di Grazia GIOGLIO

La rubrica Le ultime della sera” è a cura della Redazione Amici di Penna.

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